venerdì, Marzo 29, 2024
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Bocciata la finanziaria italiana: verso la procedura per disavanzo eccessivo

L’Unione Europea boccia, tramite parere della Commissione del 21 novembre, la manovra finanziaria italiana, aprendo così la strada all’avvio della Procedura per Disavanzo Eccessivo (PDE) prevista dall’art. 126 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

Si tratta della prima volta in cui la Commissione UE si è vista costretta a chiedere una modifica del documento programmatico di bilancio riveduto a uno Stato membro. “Non vi è però alternativa” –  afferma il vicepresidente responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis.

Mentre la politica monetaria è condotta a livello sovranazionale dalla BCE, le politiche di bilancio rimangono di competenza dei singoli Stati. Tali politiche, però, sono oggetto comunque di controllo da parte dell’Unione al fine di garantire la coerenza dei bilanci nazionali con gli indirizzi di politica economica emanati nel contesto del Patto di stabilità e crescita e del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche.

Il semestre europeo

La “nuova” governance economica europea adottata tra il 2010 e il 2014 prevede un rigido svolgimento del cd. semestre europeo, che consiste in una procedura finalizzata al coordinamento preventivo delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri. A inizio di ogni anno, la Commissione elabora l’analisi annuale sulla crescita, seguita da un rapporto sulla base del quale il Consiglio Europeo indica i principali obiettivi di politica economica per l’Area Euro. Nel mese di aprile gli Stati membri comunicano i propri obiettivi di medio termine (OMT) e le principali azioni di riforma che intendono adottare, contenuti in due documenti: i Programmi di stabilità e i Programmi nazionali di riforma. Nei mesi di giugno e luglio il Consiglio Europeo e il Consiglio dei ministri finanziari forniscono indicazioni specifiche per ciascun paese (in particolare, il Consiglio può invitare uno Stato membro a rivedere il programma presentato). Ad ottobre, ciascun Paese dell’Eurozona invia alle istituzioni europee un Documento Programmatico di Bilancio (DPB), che contiene l’aggiornamento delle stime indicate nel precedente Programma di stabilità, nonché i provvedimenti della manovra finanziaria che il Governo intende adottare. Entro fine novembre la Commissione Europea adotta e presenta all’Eurogruppo un parere sul DPB, in cui è valutata la conformità dei Programmi di bilancio alle raccomandazioni formulate nell’ambito del semestre europeo[1].

Il Patto di stabilità e crescita

Il Patto di stabilità e crescita (PSC) sottoscritto nel 1997 impegna i Paesi aderenti a porsi un obiettivo di bilancio pubblico in pareggio nel medio termine e si concretizza in due funzioni principali:

  • Il cd. “braccio preventivo” assicura che la politica fiscale dei paesi dell’UE sia condotta in modo sostenibile;
  • Il cd. “braccio correttivo” stabilisce quali azioni devono intraprendere i Paesi nel caso in cui il loro debito pubblico o disavanzo di bilancio venga considerato eccessivo.

L’Italia è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. La procedura per i disavanzi eccessivi (PDE) sostiene, invece, il braccio correttivo del PSC dell’UE, ed è regolata dall’articolo 126 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

Tale procedura è prossima ad essere avviata; ciò sulla base della violazione dei requisiti di cui all’art. 1 del Protocollo sulla procedura per i disavanzi eccessivi. Stando a quanto ivi affermato, i paesi dell’UE devono dimostrare una solida finanza pubblica e soddisfare due criteri:

  • il loro disavanzo di bilancio non deve superare il 3% del prodotto interno lordo (PIL);
  • il debito pubblico (debito del governo e degli enti pubblici) non deve superare il 60% del PIL.

Questi requisiti, stando al parere della Commissione dello scorso 21 novembre, non sono stati soddisfatti dalla manovra italiana, né tantomeno tale legge di bilancio lascia ipotizzare una futura diminuzione sostanziale del debito in cui riversa la Penisola.

