venerdì, Marzo 29, 2024
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Financing the Circular Economy – La finanza a sostegno dell’economia circolare

  • Secondo la definizione data dalla Fondazione Ellen MacArthur, per economia circolare si intende “un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, ove i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.[1]

Tale modello si pone in contrapposizione con la c.d. economia lineare, ossia sulla classica economia di mercato, basata sul paradigma “take – make – dispose”, in cui il prodotto viene utilizzato e portato allo smaltimento, senza possibilità di riuso.

A differenza di quella lineare, l’economia circolare tende a mantenere i prodotti, i componenti e i materiali al loro più alto contenuto di valore in ogni stadio del loro ciclo di vita. In questo modello anche il prodotto ormai pronto allo smaltimento può diventare una risorsa, portando così a dei sensibili risultati positivi sia per l’ambiente che per l’economia.

Ovviamente la transizione verso un modello di economia circolare comporta dei costi notevoli. Basti pensare agli ingenti investimenti necessari per le attività ricerca e sviluppo, nonché i finanziamenti alle imprese per l’implementazione di nuovi cicli organizzativi e produttivi.

Tale transizione richiede la partecipazione e il commitment di soggetti di diversa natura, a partire dalle istituzioni politiche e finanziarie.

Nel dicembre 2015 la Commissione Europea ha adottato un Piano d’azione a sostegno dell’economia circolare[2], volto a “garantire l’esistenza di un quadro normativo adeguato per lo sviluppo dell’economia circolare nel mercato unico, nel dare segnali chiari agli operatori economici e alla società in generale sulla via da seguire per quanto concerne gli obiettivi a lungo termine in materia di rifiuti, nonché nel predisporre una vasta serie di azioni concrete e ambiziose da attuare entro il 2020”.

In tale contesto la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha sin da subito svolto un ruolo fondamentale, diventando leader nel financing degli investimenti nell’economia circolare.

Negli ultimi anni, infatti, la BEI ha messo a disposizione circa 2,2 miliardi di euro di cofinanziamento per progetti circolari[3], con un impatto positivo su crescita economica sostenibile, competitività e occupazione.

Ciò è stato possibile mediante la predisposizione di un piano di lending e garanzie per le imprese volto a supportare progetti in ambito di sviluppo sostenibile, purché questi soddisfino i requisiti minimi dimensionali e siano economicamente redditizi e bancabili, con rendimenti commisurati ai rischi assunti dalla stessa Banca[4].

Inoltre, tramite il programma InnovFin – EU Finance for Innovators, la stessa BEI ha predisposto un pacchetto di strumenti finanziari e servizi di consulenza che permetterà di mobilitare numerosi investimenti in attività di ricerca e innovazione, con un soluzioni dedicate ad imprese ed altre entità di tutte le dimensioni[5].

Più in generale, la transizione verso un efficiente modello di economia circolare viene supportata a livello finanziario direttamente dalla Commissione Europea mediante l’utilizzo dei Fondi strutturali e d’investimento europei (EFSI), disponibili per un totale di circa 5,5 miliardi di Euro dedicati in via esclusiva alla gestione dei rifiuti. A questi, si aggiungono altri 650 milioni di Euro di finanziamenti rientranti nella strategia Horizon 2020[6], per interventi mirati in settori quali la plastica, i rifiuti alimentari, l’edilizia, le materie prime essenziali, i rifiuti industriali e minerari, i consumi e gli appalti pubblici

A supporto di tali iniziative, inoltre, nel mese di marzo 2018 la stessa Commissione Europea ha lanciato una “Call for Application” per la creazione di un gruppo di esperti tecnici in materia di finanza sostenibile[7],[8], volta a supportare la stessa Commissione nell’individuazione della tassonomia europea della mitigazione dei cambiamenti climatici, nonché nella predisposizione di un nuovo standard per i Green Bond.

A livello nazionale, a partire dal 2016, il Ministero dell’Ambiente ha istituito il Dialogo Nazionale sulla Finanza Sostenibile: un tavolo tecnico, realizzato di concerto l’UNEP (United Nation Environment Programme) il cui scopo consisteva nella redazione di un report sullo stato dell’arte e sulle possibili iniziative a sostegno della finanza verde.

Tale iniziativa ha beneficiato della partecipazione di alcuni tra i principali attori del sistema finanziario italiano, comprese banche, intermediari finanziari, associazioni di categoria e autorità di vigilanza.

Il report[9], pubblicato nel dicembre 2016, ha individuato diverse aree di miglioramento, focalizzate principalmente sulla innovazione finanziaria e sull’infrastruttura dei mercati.

