venerdì, Aprile 19, 2024
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Il Consiglio di Stato da il via libera per consumare a scuola il pasto domestico

Lo scorso 3 settembre, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello proposto dal Comune di Benevento[1], confermando la pronuncia del TAR Campania[2] in ordine all’illegittimità del regolamento adottato dal Comune in ordine, volto ad interdire tout court il consumo a scuola del pasto domestico, ovvero di cibi confezionati a domicilio o autonomamente acquistati al precipuo scopo di prevenire rischi igienico-sanitari.

I giudici di Palazzo Spada hanno, dapprima, affrontato le questioni del paventato difetto di giurisdizione e della carenza di interesse ad agire.

In ordine alla prima eccezione, ritenuta infondata, i Giudici hanno chiarito che la questione – concernendo la legittimità o meno dell’esercizio del potere autoritativo dell’Amministrazione, concretatosi nell’adozione di una delibera eccessivamente restrittiva dell’autonomia dei dirigenti scolastici nella gestione della struttura scolastica, oltre che della libertà dei genitori di decidere in ordine all’alimentazione dei figli minori – sia idonea a radicare la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo a norma dell’art. 133, comma 1, lett. c, c.p.a.

Né, è stata considerata meritevole di accoglimento la doglianza relativa all’inammissibilità del ricorso per carenza di interesse.

Invero, attesa la natura self-executing del regolamento impugnato, lo stesso spiega immediatamente i suoi effetti e dunque la sua portata lesiva e restrittiva della sfera giuridica dei ricorrenti, non rendendosi necessario alcun ulteriore atto attuativo ad opera dell’Amministrazione.

Nel merito, il Consiglio di Stato ha considerato del tutto infondato il gravame interposto.

La misura adottata dal Comune di Benevento, si atteggia quale considerevole compressione delle libertà personali costituzionalmente garantite, tali da poter essere giustificate solo in presenza di comprovate e proporzionali ragioni di sicurezza. Circostanza, questa, non ricorrente nella specie, atteso che “la sicurezza igienica degli alimenti portati da casa non può essere esclusa a priori attraverso un regolamento comunale: ma va rimessa al prudente apprezzamento ed al controllo in concreto dei singoli direttori scolastici, mediante l’eventuale adozione di misure specifiche, da valutare caso per caso, necessarie ad assicurare, mediante accurato vaglio, la sicurezza generale degli alimenti”.

[1] Consiglio di Stato,sez. V, sentenza n. 5156/2018.

[2] TAR Campania, sez. VI, sentenza n. 1566/2018.

Chiara Svampa

Chiara Svampa nasce a Napoli nel novembre del 1993. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo Umberto I di Napoli, si iscrive al Dipartimento di Giurisprudenza presso l'università Federico II di Napoli dove attualmente frequenta l'ultimo anno. Sin da subito animata da grande passione, con il progredire degli studi si interessa in particolar modo al Diritto Amministrativo. A conclusione del suo percorso universitario è infatti impegnata nella redazione della tesi in Diritto Amministrativo relativa alle nuove modalità di conclusione del procedimento amministrativo, seguita dalla Prof. Spagnuolo Vigorita.

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