giovedì, Marzo 28, 2024
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Lo sviluppo della FinTech

Fin” come finance,Tech” come technology. Per FinTech intendiamo la digitalizzazione del sistema bancario e finanziario, che consente di fornire, tramite internet, servizi finanziari vecchi e nuovi.

Questa definizione spiega cos’è la FinTech oggi, ma questo termine ha un’origine più antica; infatti, più in generale, si riferiva a tutte le nuove tecnologie che venivano impiegate al servizio delle operazioni bancarie e finanziarie.

La tecnologia ha sempre giocato un ruolo chiave nel settore finanziario. Quello che è cambiato sono gli strumenti e i metodi che oggi consideriamo innovativi. Esaminando la cronologia degli sviluppi FinTech, gli ultimi 65 anni otteniamo un’immagine di continua evoluzione:

Negli anni ‘50 si diffondono le carte di credito per alleviare l’onere di trasportare denaro. Negli anni ‘60 nasce il bancomat per sostituire le banconote. Negli anni ’70, l’electronic trading. Negli anni ’80 si assiste all’aumento di computer bancari mainframe e di sistemi sofisticati per la raccolta dati. Negli anni ‘90, si afferma Internet e i primi modelli di e-commerce.

Inoltre è importante notare che per questi 50 anni, gli sviluppi della FinTech hanno creato anche strumenti sofisticati di gestione dei rischi, elaborazione commerciale, gestione del tesoro e analisi dei dati a livello istituzionale per le banche e le imprese di servizi finanziari.

Però, nel XXI secolo tutto ciò è considerato quotidianità ed è questo il motivo per cui la nuova accezione del temine FinTech tende a escludere il suo passato. Un altro motivo per cui si è deciso di separare i due fenomeni è che i nuovi servizi rientranti nella categoria FinTech non sono più intesi come semplici miglioramenti dei servizi bancari tradizionali, ma hanno l’intento di sostituirli completamente.

La crisi del 2008 e l’avvento del digital hanno stravolto il mondo del banking, tuttavia, ora, dopo una lunga e lenta ripresa esso si sta rialzando e sta tornando a correre, e deve farlo più veloce di prima se vuole sopravvivere. Il settore del private banking si sta concentrando molto attraverso la presenza di grandi player che manovrano l’intero mercato. I colossi bancari tuttavia, a causa delle loro grandi dimensioni e della scarsa flessibilità, faticano a rispondere rapidamente ai trend e alle rapide evoluzioni che si stanno affermando.

È in questo contesto che si configurano i nuovi modelli FinTech i quali stanno rivoluzionando le abitudini dei consumatori soprattutto in ambito digital. Altri fattori hanno poi contribuito al consolidarsi della FinTech, quali: la diffusione su larga scala di dispositivi portatili sempre connessi (smartphone e tablet), l’introduzione della banda larga e delle reti mobili di ultima generazione (3G e LTE) e un cambiamento culturale delle abitudini di vita delle persone.

Tra il 2015 e il 2016 il FinTech è esploso e, oggigiorno, pullula di applicazioni che in un futuro molto prossimo potranno impattare con forza sul private banking. Proprio per questo motivo le banche si troveranno ad acquisire start up FinTech, al fine di integrare i propri servizi tradizionali con servizi digital avanzati sempre più concepiti con un approccio user centered, utilissimi e facili da usare in ogni luogo e momento (a differenza dei servizi spesso sviluppati dagli istituti stessi).

Per approccio user centered si intende il modo di progettare e costruire siti o applicazioni tenendo conto del punto di vista e delle esigenze dell’utente. Tutto è focalizzato sulla user experience. Processi innovativi come il machine learning (macchine che imparano a seconda degli output che analizzano all’esterno) o il data-driven marketing (basato sull’aggiornamento costante dei dati raccolti rispetto alle abitudini degli utenti), fanno sì che ogni esperienza finanziaria sia ritagliata su misura e personalizzata in base ai comportamenti: dalle previsioni di spesa agli investimenti, alla fatturazione elettronica si prospettano numerose applicazioni user-friendly.

