giovedì, Aprile 18, 2024
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L’incendio boschivo ex art. 423-bis

Con l’arrivo della stagione estiva, a causa del caldo e della siccità le probabilità che divampino gli incendi nei boschi aumentano notevolmente. Ogni anno migliaia e migliaia di ettari ricoperti da folta vegetazione e secolari alberi vengono distrutti dal fuoco. La causa, però, non è sempre o soltanto la temperatura elevata dei mesi estivi perché spesso, purtroppo, dietro questi disastri c’è la mano dell’uomo. “Ogni 200 incendi, 199 sono causati dall’uomo. Un incendio ogni quattro è provocato volontariamente, uno ogni tre è causato da sottovalutazione dei pericoli derivanti dalle proprie azioni.”

L’incendio boschivo, doloso e colposo, costituisce un delitto contro la pubblica incolumità ed in quanto tale è perseguibile penalmente. La legge n. 353/2000 introduce con l’art. 423-bis la fattispecie di incendio boschivo che recita:

“Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l’incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall’incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree protette. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente”.

Il legislatore ha ritagliato dalla figura tradizionale di incendio ex art. 423, una figura speciale di incendio boschivo, giustificato dal particolare oggetto del reato (boschi, selve, foreste, vivai destinati al rimboschimento propri o altrui). Non si tratta di una nuova incriminazione, in quanto i fatti di incendio boschivo venivano in precedenza ricondotti alla fattispecie di incendio aggravato (artt. 423 e 425, n.2, c.p.), ma di una fattispecie a tutela del patrimonio boschivo.

Per incendio si riprende la definizione data dalla giurisprudenza per la fattispecie generale di incendio: “un fuoco di vaste dimensioni, di notevole capacità diffusiva e di difficile spegnimento”. Per la definizione penalistica di incendio, quindi, non bisogna affidarsi alla l. n. 353/2000 che all’art. 2 fornisce una definizione molto più ampia di “fuoco con suscettività ad espandersi” senza alcun riferimento né alla potenza distruttiva né alla difficoltà di spegnimento. Il concetto di bosco, come sostiene la giurisprudenza e parte della dottrina, va inteso non soltanto in senso naturalistico ma anche in senso normativo, avuto riguardo a provvedimenti legislativi nazionali e regionali e ad atti amministrativi. La selva è intesa come superficie boscosa e fitta. La foresta è una vasta estensione boscosa caratterizzata da alberi di alto fusto.

Si tratta di un reato di danno per cui occorre “l’effettiva distruzione di una porzione consistente di bosco, a seguito di un fuoco di vaste proporzioni, capacità diffusiva e difficoltà di spegnimento”. E’ indifferente che l’incendio cada su boschi, selve, foreste e vivai propri o altrui. Non occorre che il fuoco crei pericolo concreto per l’incolumità pubblica perché in tal caso vi sarà concorso con il delitto di incendio ex art. 423.

Il primo comma prevede un’ipotesi punita a titolo di dolo.

Il secondo comma prevede espressamente l’incriminazione per colpa.

Il terzo comma prevede una circostanza aggravante (pena aumentata fino ad un terzo) qualora dall’incendio derivi pericolo per edifici o danno su aree protette. Sono aree protette i parchi naturali gestiti dallo Stato, i parchi naturali regionali e le riserve naturali.

Il quarto comma prevede un’ulteriore circostanza aggravante (con aumento fisso della metà) se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente. Se si interpreta l’ambiente quale formula base di “boschi, selve, foreste o vivai forestali destinati al rimboschimento” di cui al comma 1, l’estensione del danno sarà da limitarsi all’oggetto materiale del reato. Qualora, invece, si interpreti l’ambiente in un’accezione più estesa, comprensiva di tutte le forme di vita tipiche del bosco, saranno rilevanti i danni causati al bosco come habitat quindi sarà grave il danno, che pur non riguardando un’area particolarmente estesa, impedisca per lungo tempo la riproduzione di specie animali o vegetali tipiche di quei boschi.

Per scongiurare quanto più possibile il rischio di disastri ambientali causati da incendi nei boschi è fondamentale l’attività di prevenzione. L’art. 4, comma 2 della legge n. 353/2000 statuisce che “l’attività di prevenzione consiste nel porre in essere azioni mirate a ridurre le cause e il potenziale innesco d’incendio nonché interventi finalizzati alla mitigazione dei danni conseguenti”.  La prevenzione viene concretamente attuata mediante attività di monitoraggio ed intervento sul territorio ai fini del miglioramento dell’assetto vegetazionale degli ambienti naturali e forestali, sia con attività di pianificazione territoriale da parte delle Regioni nell’esercizio delle proprie competenze ed inoltre ponendo in essere un’attività formativa e di sensibilizzazione diversificata in funzione del tipo di destinatario a contatto con l’ambiente.

Chiara Molinario

Nasce ad Ariano Irpino (Av) il 15/05/1994. Nel 2012 consegue la maturità classica e si iscrive all'Università degli Studi del Sannio. Frequentante il quinto anno e prossima alla laurea, scrive la tesi con la Professoressa Antonella Tartaglia Polcini, in materia di Mediazione Ambientale, dopo aver frequentato un corso innovativo sulla Negoziazione e lo Sviluppo Sostenibile. Ha partecipato ad un concorso nazionale di idee, bandito dalla Fondazione Italiana Accenture, "Youth in Action for Sustainable Development Goals", in cui è arrivata in finale. E' socia di ELSA (European Law Student's Association) di cui è Responsabile dell'Area Seminari e Conferenze nel board beneventano. Ha organizzato un'importante Conferenza sul tema dell'Ambiente ed Infrastrutture a cui ha partecipato il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Molto attiva nel sociale, è Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di "Panacea", e Consigliera di amministrazione della Cooperativa "Magnolia". Ama i viaggi, la lettura, la salute e lo sport.

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