giovedì, Marzo 28, 2024
Criminal & Compliance

Cass. Pen., Sez. III, 4 febbraio 2021, n. 4427 sulla pericolosità sociale dell’imputato ai fini del riconoscimento della recidiva

La massima

Appare logico presumere, ai fini del riconoscimento della recidiva, la pericolosità sociale dell’imputato se quest’ultimo è disoccupato e vive con i proventi dell’attività illecita.” (Cass. pen., sez. III, 04.02.21, n. 4427).

Il caso

La pronuncia origina dal ricorso per cassazione, presentato dal difensore dell’imputato, contro la sentenza della Corte d’Appello di Torino la quale aveva parzialmente modificato la decisione del Tribunale del medesimo capoluogo, in sede di giudizio abbreviato, che aveva condannato l’imputato alla pena di mesi 6 di reclusione e al pagamento di euro 1.200 di multa.

Il gravame si fondava sull’inosservanza dell’art. 99, c. 4, c.p. ed il vizio della motivazione sul rigetto del motivo di appello con cui si chiedeva l’esclusione della recidiva. La Corte di appello avrebbe ritenuto sussistente l’accresciuta pericolosità sociale solo in base alle precedenti condanne e non avrebbe motivato sui presupposti per la sussistenza della recidiva.

 La motivazione

I giudici di legittimità, in una breve motivazione, si soffermano sulla doglianza formulata nel ricorso con riferimento alla recidiva.

In particolare dalla motivazione si evince che la Corte territoriale ha ritenuto sussistente la recidiva non in base alla mera analisi dei precedenti penali ma effettuando la valutazione sulla relazione qualificata tra il reato contestato ed i precedenti penali. La reiterazione del reato oggetto della condanna sarebbe espressione dell’accresciuta pericolosità sociale poiché l’attività illecita non è occasionale, in relazione alle condizioni di vita disagiate; l’imputato infatti è disoccupato e senza fissa dimora, sicché vive dei proventi dell’attività di cessione.

Inoltre, tale aspetto è stato valutato sotto il profilo soggettivo perché la commissione di altro reato, sempre per violazione del T.U. Stupefacenti, nonostante le precedenti condanne, è la dimostrazione di una negativa personalità.

La Corte di Cassazione ha dunque ritenuto corretta l’applicazione della recidiva operata dal giudice di prime cure ed insussistente è il vizio della motivazione dedotto.

Francesco Martin

Dopo il diploma presso il liceo classico Cavanis di Venezia ha conseguito la laurea in Giurisprudenza (Laurea Magistrale a Ciclo Unico), presso l’Università degli Studi di Verona nell’anno accademico 2016-2017, con una tesi dal titolo “Profili attuali del contrasto al fenomeno della corruzione e responsabilità degli enti” (Relatore Chia.mo Prof. Avv. Lorenzo Picotti), riguardante la tematica della corruzione e il caso del Mose di Venezia. Durante l’ultimo anno universitario ha effettuato uno stage di 180 ore presso l’Ufficio Antimafia della Prefettura UTG di Venezia (Dirigente affidatario Dott. N. Manno), partecipando altresì a svariate conferenze, seminari e incontri di studi in materia giuridica. Dal 30 ottobre 2017 ha svolto la pratica forense presso lo Studio dell’Avv. Antonio Franchini, del Foro di Venezia. Da gennaio a luglio 2020 ha ricoperto il ruolo di assistente volontario presso il Tribunale di Sorveglianza di Venezia (coordinatore Dott. F. Fiorentin) dove approfondisce le tematiche legate all'esecuzione della pena e alla vita dei detenuti e internati all'interno degli istituti penitenziari. Nella sessione 2019-2020 ha conseguito l’abilitazione alla professione forense presso la Corte d’Appello di Venezia e dal 9 novembre 2020 è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Venezia. Da gennaio a settembre 2021 ha svolto la professione di avvocato presso lo Studio BM&A - sede di Treviso e da settembre 2021 è associate dell'area penale presso MDA Studio Legale e Tributario - sede di Venezia. Da gennaio 2022 è Cultore di materia di diritto penale 1 e 2 presso l'Università degli Studi di Udine (Prof. Avv. Enrico Amati). Nel luglio 2022 è risultato vincitore della borsa di ricerca senior (IUS/16 Diritto processuale penale), presso l'Università degli Studi di Udine, nell'ambito del progetto UNI4JUSTICE. Nel dicembre 2023 ha frequentato il corso "Sostenibilità e modelli 231. Il ruolo dell'organismo di vigilanza" - SDA Bocconi. È socio della Camera Penale Veneziana “Antonio Pognici”, e socio A.I.G.A. - sede di Venezia.

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