venerdì, Aprile 19, 2024
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UEO e OSCE: la sicurezza collettiva in Europa

Premessa: questo è il secondo di una serie di articoli dedicati al funzionamento e all’operato delle istituzioni europee. Parleremo delle organizzazioni europee di cooperazione (la cui caratteristica è il rispetto della sovranità statale) e delle organizzazioni d’integrazione (che, invece, delimitano la sovranità degli stati; unico esempio è l’Unione Europea). Le organizzazioni di cooperazione sono le più numerose e nella categoria rientrano quelle a competenza generale (il Consiglio d’Europa) e quelle a competenza speciale in materia di sicurezza ed economia. Di seguito analisi dell’ UEO e OSCEPer consultare l’articolo precedente sulla NATO clicca qui.

L’UEO, l’Unione Europea Occidentale, è stata un’organizzazione internazionale regionale di sicurezza militare e cooperazione politica nata nel 1948 e scioltasi nel 2011.

Storia

  • 1948: la firma del Trattato di Bruxelles segna la nascita dell’UEO che conta inizialmente 5 stati membri: Francia, Russia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
  • 1984: fino a quell’anno il ruolo dell’UEO è divenuto marginale poiché il ruolo economico, sociale e culturale dell’organizzazione fu svolto dal Consiglio d’Europa.
  • 1990: l’UEO conta 10 stati membri dopo l’ingresso di  Germania, Italia, Spagna Grecia e Portogallo.
  • 1997:  il Consiglio dei ministri dell’Unione europea occidentale adotta la “Dichiarazione dell’Unione dell’Europa occidentale sul ruolo dell’unione dell’Europa occidentale e le sue relazioni con l’unione europea e con l’alleanza atlantica” in cui viene ribadito che l’UEO fornisce all’UE l’accesso ad una capacità operativa di difesa, rafforzando la cooperazione con l’UE.
  • 2001: l’UEO svolge alcune Missioni di Petersberg (missioni umanitarie, di mantenimento e ripristino della pace).
  • 2009: con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona l’esistenza dell’UEO viene messa in discussione, dato che la clausola di mutua difesa venne inclusa nel Trattato stesso.
  • 2010: i Ministri degli Esteri di Inghilterra e Germania recedono dall’UEO. Viene dichiarato il termine del Trattato dalla presidenza spagnola dell’UEO che anticipa la definitiva dissoluzione entro giugno 2011.

Funzione e obiettivi

Prima della sua dissoluzione e dopo la fine della seconda guerra mondiale l’UEO aveva l’obiettivo di assicurare la sicurezza e la difesa degli stati membri e allo stesso tempo di controllare il riarmo della Germania dell’Ovest. A differenza della NATO, l’UEO non mirava a sopprimere la forza armata tedesca, ma voleva solo limitare e controllare il riarmamento. Negli anni l’UEO diventa il braccio armato dell’UE in cooperazione con l’Alleanza Atlantica. È con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht che inizia il processo di assorbimento con l’UE, processo che terminerà con la definitiva dissoluzione nel 2011. 

OSCE

L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa è la più grande organizzazione regionale per la sicurezza,  impegnata a garantire la pace, la democrazia e la stabilità a oltre un miliardo di persone.

Storia

  • 1973: per la prima volta a Helsinki fu convocata la Conferenza sulla Sicurezza e sulla Cooperazione in Europa (CSCE).
  • 1975: la firma dell’Atto finale della Conferenza di Helsinki segna l’inizio della storia dell’OSCE. L’Atto conteneva una serie di impegni fondamentali su questioni politico-militari, economiche e ambientali e nel campo dei diritti umani, sancendo inoltre i dieci principi fondamentali (il “Decalogo”) che regolano la condotta degli Stati nei confronti dei loro cittadini e fra di loro.
  • 1990: la CSCE adotta la Carta di Parigi per una nuova Europa che riconosce la fine delle divisioni della guerra fredda.
  • 1993: le è stato riconosciuto lo status di osservatore dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
  • 1995: nel gennaio del 1995 la CSCE si trasforma in un’organizzazione stabile, prendendo l’attuale denominazione di “Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa” (OSCE).

