Anche nelle piccole imprese il licenziamento disciplinare senza previa contestazione dà diritto alla reintegra del lavoratore
A cura di Federico Fornaroli
Con la sentenza n. 10104 del 12/10/2024, il Tribunale di Roma ha condannato la società datrice di lavoro alla reintegra del lavoratore, stante l’assenza della preventiva contestazione disciplinare al successivo licenziamento intimato per giusta causa.
E ciò, poiché siffatto vizio determina la nullità di detto provvedimento espulsivo e, come tale, comporta un simile rimedio in favore del lavoratore interessato.
In particolare, il tribunale capitolino ha statuito che quanto precede implica l’inesistenza dell’intero procedimento e non solo l’inosservanza delle norme che lo regolano, giacché ne risulta leso l’inalienabile diritto di difesa del dipendente, che deve sempre essere assicurato.
Dunque, detta fattispecie rientra nel novero delle ipotesi di determinazione datoriale contraria a norme imperative e, pertanto, passibile di nullità e correlata reintegra.
Certamente, si tratta di una pronuncia che potrebbe portare con sé strascichi significativi, soprattutto nei riguardi delle c.d. “piccole imprese”, laddove un’interpretazione analogica possa, in qualche modo, condurre ad un risultato affine al suesposto con, così, massimizzazione delle tutele per il lavoratore. Naturalmente, restano valutazioni da ponderare di volta in volta e caso per caso, sulla base delle concrete circostanze fattuali.