giovedì, Marzo 28, 2024
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Diamo una rotta al futuro: il turismo sostenibile

Viviamo in una società di consumatori in cui, la società stessa promuove ed incoraggia la scelta di uno stile di vita improntato al consumismo. Il turismo rappresenta un settore a crescita continua, nonostante la crisi economica, dato che costituisce la terza voce di spesa dei bilanci familiari ed incide per oltre il 10% sul PIL mondiale.

In questo scenario, le risorse naturali ed ambientali vengono aggredite dallo sfruttamento turistico. L’insostenibilità di queste strategie orientate al turismo cosiddetto di “massa”, che non tiene conto delle specificità dei territori e non favorisce lo sviluppo economico, sociale ed ambientale dei paesi più poveri, emerge dalle conseguenze ambientali negative  che questo sistema porta dietro di sé.

Parallelamente una parte della società si è orientata verso modelli di consumo in cui i servizi turistici sono offerti e fruiti coerentemente con i principi della sostenibilità ambientale e sociale,  capaci di assicurare un efficiente uso e una migliore allocazione delle risorse.

Un forte stimolo alle tematiche in questione è stato dato da interventi legislativi internazionali e nazionali, atti a promuovere approcci sostenibili del turismo, sia sotto il profilo ambientale ma anche e soprattutto, sotto quello economico. I Governi in primis, e tutti gli operatori del turismo sono chiamati a promuovere e a porre in essere strategie capaci di salvaguardare gli interessi dei vari stakeholders. La sostenibilità è incompatibile non solo con il degrado delle risorse naturali, ma anche con la violazione della libertà umana, con la povertà e il declino economico. Pertanto è necessario ricercare sempre un punto di sintesi tra le varie dimensioni che potrebbero apparire in contrapposizione. Il concetto di turismo sostenibile, qualificabile anche come turismo responsabile, si inserisce in questo quadro quale risultato di una negoziazione (cooperazione e scambio reciproco di risorse).

Il concetto di turismo sostenibile, nasce già negli anni ottanta, e la prima definizione è dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) nel 1988: “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Il turismo sostenibile è “lo sviluppo turistico sostenibile che soddisfa le esigenze attuali dei turisti e delle regioni di accoglienza, tutelando nel contempo e migliorando le prospettive per il futuro. Esso deve integrare la gestione di tutte le risorse in modo tale che le esigenze economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte, mantenendo allo stesso tempo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica e i sistemi viventi. I prodotti turistici sono quelli che agiscono in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali” (World Tourism Organization, WTO).

Con il termine turismo sostenibile si intende, quindi, mitigare gli impatti dei flussi turistici su:

  • Ambiente naturale;
  • Economia locale;
  • Dimensione sociale e culturale della comunità ospitante.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2017 Anno internazionale del turismo sostenibile per  lo sviluppo: “Un’occasione per sensibilizzare il maggior numero di persone a diffondere consapevolezza del grande patrimonio delle varie culture e nel portare al riguardo un miglior apprezzamento di valori intrinseci delle diverse culture, contribuendo così al rafforzamento della pace nel mondo”

Per quanto riguarda il nostro Paese, con il Piano Strategico del Turismo (PST), il Governo italiano  ridisegna la programmazione in materia di economia del turismo rimettendola al centro delle politiche nazionali e dando operatività all’indirizzo strategico volto a creare una visione omogenea in tema di turismo e cultura. Il PST serve a dotare il Paese di una cornice unitaria nell’ambito della quale tutti gli operatori del turismo si possano muovere in modo coerente e coordinato, migliorando le policy sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta. Il documento ha un orizzonte temporale di sei anni (2017-2022) ed identifica quattro grandi obiettivi:

  • Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale
  • Accrescere la competitività del sistema turistico
  • Sviluppare un marketing efficace e innovativo
  • Realizzare una governance efficiente e partecipata nel processo di elaborazione e definizione del Piano.

Il PST individua tre principi strategici che agiscono in modo trasversale su tutti gli obiettivi e gli interventi del PST: sostenibilità, innovazione e accessibilità, intesa come permeabilità fisica e culturale. Questi aspetti vengono integrati con la necessità di un utilizzo sostenibile e durevole del patrimonio ambientale e culturale.

Il contributo totale dell’intero comparto turistico all’economia italiana, nel 2015, è stato di 171 miliardi di euro, pari all’11,8% del PIL e del 12,8% l’impatto sull’occupazione. Il nostro Paese vuole riaffermare la sua leadership nel mercato turistico, rilanciando la bellezza del suo patrimonio e dei suoi territori quale fattore unico e distintivo di competitività e attrazione.

Amalia Scaperrotta

Nasce ad Ariano Irpino (AV) il 14/12/1993. Consegue la maturità scientifica ed é attualmente iscritta al quinto anno di Giurisprudenza presso l'Università degli studi del Sannio. Prossima alla laurea intende sviluppare una tesi in Negoziazione e Sviluppo Sostenibile. Da sempre sensibile ai problemi ambientali e ai temi sociali, è un energy broker presso un'azienda che si occupa di energie rinnovabili impegnata anche nel sociale. Ha partecipato al Concorso indetto dalla Fondazione Italiana Accenture, sullo Sviluppo Sostenibile, "Youth in Action for Sustainable Development Goals", in cui è arrivata in finale. È socia di Elsa ( The European Law Student's Assocation ). Nelle sue esperienze universitarie ha partecipato ad un progetto di ricerca, nell'ambito del Diritto Commerciale dal titolo "La liceità del marchio".

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