Dieta vegana : la scuola può negarla nell’interesse della collettività
In un periodo storico-sociale in cui vi è spazio per qualsiasi tipo di necessità, bisogno e preferenza culinaria, il giudice amministrativo si è trovato a ragionare intorno una questione, a prima lettura, superflua, ma che, sostanzialmente indica un’ inversione di marcia della nostra società: dieta vegana a scuola.
Il T.A.R. di Bolzano, difatti, si è dovuto occupare di un ricorso, proposto dai genitori di un Asilo statale, riguardo la possibilità di servire cibi vegani. Con la sua pronuncia[1], il T.A.R. ha respinto il ricorso ed ha statuito un nuovo cursus da seguire in questi casi. Tramite tale statuizione, infatti, i giudici amministrativi sanciscono « il principio in ordine ai limiti entro cui un’amministrazione comunale possa negare ad un iscritto ad un istituto statale la possibilità di un pasto vegano.[2]»
Per ben capire il sentiero sul quale ha camminato il ragionamento del T.A.R. è doveroso analizzare il punto di partenza : la discrezionalità dell’azione amministrativa. Tema principe, infatti, è proprio quello che ricomprende l’autonomia decisionale della pubblica amministrazione. Al vaglio della corte difatti è arrivata la legittimità dell’operato della p.a. scaturente del fatto è stata un’istanza, presentata da genitori di un minore, con la quale si richiedeva l’erogazione di un nuovo menù personalizzato con alimenti appartenenti alla dieta vegana. La pubblica amministrazione ha prontamente respinto l’istanza, costringendo i genitori ad adire al giudice amministrativo.
Il diniego dell’amministrazione, però, è stato fondato sulla mancanza di «comprovate ragioni mediche» , non riscontrate neanche in sede di riesame da parte del Giudice amministrativo. Tale inciso, però, apre un varco di riflessione in cui è ben pensabile che, qualora tali ragioni mediche fossero state indicate, l’ erogazione di pasti vegani sarebbe potuta essere accettata in quanto appendice del diritto alla salute[3]. La pronuncia del T.A.R. mette in luce anche un altro aspetto: la ragionevolezza dell’attività amministrativa. Quest’ultima si riferisce alla procedura attuata dal Comune. Difatti, così come si legge dall’istanza presentata, il Comune già offriva quattro ipotesi di menù personalizzati inerenti a necessità e bisogni specifici, ergo l’operato dell’amministrazione si era già mosso in una direzione onnicomprensiva.
La centralità dell’azione amministrativa sta, in questo caso, nel contemperare le esigenze del singolo con quelle della collettività, ed i bisogni del cittadino con i servizi erogati dall’ente territoriale di riferimento. Il Giudice Amministrativo esplicita a chiare lettere che il Comune ammettendo tale richiesta avrebbe creato una preferenza verso il singolo ma lesiva dei bisogni collettivi. La richiesta avanzata, senza taluna esigenza medica, si può riallacciare ad una corrente di pensiero che rivede in semplici preferenze non necessarie una pretesa legittima; quest’ultima è inesistente.
I servizi erogati dalle mense delle scuole statali devono rispondere ad esigenze collettive in primis, a bisogni medici singoli in secundis. Ciò che è importante sottolineare è che la pretenziosità di un menù personalizzato può sopravvivere solo se basata su esigenze mediche. Accettare qualsiasi richiesta senza uno screening significa non saper bilanciare interessi collettivi e dei singoli, né generare un’erogazione utile e legittima dei servizi.
[1] Sentenza 31 gennaio 2018 n. 35, Tribunale Amministrativo Regionale di Bolzano.
[2] Nelle conclusioni della sentenza in questione vengono specificate i criteri da utilizzare.
[3] Art. 32 Costituzione italiana « …la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…»
Mirella Astarita nasce a Nocera Inferiore nel 1993. Dopo la maturità classica prosegue i suoi studi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Federiciano.
Amante fin da piccola della letteratura e dei mondi a cui dà accesso, crescendo impara a guardare e raccontare con occhio critico ciò che la circonda. Le piace viaggiare, conoscere posti nuovi, sentire le loro storie ed immaginare come possa essere vivere lì. Di indole curiosa lascia poche cose al caso.
La sua passione verso il diritto amministrativo nasce seguendo i primi corsi di questa materia. Attenta all’incidenza che ha questa sfera del diritto nei rapporti giuridici, le piace sviscerare fino in fondo i suoi problemi ed i punti di forza.
Attualmente è impegnata nella stesura di una tesi di diritto amministrativo comparato, riguardante i sistemi di sicurezza.