sabato, Aprile 20, 2024
Criminal & Compliance

Immigrazione clandestina e criminalità organizzata

Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina — secondo la prima Relazione semestrale Dia del 2018 — è uno dei principali e più remunerativi business criminali: in virtù delle sempre più strette alleanze  le organizzazioni criminali straniere ed italiane collaborano, su piani più o meno paritetici, indirizzando i migranti verso la prostituzione, lo spaccio ed attività di caporalato [1].

La presenza di una collaborazione tra criminalità italiane e straniere si rileva in innumerevoli attività illecite: dal traffico di stupefacenti, alla contraffazione, fino alla tratta di persone.

In particolar modo secondo la Relazione della Dia «questi sodalizi mantengono, molto spesso, i contatti con le consorterie dei paesi d’origine, ma talvolta interagiscono con organizzazioni multinazionali per le quali operano come tratto terminale della filiera illecita. E’ quanto accade nella gestione illecita dei flussi migratori, ove le aggregazioni criminali straniere, allo stato, sembrano aver investito maggiori risorse. L’attività illecita copre tutte le varie fasi della tratta, dall’organizzazione delle partenze dai paesi di origine, alle traversate per raggiungere il territorio nazionale, compresa la gestione di “servizi di trasporto” verso le destinazioni finali, anche in altri paesi europei».

In particolar modo la tratta di esseri umani viene finalizzata, dunque, allo sfruttamento dei soggetti in questione in vari settori dell’attività criminale: dalla prostituzione alla manodopera clandestina, fino allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Si facciano vari esempi utili e strumentali per la corretta comprensione del fenomeno:

– criminalità albanese, attiva in particolar modo nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione; nel Gennaio del 2018 è stata disarticolata un’organizzazione composta da 24 albanesi ed un rumeno, operativa in particolar modo su gran parte del territorio della Brianza.

– la criminalità nigeriana e nordafricana gestisce prevalentemente la tratta migratoria dei connazionali, traendo principalmente i propri profitti dal traffico di esseri umani.

– la criminalità romena è dedita soprattutto alle frodi informatiche e bancarie nei confronti di possessori di carte di pagamento e conti correnti online; in particolar modo nel Marzo del 2018 è stata disarticolata una organizzazione italo-rumena che ha sottratto solo nel 2017 più di 1 milione e duecento mila euro.

La collaborazione tra associazioni malavitose viene “condizionata” dall’area geografica e dalla relativa influenza associativa ivi presente: in linea generale è possibile affermare come nelle regioni del Sud Italia i gruppi stranieri agiscano con l’assenso delle organizzazioni criminali presenti, mentre nel resto delle regioni tendono a ritagliarsi spazi autonomi di operatività in condizione di quasi pariteticità con la criminalità territoriale.

La Relazione, in particolare, analizza anche il modo in cui l’immigrazione clandestina — ed i reati conseguentemente derivanti — si rapporta alla criminalità presente nelle singole regioni, chiarendone ulteriormente le modalità di estrinsecazione dei legami.

In Lombardia, ad esempio, la presenza di consorterie di matrice straniera è particolarmente redditizia nel settore del traffico di stupefacenti, delle armi, della contraffazione, fino alla tratta di persone tesa all’avviamento al lavoro nero ed alla prostituzione: «tutte attività nelle quali i gruppi e le organizzazioni straniere operano in sinergia e, spesso, in interazione con le organizzazioni criminali autoctone. Questi sodalizi mantengono, molto spesso, i contatti con le consorterie dei paesi d’origine, ma talvolta interagiscono con organizzazioni multinazionali per le quali operano come tratto terminale della filiera illecita. E’ quanto accade nella gestione illecita dei flussi migratori, ove le aggregazioni criminali straniere, allo stato, sembrano aver investito maggiori risorse. L’attività illecita copre tutte le varie fasi della tratta, dall’organizzazione delle partenze dai paesi di origine, alle traversate per raggiungere il territorio nazionale, compresa la gestione di “servizi di trasporto” verso le destinazioni finali, anche in altri paesi europei». [2]

Il panorama criminale Italiano è caratterizzato, dunque, da una continua interazione tra sodalizi nazionali e stranieri: si faccia l’esempio della operazione “Shefi” conclusa nel Marzo 2018 dalla DIA di Bari.

