Delinquente: abitualità, professionalità e tendenza nel reato
Nel sistema penale è frequente parlare di delinquente, ma cosa s’intende esattamente con tale termine?
Delinquente è un soggetto che pone in essere atti anti sociali, tali da configurare come reato secondo la legge penale. Non è da ritenersi delinquente un qualsiasi reo, ma soltanto il reo che commette un delitto contro la persona, contro la proprietà pubblica o privata, contro il buon costume. Inoltre sono esclusi coloro che commettono reati di lieve entità oppure dipendenti dall’eccezionalità del momento, essendo riservata tale qualificazione soltanto ai soggetti che si macchino di reati ritenuti da sempre, indipendentemente dal momento storico, fatti anti-sociali. [1]
Il codice penale individua tre differenti tipologie di delinquenti pericolosi, in particolare si può considerare: il delinquente abituale, il delinquente professionale e il delinquente per tendenza.
Il delinquente abituale è classificato come colui che realizza ripetutamente nel tempo un’attività criminosa, che dimostra una notevole attitudine al reato, che attenua i freni inibitori rendendo più facile la commissione di delitti. L’art. 102 del codice penale prevede una presunzione assoluta di pericolosità, ma che secondo un’interpretazione diffusa, in particolare con la legge 663/1986, si è avuto modo di trasformare tale presunzione da assoluta a relativa. Ciò comporta che il giudice deve verificare se il soggetto nel caso concreto sia socialmente pericoloso o no. L’art. 102 c.p. prevede l’abitualità presunta, che si ha quando il reo riporti:
- una condanna alla reclusione, in misura superiore complessivamente a 5 anni per 3 delitti non colposi, della stessa indole, commessi non contestualmente entro 10 anni;
- un’altra condanna per un delitto non colposo, della stessa indole e commesso entro 10 anni successivi all’ultimo dei delitti precedenti.
L’art. 103 cp regola, invece, l’abitualità nel delitto che sussiste quando:
- il reo è stato condannato per 2 delitti non colposi;
- riporta un’altra condanna per delitto non colposo;
- il giudice, tenuto conto della specie e gravità dei reati, del tempo entro il quale sono stati commessi, della condotta e del genere di vita del reo e delle altre circostanze indicate dall’art. 133 c.p., ritiene che il colpevole è “dedito al delitto”.
L’art. 104 disciplina l’abitualità nelle contravvenzioni e ricorre quando:
- il reo è stato condannato all’arresto per 3 contravvenzioni della stessa indole;
- riporta un’altra condanna per una contravvenzione della stessa indole;
- il giudice, tenuto conto della specie e della gravità dei reati, del tempo entro il quale sono stati commessi, della condotta e del genere di vita del colpevole.
Per delinquente professionale si considera un tipo particolare di delinquente abituale, portatore di una più deplorevole forma di abitualità criminosa. Non è necessario per la configurazione della professionalità che il reo sia stato già dichiarato delinquente abituale, ma è necessario che i rati realizzati dal reo gli forniscano una fonte stabile di mantenimento. Tale situazione si configura per chi vive sfruttando la prostituzione, o di truffe, ricettazioni e altri reati contro il patrimonio. Dunque il delinquente professionale trae da vivere dai frutti dei delitti.
Il delinquente per tendenza è un soggetto capace di intendere e di volere, che manifesta mancanza di senso morale e che presenta forti spinte ai delitti di sangue. La tendenza scaturisce generalmente dalla costituzione di un soggetto, dal suo modo di essere o dall’ambiente in cui è vissuto.
Il delinquente è una persona imputabile e al tempo stesso pericoloso per il quale si applicano misure di sicurezza in aggiunta alla pena. [2]
Le misure di sicurezza sono delle misure speciali, che si applicano ai soggetti considerati socialmente pericolosi e possono affiancare o sostituire la pena principale. La durata dell’applicazione di tali misure è fissata dalla Legge nel minimo, ma resta indeterminata nel massimo poiché è impossibile determinare in anticipo la cessazione della pericolosità del soggetto. Tali misure non possono essere revocate se le persone ad esse sottoposte non hanno cessato di essere socialmente pericolose. Se la pericolosità persiste, la misura viene rinnovata in caso contrario, la misura può essere revocata dal Tribunale di Sorveglianza competente anche prima della scadenza. [3]
Per quanto riguarda gli effetti della dichiarazione di abitualità, professionalità o tendenza del delinquente ci sono numerose conseguenze pregiudizievoli:
–aumenti di pena che dipendono dalla recidiva e dall’elevato grado di capacità a delinquere;
– applicazioni di misure di sicurezza così come analizzato;
Sono previsti altresì, effetti secondari come l’interdizione dai pubblici uffici, divieto di sospensione condizionale della pena, esclusione della prescrizione della pena per i delitti e altre fattispecie espressamente previste dalla legge.
FONTI :
[1] www.wikipedia.org
[2] GAROFOLI R.; I tipi legali di delinquenti, diritto penale, V edizione 2017-2018
[3] www.studiocataldi.it , Misure di sicurezza
Mariaelena D’Esposito è nata a Vico Equense nel 1993 e vive in penisola sorrentina. Laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli, in penale dell’economia: “bancarotta semplice societaria.”
Ha iniziato il tirocinio forense presso uno studio legale di Sorrento e spera di continuare in modo brillante la sua formazione.
Collabora con ius in itinere, in particolare per l’area penalistica.