martedì, Aprile 16, 2024
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Giappone: storia di una crescita economica

Il Giappone, dal secondo dopoguerra ad oggi, ha conosciuto un periodo di notevole sviluppo economico grazie a delle proficue politiche di investimento che hanno reso il paese del Sol Levante il terzo più ricco del globo, dopo Stati Uniti e Cina. Di certo, il percorso non è stato facile il tutto reso ancora più arduo dalle difficili condizioni in cui lo Stato nipponico versava tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso.

Il Giappone, all’indomani della Grande Guerra, si trovava in una situazione di sovrappopolamento e le importazioni superavano le esportazioni rendendo difficile la ripresa economica, che doveva far fronte innanzitutto alla scarsità di aree favorevoli alla coltivazione e alla carenza di materie prime.

Per ovviare a queste condizioni di profondo disagio economico si decise di attuare delle politiche di investimento che negli ultimi 60 anni sono risultate proficue e alquanto lungimiranti, se si pensa che uno dei pilastri su cui si fonda l’economia giapponese, oggigiorno, è quella inerente alla produzione di radio, televisori e cellulari che sono venduti in tutto il mondo.

Proprio per questi motivi il Giappone è tra i maggiori protagonisti del commercio internazionale, in particolare per l’esportazione di beni ad alto valore aggiunto. Dopo il ritiro degli USA, nel 2017, il paese è stato tra i firmatari del nuovo Trattato di libero scambio transpacifico (CPTPP), mentre nel 2018 è stato firmato l’accordo di libero scambio con l’UE (JEFTA)[1].

Quest’ultimo, chiamato anche “Cars for cheese” segna quasi un punto di svolta per i rapporti economici tra le due potenze, in quanto i punti essenziali al suo interno sono la liberalizzazione del mercato automobilistico dal Giappone verso l’Europa e dall’altro quello dei prodotti agroalimentari Ue verso il Paese del Sol Levante. Il Trattato si propone anche di superare gli ostacoli normativi, le differenze delle norme e dei requisiti tecnici, delle procedure di approvazione dei prodotti e dei controlli, che rendono più complicato e costoso il commercio da e verso il Giappone[2].

Nel corso degli anni il ruolo dello Stato nel favorire la crescita dell’economia giapponese è stato alquanto decisivo soprattutto nei periodi di profonda crisi come quella del 1997, infatti proprio in quel lasso di tempo si verificò una crisi finanziaria in tutto il territorio asiatico e fu proprio il governo nipponico a stanziare un prestito 100 milioni di dollari per le nazioni più colpite da tale evenienza.

Epicentro della crisi delle “tigri asiatiche” fu la Thailandia, la cui moneta crollò in seguito ad un debito estero insostenibile innescando poi fenomeni di contagio che coinvolsero rapidamente le economie vicine: Malesia, quindi Indonesia e infine Corea del Sud. La crisi si manifestò su diversi fronti: dall’attacco speculativo sulle valute dei Paesi interessati al crollo del mercato azionario e immobiliare, con conseguenti fallimenti di imprese, banche e istituzioni finanziarie[3].

Analizzando lo sviluppo economico giapponese nei suoi punti focali è opportuno esaminare la sua evoluzione attraverso i vari settori di riferimento. Per quanto riguarda quello primario esso è caratterizzato da una cospicua coltivazione di riso, con una forte propensione a quella di frutta ed ortaggi fin qui ancora primordiale, mentre essendo la maggior parte del territorio coperto da foreste, anche l’industria del legname ha un peso alquanto rilevante su tutto l’assetto economico – finanziario.

Il settore secondario, invece, è molto stabile complice, come già accennato in precedenza, le opportune politiche di investimento su prodotti tecnologici all’avanguardia. Il Paese è al secondo posto al mondo dopo la Cina per l’industria automobilistica (i marchi più conosciuti sono Toyota, Honda, Nissan) e al primo per i prodotti dell’elettronica di consumo (Sony, Panasonic, Canon sono sono alcuni tra i marchi più famosi). Il Giappone è poi in una situazione di quasi monopolio a livello mondiale per la produzione di motociclette, stampanti e soprattutto console per videogiochi[4].