L’operazione ha evidenziato una sofisticata connessione tra un gruppo albanese ed uno pugliese, sodalizio finalizzato al traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente: la Puglia costituisce dunque un punto d’arrivo ed, al contempo, di partenza di tali sostanze; è proprio dalle coste pugliesi che il materiale viene smerciato verso i mercati campani, calabresi, del nord Italia ed Europei. Grazie all’utilizzo d’una Squadra Investigativa Comune italo/albanese, strumento efficace di cooperazione giudiziaria internazionale, è stato possibile indagare adeguatamente questa articolata rete di criminalità internazionale.

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Fortemente legato ad interessi criminali di livello internazionale è il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: tale attività — reato a condotta libera che presuppone il dolo dell’agente — consiste nella condotta di chi organizza, finanzia e promuove il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, al fine di procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio; punito con pena della reclusione da uno a cinque anni e la multa di quindicimila euro per ogni soggetto fatto entrare illegalmente [3]. Tale fattispecie legislativa punisce, dunque, chi trae un ingiusto profitto dalla condizione dello straniero, favorendone l’accesso sul territorio dietro il pagamento di ingenti somme.

Il fenomeno è di ampia portata: si faccia l’esempio della recente operazione svolta dalla Squadra mobile d Digos di Cagliari che, nel mese di Maggio 2019, ha portato all’arresto di otto persone ed alla denuncia di altre 196. In particolar modo tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: tramite una articolata rete di attestazioni false, l’organizzazione forniva un domicilio ed un impiego fittizio ad un prezzo che arrivava a sfiorare i 6mila euro. Il gruppo era costituito sia da Italiani che da appartenenti alla comunità del Bangladesh a Cagliari: a dimostrazione di quanto affermato nella relazione Dia del 2018 vi era dunque una attività di collaborazione reciproca al fine della realizzazione del reato in questione [4].

Conclusione

Lo sfruttamento del fenomeno migratorio, soprattutto negli ultimi anni, rappresenta un argomento molto delicato del panorama non solo giuridico, ma politico e sociale nazionale ed internazionale: lo spostamento di un numero così ingente di persone, da un paese all’altro, è riconducibile ad innumerevoli fattori.

Le guerre, le carestie, la ricerca di condizioni di vita migliori per sé e per i propri figli, spingono giovani madri, ragazzi, lavoratori verso terre nuove; terre molto lontane da casa, dalla propria famiglia, dai propri fratelli.

Il problema dell’immigrazione clandestina viene reso ancora più drammatico dal giro criminale che si erge prepotente tutt’intorno a queste persone: la criminalità organizzata gestisce l’ingresso del clandestino, molto spesso ne gestisce il presente ed il futuro mediante l’inserimento in un circuito criminale da cui non è più possibile evadere; dalla prostituzione, all’accattonaggio, al lavoro nero, al caporalato.

Si auspica, dunque, non solo una solida tutela del clandestino in quanto tale, ma una presa di coscienza collettiva, un moto d’animo sociale che possa portare al riconoscimento d’una condizione basilare: l’umanità.  Al di là di ogni paura, al di là di ogni nazionalismo, oltre ogni idea politica.

 

 

«Custos contos no hana printizpiu e mai hana a aere fine. Sempere semus istaos».

 

 

[1] Sul punto si veda la Relazione Semestrale Dia di Gennaio – Giugno 2018: http://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/semestrali/sem/2018/1sem2018.pdf2

[2] Sul punto la Relazione Semestrale della Dia di Gennaio, pp. 249 – 250.

[3] Sul punto si veda Mariano Acquaviva, Reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in La legge per tutti, Ottobre 2018.

[4] Si veda il sito della Polizia di Stato

Fonte immagine: Pixabay. com

Antonio Esposito

Dottore in Giurisprudenza, laureato presso la Federico II di Napoli: si occupa prevalentemente di Diritto Penale e Confessionale. Sviluppa la propria tesi di laurea intorno all'affascinante rapporto tra fattore religioso e legislazione penale (Italiana ed Internazionale), focalizzandosi su argomenti di notevole attualità quali il multiculturalismo, il reato culturalmente motivato e le "cultural defense".

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