Fondamentale è lo stimolo alle PMI attive nella green economy, mediante la creazione di meccanismi volti ad integrare le tradizionali forme di lending bancario con strumenti finanziari maggiormente sofisticati in grado di permettere un approccio di lungo periodo.

Su questo ultimo aspetto, negli ultimi anni sono stati fatti degli importanti passi in avanti, soprattutto grazie alla strategia di sviluppo di Borsa Italiana, che si è concentrata sulla creazione di nuovi strumenti volti a rimuovere le barriere d’accesso ai mercati finanziari da parte delle PMI. Tra queste iniziative ricordiamo, ad esempio, il segmento STAR, dedicato alle Mid Cap con particolari requisiti di eccellenza in tema di corporate governance, trasparenza comunicativa e alta liquidità.

Ancora, fondamentale è stata l’istituzione del segmento ExtraMot Pro, che offre alle PMI (soprattutto private, non quotate) la possibilità di listare le proprie obbligazioni (anche convertibili) e commercial papers, in un modo economicamente vantaggioso, approfittando anche dei benefici fiscali derivanti dal quadro normativo (su tutti, il c.d. Decreto Sviluppo – Decreto legge n. 83/2012).

I risultati di questi impegni sono senza dubbio incoraggianti. In particolar modo per l’Italia, dove, con un tessuto industriale composto principalmente da PMI, è stato rilevato[10] come il 67% di queste ha implementato misure per la promozione dell’economia circolare e la transizione verso modelli di produzione sostenibile.

La strada da fare è sicuramente tanta. Soprattutto a livello comunitario, dove i fondi messi a disposizione, seppur ingenti, presentano delle cifre ancora lontane dai 320 miliardi di Euro stimati nello studio “Achieving Growth Whitin[11] condotto dalla Ellen MacArthur Foundation sul tema della transizione al modello di economia circolare, che dovrebbero essere stanziati entro il 2025 per ottenere dei significativi risultati in tema di miglioramento dell’ambiente e della sostenibilità dell’economia.

In ogni caso, è innegabile constatare che l’attenzione degli operatori economici verso i temi di finanza sostenibile, ed in particolar modo sulle iniziative a sostegno dell’economia circolare, sia cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni. Il percorso verso una completa transizione ad un nuovo modello è ancora lungo, ma la strada è ormai avviata.

 

[1]Ellen MacArthur Foundation, What is Circular Economy? ().

[2]Comunicazione della Commissione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. L’anello mancante Piano d’azione dell’Unione Europea per l’economia circolare (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52015DC0614&from=EN).

[3]European Investment Bank, The EIB in the Circular Economy (http://www.eib.org/projects/initiatives/circular-economy/index).

[4]European Investment Bank, Access-to-finance conditions for Projects supporting Circular Economy (http://www.eib.org/attachments/pj/access_to_finance_study_on_circular_economy_en.pdf).

[5]European Investment Bank, What InnovFin products are available and who can benefit from them? (http://www.eib.org/products/blending/innovfin/products/index.htm).

[6] Horizon 2020 è un programma di finanziamento creato dalla Commissione Europea per promuovere e sostenere la ricerca, con particolare focus su innovazione e crescita economica.

[7] European Circular Economy Stakeholder Platform (https://circulareconomy.europa.eu/platform/en/news-and-events/all-news/technical-expert-group-sustainable-finance-call-applications).

[8] Per maggiori approfondimenti sul tema si veda Michele Biscardi, “Finanza sostenibile”, febbraio 2018, disponibile qui: https://www.iusinitinere.it/finanza-sostenibile-sostenibilita-7967

[9] Financing the future – Report on the Italian National Dialogue on Sustainable Finance (http://finanzasostenibile.it/wp-content/uploads/2017/01/Financing_the_Future_EN.pdf).

[10]European SMEs and Ciruclar Economy (http://ec.europa.eu/environment/green-growth/docs/fl_441_sum_en.pdf).

[11] Ellen MacArthur Foundation, “Achieving Growth Whitin” ).

Francesco Cimino

Francesco Cimino, Deputy Director dell'area Banking&Finance, 28 anni, laureato in giurisprudenza nel 2015 presso l'Università degli Studi Roma Tre con tesi in Diritto Commerciale dal titolo "Compliance nelle banche e nelle società finanziarie".  Ha conseguito un International Master in Export Compliance con project work dal titolo "Corporate compliance towards sanctions era: embedding banking approach in non-financial corporations". E' accreditato come Export Compliance Officer presso European Institute for Export Compliance. Ha lavorato come junior associate presso studio legale internazionale Allen&Overy (sede di Roma) nel dipartimento di International Capital Markets, curando attività di Debt Capital Markets e Regulatory Banking&Finance. Attualmente lavora nella Direzione Finanza di una grande corporate italiana.

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