martedì, Dicembre 3, 2024
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Innovazione aziendale: l’UE lancia la task force per l’Africa rurale

Parte da Bruxelles, precisamente dalla Commissione Europea, la ”Task Force for rural Africa” nell’ottica di un partenariato Europa-Africa che incentivi lo scambio di know-how e che dia una spinta innovativa nei settori rurale ed agroalimentare.

L’intento, partito dalla direzione dell’UE per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, è quello di creare nuovi centri di innovazione che vedano la partecipazione delle imprese e dei produttori locali delle aziende africane, in un’ottica  di gemellaggio con le omologhe imprese europee.

Si ricordi che l’Unione Europa è uno dei principali investitori in Africa: gli investimenti diretti esteri europei in questo continente hanno raggiunto il 40% nel 2016, pari a circa 291 miliardi di euro.[1]

Nello specifico, la Task Force for rural Africa, composta da 11 esperti e consulenti nei settori sopra menzionati, ha l’obiettivo di stimolare gli investimenti nel campo agricolo ed alimentare in Africa, coinvolgendo anche gruppi chiave come associazioni giovanili e di genere. Proprio alle giovani donne va garantito un accesso all’istruzione e alle nuove competenze professionali e digitali, se si pensa che il continente africano vanta la popolazione più giovane al mondo ma anche quella con la forza lavoro meno qualificata.[2]

In particolare, gli interventi strategici su cui i fondi stanziati dalla Commissione Europea andranno ad operare saranno:

1) programmi di gemellaggio tra imprese agricole africane ed europee in ottica di partenership (sono stati stanziati 5 milioni di euro, che prevedono anche programmi formativi rivolti alle associazioni delle donne, cooperative di agricoltori, enti pubblici ed imprese)
2) un piano UE-Unione Africana nel settore agroalimentare: scambi commerciali ed investimenti privati tra le due parti che possano mettere in collegamento le imprese europee ed africane
3) innovation hubs, ossia poli dove programmi di ricerca ed istruzione in questi settori possano sostenere i produttori ed imprenditori locali, elemento quest’ultimo che consentirebbe anche un’evoluzione dal punto di vista digitale.

Il dialogo e la cooperazione  previsti dal partenariato dell’UE avverrà su più livelli:  uno people to people, uno business to business ed uno government to government.

Questa condivisione e messa in campo di azioni strategiche da parte degli stakeholders africani ed europei ha dei risvolti non trascurabili: difatti il settore agroalimentare è strategicamente importantissimo per l’Africa, anche considerando la forte crescita demografica della popolazione; il progetto aspira alla creazione di circa 10 milioni di posti di lavoro nei prossimi 5 anni.

Josefa Sacko, il commissario UE per l’economia e l’agricoltura rurale, ha dichiarato che “Il rapporto della Task Force riconosce che Africa ed Europa sono partner globali di uguale rilievo. E dimostra che i contadini e l’industria agroalimentare devono lavorare mano nella mano per cogliere le nuove opportunità che saranno offerte della nuova Area di libero scambio del continente africano e per costruire insieme quei mercati regionali necessari all’Africa per la propria sicurezza alimentare nel lungo termine”. [3]

Sono inoltre previste piattaforme di scambio di conoscenze tra le imprese coinvolte: questo partenariato si inserisce in un più ampio assetto internazionale per rafforzare le strategie comuni, anche rispetto alle linee guida da tenere in ambito ambientale, alimentare e di sviluppo sostenibile.

Oltre all’importantissimo impatto dal punto di vista occupazionale ed economico che si potrà generare, la condivisione di linee guida riguardo gli investimenti ha dei risvolti importanti sulla delicata questione legata alla migrazione e alla mobilità in questi territori poiché “promuove un impegno coordinato dei paesi di origine, di transito e di destinazione, nel rispetto dei principi di solidarietà, partenariato e condivisione delle responsabilità”.

Ben al di là della mere misure di politica economica, queste azioni di gemellaggio darebbero un importante contributo alla gestione dei fenomeni migratori, tentando anche di arginare l’immigrazione illegale e la tratta di esseri umani e gestendo in modo coordinato e condiviso le questioni legate al rimpatrio e riammissione dei migranti irregolari.

Una maggiore stabilizzazione e il focus sui settori rurale ed agroalimentare genererebbe di conseguenza anche un maggiore investimento nei settori sostenibili, nell’ottica di raggiungimento dei “Sustainable Development Goals” dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

A fronte di tutto ciò, la Commissione Europea ha indetto una consultazione on-line per raccogliere i pareri e gli orientamenti dei principali stakeholders e gruppi di interesse africani. Quest’iniziativa rappresenta l’inizio di un ambizioso progetto di inclusione e sviluppo di quei territori, con lo scopo di creare dei ponti e dei legami solidi ed egualitari tra le imprese europee e le omologhe africane.

 

[1] Commissione Europea, “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo riguardante una nuova alleanza Africa – Europa per gli investimenti e l’occupazione sostenibili”, 12 settembre 2018, disponibile qui:

[2] Banca Mondiale, ” Africa’s Pulse Report”, Ottobre 2018, disponibile qui: http://documents.worldbank.org/curated/en/881211538485130572/pdf/130414-PUBLIC-WB-AfricasPulse-Fall2018-vol18-Web.pdf

[3] Africa e affari, “Europa e Africa insieme per uno sviluppo rurale sostenibile e condiviso”, 8 marzo 2019,

disponibile qui: https://www.africaeaffari.it/14000/europa-e-africa-insieme-per-uno-sviluppo-rurale-sostenibile-e-condiviso

Fonte immagine: https://african-counter.com/

Rachele Renno

Dottoressa in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali  presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, Master di specializzazione in Relazioni Internazionali presso l'Instituto de Estudios Europeos di Madrid. Esperienza di ricerca presso il think-tank “Real Instituto Elcano” di Madrid, nel campo della “Politica dell’Unione Europea e della Spagna”. Tra i principali interessi la politica internazionale e la tutela del patrimonio artistico e culturale, motivo per il quale sono socia dell’associazione UNESCO Giovani. Attualmente co-worker presso la società di ricerca e comunicazione "Think Thanks" e contributor nell'area di Politica Economica.

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