Organizzazione e struttura interna

L’OSCE conta ad oggi 57 stati partecipanti dell’Europa, Asia Centrale e Nord America. Negli ultimi anni ha firmato numerosi accordi di partenariato, nonostante resti essenzialmente un’organizzazione di cooperazione. Dal punto di vista strutturale l’OSCE è composta da:

  1. Consiglio dei ministri degli affari esteri: è il principale organo decisionale composto dai ministri degli affari esteri degli stati partecipanti. Si riunisce annualmente nel paese che detiene la presidenza per decidere in merito alle questioni di maggiore rilevanza. Riunioni supplementari possono essere invece convocate in qualsiasi momento. Le decisioni vengono prese all’unanimità in base al consenso. Il Presidente mira ad ottenere l’approvazione da tutte le delegazioni. Se tutti i delegati concordano, la decisione diventa politicamente vincolante per tutti gli Stati partecipanti
  1. Consiglio permanente: ha sede a Vienna ed è il principale organo decisionale per le consultazioni politiche regolari e per la gestione dell’attività operativa ordinaria dell’OSCE nei periodi che intercorrono tra le riunioni del Consiglio dei ministri. Esso esegue, nell’ambito delle sue competenze, i compiti definiti e le decisioni adottate dal Vertice e dal Consiglio dei ministri. Il Consiglio permanente dispone di organi sussidiari definiti comitati che discutono questioni inerenti le loro rispettive dimensioni, compresa l’attuazione degli impegni degli Stati partecipanti.
  • Comitato per la sicurezza: discute raccomandazioni da sottoporre al Consiglio   permanente e presta sostegno ai preparativi della Conferenza annuale di riesame sulla sicurezza (ASRC).
  • Comitato economico e ambientale: presta sostegno ai preparativi delle riunioni del Foro economico e ambientale (EEF)  e ad altre riunioni su questioni economiche e ambientali.
  • Comitato per la dimensione umana: presta sostegno ai preparativi delle Riunione sull’attuazione degli impegni e ad altre riunioni tenute nel quadro della dimensione umana.
  1. Consiglio superiore: si riunisce trimestralmente e in caso d’urgenza e ha il compito di eseguire le decisioni del Consiglio dei Ministri degli affari esteri.
  2. Segretario generale: rappresenta l’OSCE sulla scena internazionale e assicura il funzionamento amministrativo dell’OSCE.

 Funzione ed obiettivi

 L’OSCE articola il suo operato in tre aree operative, espressione in ogni caso unitaria di quello che è l’obiettivo primario dell’Organizzazione.

1.Area militare volta alla prevenzione dei conflitti. L’Atto finale di Helsinki stabilisce infatti “la necessità di contribuire a ridurre il pericolo di conflitto armato e di malintesi o di errori di valutazione relativi ad attività militari che potrebbero dar luogo ad inquietudine, in particolare in una situazione in cui gli stati partecipanti manchino di notizie chiare e tempestive sulla natura di tali attività”. In tal senso si parla di “Controllo degli armamenti” attività basata sullo scambio di informazioni e sulle varie forme di collaborazione militare al fine di limitare il rischio di un conflitto, accrescere la fiducia tra gli Stati partecipanti e contribuire ad una maggior apertura e trasparenza nel campo della pianificazione e delle attività militari. L’operato dell’OSCE nell’attività di prevenzione dei conflitti è regolato da una serie di documenti adottati nel corso degli anni:

  • Documento di Vienna sulle misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza. Esso promuove fiducia e prevedibilità attraverso misure di trasparenza e di verifica relative alle forze armate e ai principali sistemi di equipaggiamenti.
  • Quadro del controllo degli armamenti adottato nel 1996
  • Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa che fissa previsioni volte a raggiungere l’equilibrio tra la NATO e l’Organizzazione del Trattato di Varsavia.
  • Trattato sui cieli aperti che mira a garantire la trasparenza sulle attività militari condotte dai paesi membri in base al concetto di osservazione dell’area reciproca.

