giovedì, Aprile 25, 2024
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Corruzione nel settore pubblico: strumenti preventivi “di diritto amministrativo” attraverso prospettive comparatisiche Italia – Francia

La corruzione nel settore pubblico in Italia è un fenomeno ormai “sistemico”, intendendosi per tale un comportamento illecito reiterato nel tempo che consiste propriamente nel “ fatto di sollecitare, offrire, dare o accettare, direttamente o indirettamente, una provvigione illecita o altro indebito vantaggio, ovvero promettere tale indebito vantaggio, in modo tale da pregiudicare il normale esercizio di una funzione o il comportamento regolamentare di colui che beneficia della provvigione illecita o dell’indebito vantaggio o della promessa di tale vantaggio indebito” così come chiarito nella Civil Law Convention on Corruption stipulata a Strasburgo il 4 novembre 1999. Questa, tra le tante definizioni del termine è quella che più si avvicina alla visione amministrativista del problema di cui qui si intende discorrere in una prospettiva di prevenzione comparatistica Italia- Francia. Il fenomeno della corruzione nel settore pubblico ha visto dagli anni in cui ha iniziato a scuotere le coscienze italiane, si parla della vicenda “Tangentopoli”, ai fatti più recenti, delle modificazioni sostanziali: ci sono ad esempio casi ove la tangente viene pagata a rate e in tempi diversi dall’imprenditore a centri di potere politico riconducibili a partiti diversi, casi in cui fra questi si frappone un intermediario, casi ove il rapporto tra corrotto e corruttore è occultato in maniera tale da essere molto difficile scoprire la tangente.

  • Ebbene, si comprende come risulta essere necessario individuare degli strumenti preventivi in grado di inibire l’insorgere delle condizioni criminologiche dei fatti di corruzione sistemica che il solo strumento penale (più tipicamente repressivo) non potrebbe arginare. Si fa perciò riferimento a strumenti preventivi “di diritto amministrativo”.

Tra gli strumenti preventivi italiani ha acquisito rilevanza il “Piano Nazionale Anticorruzione” redatto dal dipartimento della Funzione Pubblica, approvato dall’ANAC nel 2013 e modificato nel 2015, per indirizzare le amministrazioni pubbliche nella predisposizione di “Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione” (P.T.P.C.).  Tale Piano Nazionale è stato redatto sulla scorta di quanto prescritto dalla legge 190/2012 che, tra l’altro, all’articolo 1 comma 7 prevede la nomina di un Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Il piano prevede successivamente che la persona nominata, individuata tra i dirigenti di ruolo in servizio, deve essere comunicata all’ANAC attraverso un modulo disponibile sul sito dell’Autorità stessa.

Con  D.P.R. 62/2013  è stato emanato il codice di comportamento dei pubblici dipendenti che definisce i “doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare”. Tale regolamento costituisce la base indefettibile di ciascun codice di comportamento che le varie amministrazioni hanno dovuto adottare. L’adozione di tale “codice generale” (così definito dal decreto che lo ha istituito) si basa sul rispetto del precetto costituzionale che all’articolo 54 prescrive: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” Rilevante è l’articolo 8 del D.P.R. del 2013 che predispone oltre all’obbligo di collaborazione col Responsabile della prevenzione della corruzione e il dovere del rispetto del P.T.P.C. dell’organo cui appartiene anche l’obbligo di segnalare al proprio superiore gerarchico situazioni di illecito nell’amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.

Infatti l’introduzione della figura del whistleblower è volta ad avvalersi della collaborazione di coloro che ravvisando dei comportamenti illeciti nei luoghi in cui lavorano sono tenuti a denunciarli. La normativa costituita ad hoc per tutelare i “segnalatori” prevede il divieto di divulgazione del nome di colui che segnala fenomeni corruttivi, ma si avverte che non saranno accettate segnalazioni anonime.

Strumenti preventivi della corruzione nel settore pubblico risultano inoltre essere una corretta applicazione di principi cardini, primo fra tutti quello della trasparenza. Già nell’idea di Giannini un’amministrazione trasparente equiparabili ad una casa di vetro non può essere un’amministrazione corrotta. A cui seguono la semplificazione e l’efficienza.

