sabato, Ottobre 5, 2024
Criminal & Compliance

Come prevenire la corruzione: UNI ISO 37001:2016

“Una gigantesca tassa occulta che impoverisce l’intero paese su tutti i fronti”, ecco cos’è la corruzione.

120 miliardi di euro l’anno in Europa, decine di miliardi in Italia, sono i costi stimati di questo fenomeno che impoverisce il nostro Paese.

Si tratta di un reato disciplinato nel nostro ordinamento dagli artt. 318 ss. c.p. che si verifica quando un privato e un pubblico funzionario si accordano affinchè il primo corrisponda al secondo un compenso, non dovuto, per un atto rientrante nelle competenze del soggetto pubblico.

Un reato plurisoggettivo, a concorso necessario, di tipo proprio perché il soggetto corrotto deve rivestire necessariamente una pubblica funzione.

La ratio della incriminazione si rinviene nella tutela della probità dei pubblici funzionari, e in particolare dell’imparzialità e correttezza della Pubblica Amministrazione.

Da tempo, ormai, i governi cercano di fronteggiare questo dilagante fenomeno con l’emanazioni di leggi e Convenzioni europee, ma queste da sole non sono bastate a risolvere il problema.

È intervenuta di recente l’ISO (the International Organization for Standardization), una federazione globale, costituita da soggetti di numerosissimi Paesi che si occupa di standardizzare regole organizzative e di qualità a livello globale, che ha promosso l’UNI ISO 37001:2016, “Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione – Requisiti e guida all’utilizzo”.

La norma specifica i requisiti e fornisce una guida per stabilire, attuare, mantenere, aggiornare e migliorare un sistema di gestione per la prevenzione della corruzione, nonché conformarsi alla legislazione anti-corruzione; i requisiti sono generali e applicabili a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dall’attività svolta.

Il campo di applicazione, a tal fine, è molto vasto: corruzione nel settore pubblico, privato e no-profit, corruzione da parte dell’organizzazione, corruzione da parte del personale o dei soci in affari dell’organizzazione che operano per conto o a beneficio dell’organizzazione stessa, corruzione diretta e indiretta.

L’ISO 37001 è certificabile, è infatti possibile avere un attestato di certificazione da parte di un organismo accreditato che, al termine di un percorso di formazione sui possibili rischi e le aree interessate, garantisce la conformità ai requisiti previsti nella norma.

La certificazione viene rilasciata ad un soggetto giuridico nella sua interezza, compresi dipartimenti, filiali e per ogni tipo di attività svolta.

Con riguardo alle organizzazioni soggette alla legge italiana, può essere parte del «Modello di Organizzazione e Gestione» adottato ai sensi del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, e può quindi essere uno strumento di difesa da parte dell’organizzazione qualora sia chiamata in giudizio  per i reati connessi alla corruzione.

L’implementazione di  questo standard facilita la partnership a livello internazionale nonché i rapporti con tutti gli stakeholder, garantisce un monitoraggio sicuro delle transazioni tramite dei rigorosi controlli finanziari.

La ISO 37001 costituisce quindi un supporto per le aziende ma ancor di più un’opportunità per divenire concretamente capaci di controllare e, magari nel tempo, arginare gli ingenti costi legati al fenomeno della corruzione.

Piera Di Guida

Piera Di Guida nasce a Napoli nel 1994. Ha contribuito a fondare “Ius in itinere” e collabora sin dall’inizio con la redazione di articoli. Dopo la maturità scientifica si iscrive alla facoltà di giurisprudenza Federico II di Napoli e nel 2015 diviene socia ELSA Napoli (European Law Student Association). Ha partecipato alla redazione di un volume dal titolo "Cause di esclusione dell'antigiuridicità nella teoria del reato- fondamento politico criminale e inquadramento dogmatico", trattando nello specifico "Lo stato di necessità e il rifiuto di cure sanitarie" grazie ad un progetto ELSA con la collaborazione del prof. Giuseppe Amarelli ordinario della cattedra di diritto penale parte speciale presso l'università Federico II di Napoli. Seguita dallo stesso prof. Amarelli scrive la tesi in materia di colpa medica, ed approfondisce la tematica della responsabilità professionale in generale. Consegue nel 2017 il titolo di dottore magistrale in giurisprudenza con votazione 110/110. Nell’anno 2016 ha sostenuto uno stage di 3 mesi presso lo studio legale Troyer Bagliani & associati, con sede a Milano, affiancando quotidianamente professionisti del settore e imparando a lavorare in particolare su modelli di organizzazione e gestione ex d.lgs. n. 231/01 e white collar crimes. Attualmente collabora con lo Studio Legale Avv. Alfredo Guarino, sito in Napoli. Ha svolto con esito positivo il tirocinio ex art.73, comma 1 d.l. n.69/2013 presso la Corte d'Appello di Napoli, IV Sezione penale. Nell'ottobre 2020 consegue con votazione 399/450 l'abilitazione all'esercizio della professione forense. Dal 27 gennaio 2021 è iscritta all'Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Napoli. Un forte spirito critico e grande senso della giustizia e del dovere la contraddistinguono nella vita e nel lavoro. Email: piera.diguida@iusinitinere.it

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