Carta delle buone prassi per il rispetto della libertà di religione e di convinzione nei luoghi di lavoro
A cura di Paolo Palumbo
Il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con il coordinamento scientifico del Prof. Vincenzo Pacillo, Ordinario di Diritto ecclesiastico, e della Dott.ssa Basira Hussen, ha recentemente promosso la Carta delle buone prassi per il rispetto della libertà di religione e di convinzione nei luoghi di lavoro.
Partendo da una ricerca che evidenzia come l’inclusione della tutela delle identità religiose nelle politiche di promozione della diversità e dell’ inclusione possa migliorare non solo la cultura lavorativa, ma anche la coesione sociale delle comunità, la Carta delinea linee guida concrete su come le aziende possano creare spazi sicuri per l’espressione della
identità religiosa, evitando che la mancanza di attenzione a queste tematiche influisca negativamente sulle performance dei dipendenti e sul clima organizzativo, puntando ad integrare il quadro normativo esistente così che si rendano più efficace e concreta l’applicazione dei principi di non discriminazione e tutela delle convinzioni religiose.
identità religiosa, evitando che la mancanza di attenzione a queste tematiche influisca negativamente sulle performance dei dipendenti e sul clima organizzativo, puntando ad integrare il quadro normativo esistente così che si rendano più efficace e concreta l’applicazione dei principi di non discriminazione e tutela delle convinzioni religiose.
La libertà religiosa è, infatti, parte del più ampio concetto di diversità e inclusione sul posto di lavoro.
La Carta potrà quindi aiutare a promuovere una cultura aziendale inclusiva, ad offrire soluzioni pratiche che bilanciano le esigenze del datore di lavoro con i diritti dei dipendenti, evitando conflitti.
Questi i principi fondamentali della Carta:
1. Riconoscimento della Diversità Religiosa e Culturale
○ I datori di lavoro si impegnano a riconoscere la pluralità di appartenenze religiose, ideologiche e culturali dei lavoratori, promuovendo un ambiente inclusivo e rispettoso delle differenze. La diversità viene considerata un valore aggiunto che arricchisce l’ambiente lavorativo.
2. Prevenzione della Discriminazione Religiosa
○ È vietata qualsiasi forma di discriminazione diretta o indiretta basata su convinzioni religiose. Ciò include le discriminazioni legate all’abbigliamento, all’osservanza delle festività religiose e all’organizzazione degli spazi per la pratica religiosa.
3. Accomodamenti Ragionevoli
○ I datori di lavoro si impegnano a fornire accomodamenti ragionevoli per le esigenze religiose, come pause per la preghiera, rispetto delle festività religiose e regolazioni di orari lavorativi per il digiuno o altri obblighi religiosi, senza compromettere la libertà di coscienza, la produttività o il
benessere degli altri dipendenti.
4. Contrattazione Collettiva
○ La contrattazione collettiva include espliciti riferimenti alla protezione della libertà di religione e di culto, garantendo che i diritti dei lavoratori in materia religiosa – ivi compresa la libertà di non professare una religione e di non essere costretti a partecipare ad atti di culto – siano efficacemente tutelati.
5. Gestione della Diversità
○ Le imprese, soprattutto quelle di grandi dimensioni, si impegnano ad adottare programmi di diversity management, includendo specifiche politiche per la gestione della diversità religiosa. Tali programmi mirano a sensibilizzare tutti i lavoratori su tematiche religiose e culturali, attraverso corsi di formazione e workshop.
6. Cibo e Ristorazione
○ Le mense aziendali si impegnano a offrire opzioni alimentari conformi alle prescrizioni religiose dei lavoratori, garantendo la possibilità di seguire diete specifiche come quelle kosher o halal, ove necessario.
7. Simboli Religiosi e Abbigliamento
○ I lavoratori sono liberi di indossare simboli o indumenti legati alla loro fede religiosa, come veli o croci, purché non interferiscano con le norme di sicurezza e igiene del luogo di lavoro e con inderogabili esigenze aziendali. Ogni limitazione è giustificata e proporzionata alle esigenze operative.
8. Festività Religiose
○ Le aziende si impegnano ad essere flessibili riguardo alle festività religiose, consentendo ai lavoratori di praticare il culto e partecipare a celebrazioni religiose. È raccomandato prevedere giornate di permesso specifiche o permettere scambi di turni con altri lavoratori.
