venerdì, Marzo 29, 2024
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Il Legal Design e le novità dei principali strumenti giuridici

Dai contratti di lavoro agli adempimenti fiscali fino alle procedure per ottenere permessi edilizi o accedere a servizi sanitari, il sistema legale incrocia la vita dei cittadini ripetutamente e in tutti i suoi aspetti.

Sia come individui e famiglie sia come imprese, le persone sono ‘costrette’ a interfacciarsi con contratti, documenti e procedure legali spesso senza avere le competenze adeguate a navigare questi sistemi. In Italia, più che in altri Paesi[1], la difficoltà della burocrazia e del linguaggio giuridico mette spesso in difficoltà i cittadini provocando un senso di inadeguatezza nei confronti del sistema legale.

Di fronte a un testo pieno di terminologie tecniche, concetti complessi e sintassi articolata, la conseguenza per chi non ha un’educazione giuridica è non solo la frustrazione ma anche la sensazione di non avere il pieno controllo della propria situazione.

In risposta a questo fenomeno diffuso da anni, alcuni professionisti hanno iniziato a discutere di come il sistema legale potrebbe essere ripensato in termini di linguaggio e di strumenti attraverso l’approccio del design.

Cosa può offrire il design al mondo legale?

La disciplina che cerca di rispondere a questa domanda è stata chiamata ‘legal design’ e si prefigge l’obiettivo di avvicinare il mondo legale alle persone che non hanno formazione o esperienza in tema giuridico. L’intento è di mantenere un approccio che pone le persone al centro della progettazione e dell’erogazione dei servizi anche nel mondo giuridico per rendere l’esperienza più intuitiva, fruibile e inclusiva.[2]

Le metodologie del design offrono un’opportunità per rivedere il modo in cui sono pensati e raccontati i principali strumenti dell’attività legale ovvero documenti, contratti e procedimenti tenendo conto delle difficoltà e dei bisogni di tutti i soggetti coinvolti.

Qui per ‘design’ non si intende la progettazione estetica ma la metodologia che è alla base e si occupa di creare risultati (prodotti, servizi, informazioni…) intuitivi, coinvolgenti e adatti alle persone che poi li utilizzeranno.

Con questa accezione, il legal design è concepita come una vera e propria disciplina e oggetto di ricerca del Legal Design Lab di Standford, un laboratorio creato da Margaret Hagan a cavallo tra la facoltà di diritto e quella di Design.[3]

In quali occasioni può essere utile questo approccio?

I principali ‘utenti’ del sistema legale sono sicuramente i cittadini ma anche i professionisti come avvocati, paralegali e tutti quelli che hanno competenze giuridiche. I cittadini hanno interesse a comprendere i testi, i discorsi e le procedure per sentirsi più a proprio agio e in controllo della propria situazione giuridica.

Invece, per i professionisti, semplificare la relazione tra i diversi soggetti e snellire lavori lunghi e ripetitivi potrebbe essere un grande vantaggio.

I progetti che sono stati sperimentati per andare incontro a queste esigenze sono numerosi e figurano su diversi livelli: dal modo in cui vengono scritti e rappresentati i documenti e i contratti, fino alla riprogettazione di interi servizi e sistemi organizzativi.

Un’applicazione abbastanza apprezzata dagli utenti è il contract visualization e visual law ovvero la rappresentazione di contratti, documenti legali e leggi attraverso schemi, illustrazioni e icone. La comprensione del contenuto di un contratto qualsiasi con tutte le pagine di condizioni risulta molto più immediata se le informazioni vengono spiegate con semplici grafici.

L’agenzia di design colombiana ‘Haptica’ fondata da Angelica Flechas, sia avvocato che designer, ha deciso di dedicare un’intera divisione al legal design. Nei loro workshop fanno lavorare insieme, avvocati, cittadini e designer con l’obiettivo di riprogettare leggi e atti amministrativi. Questi eventi sono anche delle occasioni per formare nuovi legal designer.

Una delle attività consiste nel chiedere a un utente (non esperto in materia giuridica) di leggere un contratto di lavoro o un documento legale con lo scopo di evidenziare tutti i testi e le espressioni che trova difficili da comprendere. I professionisti legali hanno poi l’obiettivo di riprogettare il documento attraverso illustrazioni, schemi e icone più intuitive per l’utente.

La nuova progettazione non è solo grafica ma riduce all’essenziale le informazioni da comunicare e le organizza secondo un flusso logico in maniera molto più intuitiva e intellegibile.

I cittadini percepiscono la necessità di semplificare la visualizzazione anche quando si trovano ad utilizzare servizi digitali, in particolare quando si interfacciano con lunghe pagine di termini e condizioni che riguardano la privacy.

Molte volte si discute della difficoltà con cui questi testi vengono proposti e come provochino frustrazione e passività negli utenti (molto spesso minorenni) che accettano le condizioni senza avere completamente chiare le conseguenze.[4]

Nell’immagine si vede, da una parte, un esempio di un’informativa sull’utilizzo dei dati come viene vista di solito e, dall’altra, la visualizzazione con cui è stata rielaborata in un formato molto più immediato per la lettura. (a cura di Juro)[5]

(immagine 1: Jack, Legal Design WTF?, Legal Geek, Mar. 2018, disponibile qui: https://www.legalgeek.co/learn/legal-design-wtf/)

In Italia, il progetto SIMPATICO[6], curato dalla fondazione Bruno Kessler di Trento, presenta un tentativo di semplificare il linguaggio giuridico per i cittadini grazie ad un sistema che fa uso dell’Intelligenza artificiale.

