martedì, Aprile 16, 2024
Uncategorized

La crisi del 2008 alla base delle disuguaglianze sociali

La nostra generazione sta vivendo il pieno della crisi del 2008 che può essere paragonata al quella del ’29, in quanto sono riconducibili entrambe ad una crisi strutturale causata da inadempienza improvvisa e ad una mancanza di liquidità; il punto centrale della differenza tra le due crisi è che prima erano le aziende ad andare in deficit, oggi invece sono le famiglie che economicamente non riescono più a sostenere le spese, subentrando in un meccanismo di disuguaglianze sociali perennemente presente e che pesa sul nucleo familiare.

Le cause della crisi possono essere molteplici:

  • Incremento dei prezzi delle materie prime;
  • Aumento del prezzo del petrolio;
  • Crisi alimentare mondiale;
  • Aumento del prezzo del grano;
  • Elevata inflazione[1] globale;
  • Rinvio all’utilizzo di strumenti di pagamento quali bancomat e pagamento a rate;

Potremmo dire che tutto è iniziato in Gran Bretagna in cui si istituzionalizzarono i mutui subprime[2] e questo fu il primo errore, in quanto non si calcolarono i rischi che la mancanza di garanzie – che solitamente una banca chiede – avrebbe comportato per la restituzione di un prestito; questo errore di calcolo è dovuto all’andamento positivo del mercato immobiliare negli anni 2000-2006; un secondo errore, invece, fu effettuato nel 2004 quando le banche aumentarono i tassi dei mutui subprime e molti dei clienti risultarono insolventi e per recuperare i soldi di quest’ultimi iniziarono a vendere le case e qui ci fu un terzo errore, la creazione di una bolla immobiliare che nel 2006 portò ad un calo dei prezzi degli immobili[3]. Il motivo per cui la crisi si è estesa è dovuto al fenomeno della cartolarizzazione, ovvero le Società Veicolo compravano i mutui alle banche affinché ottenessero liquidità, trasferendo il rischio al mercato finanziario, a loro volta queste società emettevano obbligazioni[4] e qui ci fu un quarto errore in quanto rivolgendosi ai mercati finanziari per un ulteriore prestito davano come garanzia le future rate dei mutui subprime; è attraverso questo meccanismo che i problemi di un singolo Stato si sono diffusi come un’epidemia dovuta ad un virus.

La crisi economica ha avuto effetti su diversi fronti portando al fallimento sia piccole, medie che grandi imprese, alti tassi di disoccupazione e mettendo in difficoltà l’intero sistema bancario mondiale; questa portò diversi cambiamenti sia per il tenore di vita, sia per la modalità di spesa con un maggior orientamento verso il basso costo e con una conseguente perdita di fiducia per il sistema bancario ed economico. Oggi spesso si parla di rimedi come le iniezioni di liquidità, la ricapitalizzazione e il salvataggio delle banche, che permettono di riavviare gli Stati colpiti e di riprendere in mano la situazione finanziaria. Il peso maggiore che la crisi del 2008 ha avuto negli Stati è caduto, come detto prima, sulle famiglie e soprattutto con l’aumento delle diseguaglianze sociali con un conseguente aumento del rancore, della chiusura e della repressione che gli “attori sociali” hanno nei confronti dei nuovi meccanismi sociali; il Censis[5] ha elaborato un progetto di ricerca dal nome Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo[6] in cui ha cercato la collaborazione di tutti gli attori del vivere sociale, come politici, istituzioni, imprese e cittadini, per dare il via ad una forza propulsiva che permetta di migliorare il futuro del Paese presentando il cambiamento dell’immaginario collettivo della società; secondo la Fondazione, in Italia vi è un forte alone nostalgico sullo stile di vita condotto, dovuto al forte calo delle natalità, dal basso reddito e dallo smarrimento della cultura del rischio che solitamente permette – attraverso le pratiche di risk management – di aiutare il sistema economico[7].

A fronte di ciò che è stato detto possiamo considerare che l’alone nostalgico e la nuvola grigia della crisi del 2008 ci accompagneranno per molto, lungo la ripresa economica del Paese, ma ciò non deve frenare la capacità di reinventarsi e di giocare con le caratteristiche della società che oggi ci fanno più paura affinché ci sia «la convinzione che il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza» (Bauman, 2011)[8].

 

[1] Aumento progressivo del livello medio dei prezzi o diminuzione progressiva del potere di acquisto della moneta. http://www.treccani.it/enciclopedia/inflazione/

[2] Sono prestiti che le banche concedono a soggetti che non riescono a permettersi gli alti tassi di interesse a causa di un basso reddito.

[3] Crisi economica 2008: cause e conseguenze https://doc.studenti.it/download/crisi-economica-2008-2009_1.html

[4]Sono un titolo di credito che rappresenta una parte di debito richiesto da una società o da un ente pubblico per finanziarsi; garantendo all’acquirente il rimborso più un tasso di interesse. https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/obbligazioni.htm

[5] Il Centro Studi Investimenti Sociali è una fondazione che svolge attività di ricerca e consulenza su questioni quali processi formativi, occupazione, lavoro, sicurezza sociale, edilizia; collabora con organi costituzionali, ministeri, organismi internazionali ed enti pubblici e privati, solitamente i risultati ottenuti e sintetizzati trovano spazio dal Rapporto sulla situazione sociale del Paese, pubblicato annualmente dall’anno di fondazione 1967 e in vari altri annuari come il Rapporto sulla evoluzione dei consumi e il Rapporto sull’emigrazione. http://www.treccani.it/enciclopedia/censis/

[6] Censis, Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo, settembre 2018 ; Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo, settembre 2018 https://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/conad/2018/09/25/news/miti_del_rancore_miti_per_la_crescita_verso_un_immaginario_collettivo_per_lo_sviluppo-207317482/

[7] ANSA, Crisi: Censis, ora italiani più infelici, settembre 2018 http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/09/26/crisi-censisora-italiani-piu-infelici_647247f2-77c9-4b80-97a1-c79754e7f036.html

[8] Bauman Z., Società liquida, Laterza, settembre 2011

Fonte immagine: http://www.italiani.net/index.php/economia/2195-sull%E2%80%99orlo-di-una-nuova-crisi-economica.html

Roberta Iacobucci

Laureata in Sociologia all'Università di Napoli "Federico II", tesi di laurea in Statistica per la ricerca sociale sulla comparazione degli indicatori economici e sociali che si usano per misurare il grado di povertà di un Paese. Laureata con lode in Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale presso l'Università di Roma "La Sapienza", tesi di laurea in Sociobiologia e Teoria dei giochi, per l'analisi dell'agire strategico cooperativo in riferimento al suo grado di funzionamento all'interno della società. Area di interesse: Politica Economica

Lascia un commento