Bye bye Equitalia – Cosa cambia?
Con il decreto fiscale 193/2016 collegato alla legge di bilancio 2017, il governo ha emanato un pacchetto di importanti misure fiscali, dove spicca, tra i numerosi provvedimenti ( dalla voluntary disclosure 2.0 al potenziamento delle misure per il contrasto all’evasione fiscale), la tanto pubblicizzata abolizione di Equitalia , l’ente a totale controllo pubblico incaricato della riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale (ad eccezione della regione Sicilia), costituito con legge n. 248/2005.
Ai sensi dell’articolo 1 quindi, del citato decreto fiscale, a partire dal 1 luglio 2017 Equitalia verrà soppressa contestualmente allo scioglimento di tutte le realtà facenti parte del gruppo societario.
Ma cosa accadrà davvero?
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» – La citazione di gattopardiana memoria si adatta perfettamente alla situazione in esame. Le funzioni di Equitalia infatti, a seguito del suo smantellamento, confluiranno totalmente all’interno di un ente strumentale dell’Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Entrate-Riscossione, che gestirà l’attività di riscossione e sarà sottoposto ai poteri di controllo del Ministero dell’Economia e Finanze. L’ente, che sarà sottoposto a tutti i principi che reggono l’operato della pubblica amministrazione ai sensi della legge n.241/1990, avrà autonomia gestionale, contabile e patrimoniale.
La riforma si muove nel senso di assicurare maggiore efficienza al sistema di imposizione fiscale nel suo complesso, affidando all’organismo già incaricato di effettuare gli accertamenti tributari, anche il compito di attuare le misure di riscossione. Il nascente ente strumentale si porrà quale obiettivo a breve termine il progressivo superamento del sistema dell’aggio, stabilendo con lo strumento statutario i meccanismi concretamente necessari per coprire i costi di gestione delle procedure di riscossione.
“Rottamazione delle cartelle”– L’articolo 6 del decreto 193/2016 disciplina la definizione agevolata dei ruoli, che permetterà ai contribuenti (sia persone fisiche che giuridiche) di pagare le cartelle esattoriali emesse tra il 2000 e il 31 dicembre 2016 senza corrispondere more, interessi o sanzioni. Questa misura consente quindi a chi ha carichi pendenti nei confronti di Equitalia di ottenere un sensibile sconto sulla cartella di pagamento, che potrà attestarsi fino al 40% dell’importo totale, a seconda della tipologia di imposta e dell’anno di emissione della cartella.
In base alla normativa, il contribuente che aderirà alla definizione agevolata (previa presentazione della richiesta ad Equitalia da effettuare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto) sarà tenuto, in aggiunta all’importo iscritto nella cartella, al pagamento delle somme previste a titolo di aggio , le spese sostenute per la procedura esecutiva e gli oneri previsti per la notifica della cartella. E’ prevista inoltre la possibilità di rateizzare l’importo da corrispondere (fino ad un massimo di 5 rate), pagando il 70% del totale entro il 2017 e il restante 30% non oltre settembre 2018. Inoltre, quale requisito per l’accesso alla procedura , vi è l’obbligo per il richiedente di rinunciare ad eventuali contenziosi in corso con Equitalia, con una dichiarazione da sottoscrivere al momento della presentazione dell’istanza di definizione agevolata.
Potranno beneficiare degli effetti della definizione agevolata anche i contribuenti che abbiano già in parte corrisposto le somme dovute, purchè risultino effettuati i versamenti con scadenza prevista nell’arco temporale tra il 1 ottobre 2016 e il 31 dicembre 2016. Sono invece escluse dal novero delle somme per cui è possibile aderire alla procedura in esame, le cartelle esattoriali che hanno ad oggetto debiti derivanti da pronunce di condanna emanate dalla Corte dei Conti, sanzioni ed ammende derivanti da condanne penali e somme dovute a titolo di sanzioni amministrative per violazioni al Codice della strada.
Secondo le prime stime effettuate dal governo entreranno nella casse dello Stato a seguito dell’adesione alla procedura di definizione agevolata circa 2,3 miliardi di euro nel 2017 e 1,5 miliardi euro nel 2018.
Se ne desume che in sostanza (almeno per i primi tempi) non vi sarà alcun cambiamento radicale a seguito dell’abolizione della tanto vituperata Equitalia , ma è lecito sperare che la confluenza delle attività di riscossione in capo all’Agenzia delle Entrate produca un’evoluzione in termini di semplificazione amministrativa, nell’ottica di una maggiore trasparenza e di un rapporto più proficuo tra contribuente ed amministrazione fiscale.
Studentessa della facoltà di giurisprudenza dell’Università degli studi di Napoli “Federico II” e tesista in diritto finanziario, è socia di Elsa Napoli.
Appassionata di tributaristica e diritto del lavoro, prende parte al progetto “Ius in Itinere” a giugno 2016, divenendone nel gennaio 2017 responsabile dell’area di diritto tributario e diritto del lavoro. Dall’ottobre 2017 è collaboratore editoriale per AITRA – Associazione Italiana Trasparenza ed Anticorruzione.
Nel futuro, un master in fiscalità d’impresa e contrattualistica internazionale.
Email: rossana.grauso@iusinitinere.it