Il software analizza il testo di un modulo (ad es. iscrizione all’asilo nido) e traduce automaticamente le richieste burocratiche in domande più semplici per il cittadino adattandosi anche al livello di comprensione della lingua dell’utente.

Non solo una forma grafica e visiva aiuta a comprendere il contenuto di un testo legale ma può aiutare anche la comprensione di un processo giuridico. Il Laboratorio Designing Out Crime dell’Università di Sydney collabora direttamente con il ministero della giustizia Australiano e ha contribuito, con diversi progetti, all’innovazione del sistema giuridico e delle strutture di detenzione australiane.

Una delle iniziative che riguarda il legal design ha esplorato il livello di conoscenza che le persone detenute hanno rispetto alla propria situazione giudiziaria. La maggior parte di queste persone si sente persa e non in controllo delle proprie scelte, senza nessuna chiarezza sull’iter giuridico che attraverserà.

Il laboratorio di ricerca-azione ha quindi progettato un vademecum di cards che spiega con parole semplici e illustrazioni tutti i concetti che le persone-imputate dovrebbero conoscere prima di andare nell’aula processuale.

(immagine 2: C. Zampella, foto del vademecum, Designing Out Crime Lab, Università di Sydney, Marzo 2018 )

 

Per aiutare avvocati e paralegali ad avvicinarsi al legal design e progettare in chiave grafica i propri documenti, il laboratorio di Stanford ha messo a disposizione diverse risorse gratis, come un set di icone e segni grafici. Oltre alla progettazione dei documenti, il Legal design lab ha rivisto anche il modo in cui si comunica l’iter dei processi che riguardano le multe stradali. Attraverso una semplice illustrazione vengono mostrate le possibilità di azione e le relative conseguenze in diversi momenti del processo.

 

(immagine 3: Stanford Legal Design lab, Traffic Court Visual Guides, disponibile qui:  https://justiceinnovation.law.stanford.edu/projects/visual-self-help/)

In conclusione, ci sono diverse potenzialità del legal design dalla semplificazione del linguaggio, alla riprogettazione dei contratti, fino alla semplificazione dei procedimenti sia per i cittadini che per i professionisti del mestiere.

D’altra parte, dalla testimonianza di chi si occupa già di questa disciplina, è ancora difficile far comprendere l’importanza di questo approccio e coinvolgere i professionisti nel cambiare il proprio modus operandi[7], oltre a mancare le occasioni di formazione al di fuori della nicchia di pionieri.

Nonostante ciò, sempre più studi legali e legislatori stanno sperimentando come i vantaggi del sapere comunicare e coinvolgere in maniera efficace il cliente potrebbe essere una chiave per differenziarsi e offrire un servizio legale che trasmetta trasparenza e un senso di controllo della situazione.

[1] Semplificazione: cosa chiedono cittadini e imprese, Ufficio per la semplificazione amministrativa Dipartimento della funzione pubblica, apr. 2014, disponibile qui: http://www.governo.it/sites/governo.it/files/75416-9372.pdf

[2] M. Hagan, Law by Design, disponibile qui:  http://www.lawbydesign.co/en/legal-design/

[3] Legal design lab, Sito web, disponibile qui: https://law.stanford.edu/organizations/pages/legal-design-lab/

[4] D. Parlangeli, Le policy dei social sono in “legalese”: qualcuno le ha tradotte per i teen, Wired, Oct. 2017, disponibile qui: https://www.wired.it/internet/social-network/2017/10/06/le-policy-dei-social-sono-in-legalese-qualcuno-le-ha-tradotte-per-i-teen/

[5] Jack, Legal Design WTF?, Legal Geek, Mar. 2018, disponibile qui: https://www.legalgeek.co/learn/legal-design-wtf/

[6] Simpatico, Sito Web, Simpatico Consortium, disponibile qui:

[7] M. Fonteijn, The case for Legal Design / Angélica Flechas / Episode #68, Service design show, disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=h3ErHk7fi8Y

Foto in evidenza: di Helloquence on Unsplash

Claudia Zampella

nata ad Aversa nel giugno 1992. Laurea al Politecnico di Milano in Product-Service System Design in doppia laurea con la Tongji University di Shanghai e con il Politecnico di Torino. Tesi sul ruolo del design per la progettazione di servizi pubblici in paesi con un basso capitale sociale dal titolo "A design toolkit to engage citizens in innovating public policies within weak contexts" Area di interesse: Politica Economica Interessi: il service design thinking per i servizi e le politiche pubbliche, progettazione cittadino-centrica, sperimentazione nelle politiche pubbliche, public procurement innovation, tecnologia e dati per le decisioni pubbliche, tecnologie civiche, sostenibilità e diritti umani Lavoro attuale: Civic Service Designer presso una Società Benefit che si occupa di design e tecnologia per l'innovazione sociale attraverso la consulenza e la formazione Obiettivi futuri: diffusione delle competenze del design per l'innovazione sociale e pubblica in altri contesti; creazione di una community regionale interessata alla pratica e alla sperimentazione di questi temi.

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