9. Spazi di Preghiera
○ I datori di lavoro si impegnano a creare spazi neutri dedicati alla preghiera e alla meditazione, dimostrando attenzione alle esigenze spirituali dei lavoratori. Questi spazi devono essere accessibili e utilizzabili da tutti i dipendenti, indipendentemente dalla loro fede o convinzione religiosa, garantendo un ambiente di rispetto e inclusività per tutte le confessioni e per tutte le convinzioni.
10. Monitoraggio e Revisione
○ I datori di lavoro si impegnano a monitorare costantemente l’applicazione delle politiche di inclusione religiosa e ad aggiornare periodicamente la carta delle buone prassi, tenendo conto dei feedback dei lavoratori e delle evoluzioni normative e sociali.
1. Riconoscimento della Diversità Religiosa e Culturale
○ I datori di lavoro si impegnano a riconoscere la pluralità di appartenenze religiose, ideologiche e culturali dei lavoratori, promuovendo un ambiente inclusivo e rispettoso delle differenze. La diversità viene considerata un valore aggiunto che arricchisce l’ambiente lavorativo.
2. Prevenzione della Discriminazione Religiosa
○ È vietata qualsiasi forma di discriminazione diretta o indiretta basata su convinzioni religiose. Ciò include le discriminazioni legate all’abbigliamento, all’osservanza delle festività religiose e all’organizzazione degli spazi per la pratica religiosa.
3. Accomodamenti Ragionevoli
○ I datori di lavoro si impegnano a fornire accomodamenti ragionevoli per le esigenze religiose, come pause per la preghiera, rispetto delle festività religiose e regolazioni di orari lavorativi per il digiuno o altri obblighi religiosi, senza compromettere la libertà di coscienza, la produttività o il
benessere degli altri dipendenti.
4. Contrattazione Collettiva
○ La contrattazione collettiva include espliciti riferimenti alla protezione della libertà di religione e di culto, garantendo che i diritti dei lavoratori in materia religiosa – ivi compresa la libertà di non professare una religione e di non essere costretti a partecipare ad atti di culto – siano efficacemente tutelati.
5. Gestione della Diversità
○ Le imprese, soprattutto quelle di grandi dimensioni, si impegnano ad adottare programmi di diversity management, includendo specifiche politiche per la gestione della diversità religiosa. Tali programmi mirano a sensibilizzare tutti i lavoratori su tematiche religiose e culturali, attraverso corsi di formazione e workshop.
6. Cibo e Ristorazione
○ Le mense aziendali si impegnano a offrire opzioni alimentari conformi alle prescrizioni religiose dei lavoratori, garantendo la possibilità di seguire diete specifiche come quelle kosher o halal, ove necessario.
7. Simboli Religiosi e Abbigliamento
○ I lavoratori sono liberi di indossare simboli o indumenti legati alla loro fede religiosa, come veli o croci, purché non interferiscano con le norme di sicurezza e igiene del luogo di lavoro e con inderogabili esigenze aziendali. Ogni limitazione è giustificata e proporzionata alle esigenze operative.
8. Festività Religiose
○ Le aziende si impegnano ad essere flessibili riguardo alle festività religiose, consentendo ai lavoratori di praticare il culto e partecipare a celebrazioni religiose. È raccomandato prevedere giornate di permesso specifiche o permettere scambi di turni con altri lavoratori.
9. Spazi di Preghiera
○ I datori di lavoro si impegnano a creare spazi neutri dedicati alla preghiera e alla meditazione, dimostrando attenzione alle esigenze spirituali dei lavoratori. Questi spazi devono essere accessibili e utilizzabili da tutti i dipendenti, indipendentemente dalla loro fede o convinzione religiosa, garantendo un ambiente di rispetto e inclusività per tutte le confessioni e per tutte le convinzioni.
10. Monitoraggio e Revisione
○ I datori di lavoro si impegnano a monitorare costantemente l’applicazione delle politiche di inclusione religiosa e ad aggiornare periodicamente la carta delle buone prassi, tenendo conto dei feedback dei lavoratori e delle evoluzioni normative e sociali.