Le statistiche di Transparency International 2016 posizionano l’Italia per livello di corruzione percepita al 60° posto nel mondo su 176 che quindi vede un miglioramento rispetto allo scorso anno (dovuto forse ai più recenti investimenti esteri in Italia). Nonostante ciò la ricerca vede l’Italia quale fanalino di coda rispetto all’Europa, seguita solo da Grecia e Bulgaria. Migliore risulta invece essere la classifica per la Francia che si posiziona al 23esimo posto.

  • Tra gli strumenti repressivi della corruzione nel settore pubblico in Francia si rinvengono: l‘Agence française anticorruption che dopo la loi 2016- 1691 ha sostituito il Servizio centrale per la prevenzione della corruzione. La suddetta legge, anche detta Sapin II dal nome del Ministro che l’ha presentata, va a modificare la legge Sapin I del 1993 sulla prevenzione della corruzione, trasparenza della vita economica e delle procedure pubbliche. La legge disciplina in maniera rigorosa ed estremamente analitica il settore degli affari pubblici vietando i facilitacion payments e la corruzione privata, la nuova legge vieta anche il traffico illecito di influenze internazionali.

Novità rilevante della legge Sapin II è l’istituzione dei compliance programs (intendendosi per tali dei modelli organizzativi) che dovrà contenere un codice di condotta e dei corsi di formazione. L’assistenza alla loro compilazione sarà fornita dall’Agenzia anti corruzione francese che sanzionerà anche quelli considerati insufficienti.

Anche in Francia come in Italia un ruolo significativo è assegnato ai whistleblowers a cui è demandata la stessa attività di sostegno nelle attività investigative previsa in Italia. Si prevede poi l’emanazione di una legge apposita per tutelare tali informatori, così come già avvenuto nel nostro Paese.

La Francia è inoltre da molto tempo attenta a forme di pubblicità digitale efficaci ha per questo previsto attraverso il decreto 159 del 2017 degli strumenti pubblicitari della amministrazioni “in tempi reali, attraverso l’ottimizzazione della performance dei messaggi al pubblico”. Per gli strumenti informatici si segnala l’equivalente italiano dei FOIA.

Da tale breve analisi comparatistica su alcuni strumenti preventivi  della corruzione nel settore pubblico di “diritto amministrativo” più rilevanti  risulta, a parere di chi scrive e secondo un quadro generale delle prospettive poste in rilievo, che la normativa italiana si mostra sempre più completa ed attenta all’evolversi del fenomeno, sicuramente grazie al grande lavoro svolto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione. D’altro canto la normativa francese non è da meno, anzi a differenza dell’Itala si evidenzia una disciplina rigorosa più antica (si segnala, però, che sembrano esserci forti riferimenti riguardo alla nuova istituzione del’Agence française anticorruption ai poteri italiani dell’ANAC).

Dunque riferendosi ai dati risultanti dallo studio di Transparency International 2016 viene in rilievo il costante miglioramento della normativa italiana, novità importante in quanto “una buona legge ha il potere di cambiare la cultura e la società di un paese” come affermato da Norberto Bobbio.

 

Rossella Santonicola

Rossella Santonicola, nasce a Napoli nel 1994, é studentessa di giurisprudenza dell'ateneo federiciano attualmente iscritta al suo ultimo anno. Conseguita la maturità classica, ad indirizzo linguistico a Nocera inferiore (provincia di Salerno), città dove vive fin dalla nascita, segue poi la sua passione per lo studio del diritto. L'ammirazione per il diritto e per le lingue e culture europee la portano a studiare per un semestre diritto e Amministrazione delle Imprese all'Università cattolica di Pamplona (Spagna), grazie alla vincita di una borsa del progetto europeo ‘Erasmus’. Questa esperienza le apre nuovi orizzonti fino a farle sviluppare propensione per le materie che riguardano la Pubblica Amministrazione e la comparazione tra ordinamenti giuridici, che la conduce ad uno studio critico e ragionato del diritto. A conclusione del suo percorso universitario è attualmente impegnata a scrivere la tesi in diritto amministrativo comparato dal titolo "La prevenzione e il contrasto della corruzione. Prospettive di diritto comparato tra Italia e Francia". Da sempre amante della lettura, nel tempo libero si dedica a classici e romanzi. Ama viaggiare, scoprire posti nuovi, conoscere nuove culture e relazionarsi con persone sempre diverse. email: rossella.santonicola@iusinitinere.it

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