L’area FinTech, attualmente, include una svariata tipologia di attività diverse: nuovi strumenti di pagamento per il commercio elettronico, servizi di analisi dati (c.d. credit scoring per calcolare il merito di credito), software specifici (per i segmenti di risk management, asset managment, accounting, etc.), e le più visibili piattaforme di mPayment, o di finanziamento e investimento attraverso il prestito tra privati (i.e. P2P lending) e il crowdinvesting, o anche piattaforme di pagamento in cripto-valute digitali.

Gli esempi più lampanti di applicazioni digitali nel mondo finanziario sono ApplePay, AndroidPay, PayPal.

Nonostante operino in una serie tanto diversificata di settori, le aziende FinTech condividono una caratteristica comune: utilizzano la tecnologia per rendere i sistemi finanziari e bancari più efficienti sia per le istituzioni finanziarie tradizionali (B2B), sia per gli utenti finali (B2C), a cui, in entrambi i casi, vengono offerti i nuovi servizi sfruttando la convergenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

I vantaggi essenziali dei servizi FinTech vanno compensare i punti per cui le banche tradizionali vengono considerate inefficienti, poco chiare o poco tempestive. Grazie all’ambiente digitale, infatti, questi nuovi servizi scommettono tutto su semplicità, velocità, flessibilità e convenienza ponendo il cliente al centro di tutta l’esperienza. Inoltre, queste innovazioni garantiscono maggiore trasparenza, e quindi maggiore correttezza nelle transazioni; un migliore accesso ai servizi finanziari per i consumatori e gli operatori, una riduzione dei costi operativi con il conseguente recupero di efficienza per il settore finanziario; maggiore competitività e abbattimento delle barriere all’ingresso di molte aree di operatività di mercati e intermediari; il miglioramento della qualità del servizio molto più fruibile, con la possibilità di raggiungere quote di popolazione più vaste, non raggiungibile con siti fisici; una maggiore condivisione dei dati.

Ovviamente però, questo approccio si presta a diversi problemi, primo tra tutti quello della tutela dei consumatori da parte di player, che alle volte sfuggono alla regolamentazione, creando un sistema parallelo. In secondo luogo, la tutela dei dati: tutte le tecnologie di cui abbiamo parlato sono basate fortemente sull’infomation technology, sull’informazione e sulla processazione sempre più veloce dei dati personali messi a sistema (comportamenti di acquisto, informazioni personali, cookies); tutte queste informazioni vanno protette, cioè pongono in capo ai supervisor un problema di protezione, oltre che per il diritto alla privacy, soprattutto per evitare il furto e l’utilizzo dei dati per usi non desiderabili.

Proprio per questi motivi è stata indetta dalla BCE una consultazione pubblica, il 21 settembre, sulla guida alla valutazione delle domande di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria degli enti creditizi in generale e sulla guida alla valutazione delle domande di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria degli enti creditizi FinTech. Le guide illustrano il processo relativo alla presentazione dell’istanza, i requisiti di autorizzazione per gli enti creditizi in generale e le considerazioni specifiche per i soggetti con modelli imprenditoriali FinTech. Solo una volta conclusa la consultazione, il prossimo 2 novembre, la BCE renderà noti i commenti pervenuti unitamente a un resoconto della consultazione.

Per quanto riguarda la FinTech in Italia, invece, cresce il numero delle startup, le aziende altamente innovative, che scommettono su questa nuova frontiera. Anche se la velocità è ancora ridotta. Sicuramente la mancanza di investitori istituzionali e partnership strategiche ha ritardato lo sviluppo rispetto alla concorrenza estera, ma ci si augura che i tempi siano maturi, affinché anche l’Italia possa avere il suo Marketplace, in cui si potranno scambiare gli innovativi prodotti della finanza alternativa.

Claudia Addona

Claudia Addona nasce a Benevento nel 1993. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si laurea in Scienze Aziendali nel 2017, all'università La Sapienza di Roma, con tesi in Marketing. Nel gennaio 2020 consegue la laurea magistrale con il massimo dei voti in Finanza e Assicurazioni, sempre presso l'università degli studi di Roma "La Sapienza". Collabora dal 2017 con Ius in Itinere in seguito alla nascita della nuova area Banking&Finance, di cui ne diventa responsabile nel 2018. La curiosità e la determinazione sono ciò che le permettono di dare il meglio in tutto ciò che fa. Email: claudia.addona@gmail.com

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