Da quest’articolata regolamentazione deriva una trama obblighi ed impegni sul controllo degli armamenti in un’ottica di prevedibilità, trasparenza e stabilità militare per ridurre il rischio di un conflitto su vasta scala in Europa

 2.Area economica diretta a incrementare la crescita economica sostenibile, promuovendo la cooperazione tra gli stati membri per contrastare le minacce alla sicurezza. L’OSCE incoraggia la cooperazione economica internazionale assistendo gli stati membri nell’attuazione degli impegni sul piano nazionale nell’ambito di:

  • Buongoverno e lotta alla corruzione migliorando il quadro normativo nazionale anti-corruzione ed introducendo procedure eque e trasparenti per gli appalti pubblici.
  • Lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo
  • Trasporto, commercio e migliore gestione dei valichi di frontiera favorendo lo sviluppo di reti transnazionali del trasporto e della logistica tra l’Europa e l’Asia.
  • Migrazione di manodopera in un’ottica di rafforzamento di efficaci politiche globali di gestione della migrazione di manodopera quale importante contributo alla sicurezza .

3.Area ambientale improntata alla collaborazione con altre organizzazioni internazionali, con governi nazionali in              ottica di cooperazione e promuovendo le relazioni di buon vicinato. L’attività in materia ambientale mira a realizzare la sicurezza energetica sostenendo le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la crescita verde al fine di fronteggiare l’emergenza ambientale. Parola chiave: sviluppo sostenibile per far fronte alle sfide ambientali. L’OSCE sostiene le autorità nazionali nell’attuazione di accordi multilaterali, puntando anche sulla revisione della legislazione in materia ambientale e sensibilizzando l’opinione pubblica sulle conseguenze per la sicurezza dei cambiamenti climatici.

Fondamentale è anche l’attività dell’OSCE in materia di tutela dei diritti umani. La tutela dei diritti umani è determinante per determinare il concetto di sicurezza dell’OSCE. In risposta ad una delle più gravi emergenze umanitarie si è infatti recentemente tenuta a Palermo la Conferenza Mediterranea sul tema delle migrazioni che ha visto la partecipazione dei sei paesi partner del Mediterraneo. Nel corso della conferenza è emersa la di  agire collettivamente per fronteggiare l’emergenza, facendo leva sull’attività di prevenzione volta ad individuare la presenza di eventuali influenze terroristiche, soprattutto in seguito al recente proliferare dei “foreign fighters”. L’OSCE si batte inoltre per la tutela dei diritti delle minoranze, individuando le tensioni tra i vari gruppi etnici cercando di prevenire l’insorgere di conflitti interni. In un ottica di democratizzazione mira invece ad assicurare che nei paesi membri ci siano istituzioni democratiche autosufficienti ed effettivamente rappresentative. Lo scorso aprile infatti gli osservatori internazionali OSCE avevano criticato duramente le elezioni tenutesi in Turchia, ritenendo le modalità di svolgimento del referendum non in linea con gli standard europei.

                            

 

 

 

 

 

Anna Giusti

Anna Giusti studia Giurisprudenza presso l'Università di Napoli Federico II. Attualmente svolge un tirocinio presso il Consolato Generale degli Stati Uniti di Napoli. La collaborazione con Ius in itinere nasce dalla volontà di coniugare la sua grande passione per la scrittura al percorso di studi. Collaborare per l'area di diritto internazionale le permette di approfondire le tematiche che hanno da sempre suscitato maggiore interesse in lei, ovvero il diritto internazionale penale, la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti umani, il diritto dell'Unione Europea. Appassionata di viaggi, culture e letterature straniere, si è da sempre dedicata allo studio dell'inglese e del francese.

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