Il settore terziario migliora di anno in anno, la Borsa di Tokyo è una delle più attive al mondo ed il sistema finanziario interno conta sulla stabilità di ben cinque delle prime dieci banche commerciali mondiali.

Per quanto riguarda lo scenario internazionale il Giappone, nel corso del tempo, ha acquisito sempre più rilievo impegnandosi anche per la risoluzione di diverse crisi, infatti nel settembre 2001, si schierò con la coalizione guidata dagli Stati Uniti a sostegno dell’intervento armato contro l’Afghanistan; nella guerra contro l’Iraq fu inviato (2004-06) un contingente con scopi di peace-keeping. Dagli anni 1990 il Giappone ha intensificato i rapporti con i paesi dell’area asiatica e in particolare con la Cina e la Corea del Sud, con le quali sono stati firmati trattati economici e commerciali. Sono migliorati anche i rapporti con la Russia, e nel 1998 fu stipulato un accordo per incrementare la cooperazione economica e giungere a una soluzione della controversia riguardante alcune isole al confine tra i due Stati[5].

Il Giappone, ha basato la propria politica economica su una forte emissione di carta moneta, avendo molta attenzione su dove destinare queste ingenti somme di denaro, si è puntato molto sul rialzo delle infrastrutture interne e nella spesa pubblica produttiva affinchè anche la domanda interna potesse essere sempre in crescita con un conseguente aumento del PIL, dei consumi interni e dell’occupazione, con un’inflazione al di sotto del 2%[6].

Proprio in merito a quest’ultimo dato, il Governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda ha continuato a perseguire una politica monetaria aggressiva allo scopo di uscire stabilmente dalla deflazione[7], mentre ad ottobre di quest’anno è previsto un nuovo aumento dell’IVA.

 

[1] ‘’Giappone’’ di DeA Wing – De Agostini Geografia

Disponibile qui: http://www.deagostinigeografia.it/wing/schedapaese.jsp?idpaese=071

[2] ‘’Cos’è il Jefta, l’accordo commerciale tra Giappone e Unione Europea’’ di Antonella De Santis, 19 luglio 2018.

Disponibile qui:

[3] ‘’ Li ricordate? I sei grandi ‘’cigni neri’’ degli ultimi vent’anni’’ di Enrico Marro, 21 ottobre 2016.

Disponibile qui: https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-10-20/luglio-1997-crisi-finanziaria-asiatica-181131.shtml?uuid=ADACdRgB

[4] ‘’L’economia del Giappone’’ di M.M. da Forex Trading Pratico, del 07/03/2016.

Disponibile qui:

[5] ‘’Giappone’’ di Treccani.it – Enciclopedia on line.

Disponibile qui: http://www.treccani.it/enciclopedia/giappone/

[6] ‘’Inflazione attuale in Giappone’’ – inflazione cpi’’ di Inflation.eu – Worldwide inflation data.

Disponibile qui:

[7] ‘’Giappone, migliora economia ma aumentano rischi esterni’’ di Trendonline.com, 27 gennaio 2019.

Disponibile qui:

Fonte immagine: https://www.sguardidalmondo.com/cosa-vedere-a-tokyo/

Mario Nocera

Mario Nocera, nato a Napoli il 04/01/1992 Direttore Area: Politica Economica Responsabile sviluppo business Laurea Magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni presso: l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Tesi di Laurea in: Teoria dell Sviluppo umano. Titolo Tesi: ''Le diseguaglianze in Italia : il divario tra Nord e Sud'' Interessi: economia, finanza, politica, attualità e sociologia. Contatti: mario.nocera@iusinitinere.it

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