È necessario ricordare inoltre come l’UE abbia già bocciato nel mese di ottobre il precedente DPB presentato dal Governo italiano. Era stata rilevata a tal proposito un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione che il Consiglio ha rivolto al paese il 13 luglio 2018; pertanto è stato chiesto all’Italia di presentare un documento programmatico di bilancio riveduto quanto prima e comunque entro tre settimane dalla data del parere. Il testo di legge è stato ripresentato sostanzialmente invariato: le modifiche ivi inserite sono scarse e limitate a un obiettivo più elevato in materia di privatizzazioni.

Secondo la Commissione, “l’elevato stock di debito pubblico priva l’Italia del margine di manovra fiscale necessario per stabilizzare la sua economia in caso di shock macroeconomici e rappresenta un onere intergenerazionale che graverà sul tenore di vita delle future generazioni di italiani[2].

Mentre le previsioni di crescita della Commissione si basano su ipotesi più prudenti per quanto riguarda la crescita dei consumi e degli investimenti, i dati riportati nel DPB si mostrano ben più ottimisti. Le misure contenute nel documento programmatico di bilancio 2019 riveduto (quali l’introduzione della nuova possibilità di pensionamento anticipato) indicano un rischio di retromarcia su riforme che l’Italia aveva adottato in linea con precedenti raccomandazioni specifiche.

In ultima analisi, secondo la Commissione, “considerato complessivamente, l’impatto sulla crescita delle misure previste dal documento programmatico di bilancio 2019 potrebbe essere inferiore a quanto previsto dal governo, anche nel breve periodo. In generale, il documento programmatico di bilancio 2019 riveduto non contempla misure efficaci per affrontare la debole crescita potenziale dell’Italia e, in particolare, la persistente stagnazione della produttività”.

Nel complesso, sulla base della valutazione dei piani del governo contenuti nel documento programmatico di bilancio 2019 riveduto e delle previsioni d’autunno 2018 della Commissione, la Commissione conferma l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018.

La procedura per disavanzo eccessivo: quali sanzioni?

Secondo quanto dedotto dall’art. 126 TFUE, qualora uno Stato membro persista nel disattendere le raccomandazioni del Consiglio, tale organo può decidere di applicare o, a seconda dei casi, di rafforzare una o più delle seguenti misure:

  • chiedere che lo Stato membro interessato pubblichi informazioni supplementari, che saranno specificate dal Consiglio, prima dell’emissione di obbligazioni o altri titoli,
  • invitare la Banca europea per gli investimenti a riconsiderare la sua politica di prestiti verso lo Stato membro in questione,
  • richiedere che lo Stato membro in questione costituisca un deposito infruttifero di importo adeguato presso l’Unione, fino a quando, a parere del Consiglio, il disavanzo eccessivo non sia stato corretto,
  • infliggere ammende di entità adeguata.

Si tratta di rischi di considerevole entità, a cui è possibile sfuggire solo operando una revisione più sostanziale della manovra (secondo quanto sostenuto da Bruxelles) che permetta una concreta diminuzione del disavanzo e una maggiore stabilità finanziaria in linea con la normativa comunitaria e con la realizzazione di una vera Unione Economica e Monetaria.

[1] R. Bin, G. Pitruzzella, Diritto Costituzionale, G. Giappichelli

[2] Parere della Commissione del 21.11.2018 sul documento programmatico di bilancio riveduto dell’Italia. Bruxelles, 21.11.2018 C(2018) 8028 final

Silvia Casu

Silvia Casu, nata a Varese nel 1995, ha conseguito il diploma di maturità in lingue straniere nel 2014, che le ha permesso di avere buona padronanza della lingua inglese, francese e spagnola. Iscritta al quinto anno preso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano Statale, ha sviluppato un vivo interesse per la materia internazionale pubblicistica e privatistica, nonché per la cooperazione legale comunitaria, interessi che l'hanno portata nel 2017 ad aprirsi al mondo della collaborazione nella redazione di articoli di divulgazione giuridica per l'area di diritto internazionale di Ius in Itinere. Attiva da anni nel volontariato e nell'associazionismo, è stata dal 2014 al 2018 segretaria e co-fondatrice di un'associazione O.N.L.U.S. in provincia di Varese; è inoltre socio ordinario dell' Associazione Europea di Studenti di Legge "ELSA" , nella sezione locale - Milano.

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