venerdì, Marzo 29, 2024
Criminal & Compliance

La nuova Legge sul Cyberbullismo: la tutela delle vittime del Web

Dopo il sì del Senato, ecco che la legge sul Cyberbullismo è stata approvata. Esito della votazione? L’unanimità.

Si conclude così il lungo cammino della proposta di legge sul Cyberbullismo durato due anni, presentata dalla Senatrice Elena Ferrara, ex insegnante di una ragazza di Novara che, nel 2013, a causa della divulgazione di immagini e video rappresentanti le molestie subite, si suicidò.

Cosa si intende per Cyberbullismo?

legge sul cyberbullismo

La risposta si trova proprio nell’art. 1 del testo approvato il 17 Maggio, denominato “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del Cyberbullismo”, che lo definisce come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, in-giuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Quindi, il cyberbullismo è un’estensione del bullismo, aggravato proprio dall’uso della tecnologia, che alimenta la possibilità di raggiungere in poco tempo chiunque e usufruendo spesso dell’anonimato, dando vita così ad un meccanismo irrefrenabile che è quello della viralità.

Negli ultimi anni si è registrato un notevole aumento di questo fenomeno tra giovani e giovanissimi, dovuto ad un uso sconsiderato e fuori controllo dei social network che, come il Revenge Porn ed il Sexting, può causare un turbamento tale da indurre il danneggiato al suicidio.

Carolina, la ragazza quattordicenne che nel gennaio 2013 si tolse la vita, fu protagonista di un filmato a sfondo sessuale postato sul web a sua insaputa che totalizzò 2.600 likes. «Ciao ragazzi, grazie per il vostro bullismo, ottimo lavoro» scriveva Carolina, in un foglio trovato nella sua cameretta. Grazie ad i nomi degli autori del video indicati dalla ragazza prima di morire, iniziò il primo processo per cyberbullismo in Italia, che si concluse con la condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena per il suo ex fidanzato, unico maggiorenne coinvolto accusato di stalking; e per gli altri cinque imputati, accusati di reati gravi quali violenza sessuale di gruppo, istigazione al suicidio, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, il processo è stato sospeso con periodi di messa alla prova tra i 15 ed i 27 mesi, con la predisposizione di programmi differenziati per ciascuno.

Il 17 Maggio 2017, circa 4 anni dopo il suicidio, il padre di Carolina era presente in Aula alla Camera, commosso, mentre veniva votata la Legge per tutelare le giovani vittime del Cyberbullismo, come Carolina.

Il testo della Legge si compone di sei articoli e si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo con azioni preventive e porre maggiore attenzione a difesa dei minori coinvolti e delle vittime.

La Legge, dopo aver definito il fenomeno per la prima volta in maniera ufficiale si occupa di:

  • “Tutela della dignità del minore”, che consente anche ai minori di quattordici anni di richiedere, tramite la presentazione di un’istanza per l’oscuramento, “la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet, previa conservazione dei dati originali”, anche qualora le condotte non integrino un reato. Il sito internet dovrà provvedere entro 48 ore, alla scadenza delle quali sarà il Garante per la protezione dei dati personali ad occuparsene entro ulteriori 48 ore.
  • Ammonimento”, che estende al cyberbullismo l’applicazione della procedura di ammonimento, ossia la forma di tutela apprestata alle vittime del reato di atti persecutori (612-bis c.p.), ingiuria (art.594 c.p.), diffamazione (art. 595 c.p.), minaccia (art. 612 c.p.) e trattamento illecito di dati personali (art. 167 del Codice della privacy) commessi attraverso internet da minori ultraquattordicenni, richiesta al Questore, i cui effetti secondo la Legge cessano al compimento della maggiore età.
  • Monitoraggio e prevenzione del Cyberbullismo: Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca adotterà linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo nelle scuole, che comprendono la formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti, la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti, un sistema di governance diretto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la pubblicazione di bandi per il finanziamento di progetti di particolare interesse elaborati dalle scuole in collaborazione con i Servizi Minorili dell’Amministrazione della Giustizia, gli enti locali, i servizi territoriali, le Forze dell’ordine, e così via.

Si tratta di una vera e propria strategia di sensibilizzazione basata su interventi informativi ed educativi nei confronti dei minori che, secondo alcuni, potrebbe essere più efficace di una politica unicamente repressiva.
Secondo i primi commenti che hanno seguito l’approvazione della Legge, potrebbe rivelarsi efficace la scelta di associare al controllo del fenomeno un approccio preventivo e riparatorio delle condotte, grazie soprattutto alla presa di coscienza della necessità di educare all’uso del digitale laddove sia in gioco la dignità del minore, senza proibirlo nè inibirlo.

Secondo il Garante della Privacy, Antonello Soro, “è fondamentale garantire la tutela di una generazione tanto più iperconnessa quanto più fragile, se non adeguatamente responsabilizzata rispetto all’uso della rete”, mente Laura Boldrini tweetta la sua soddisfazione dedicando la Legge a Carolina Picchio e a tutte le vittime dell’odio sul web.

Si confida, quindi, nell’efficienza degli strumenti predisposti dalla Legge per il contrasto di questo grave e diffuso fenomeno ed in una concreta e reale Cyber-educazione.

Sul tema si segnala:

Il Sexting e il Revenge Porn: la tutela delle vittime secondo l’ordinamento 

Avv. Alessia Di Prisco

Sono Alessia Di Prisco, classe 1993 e vivo in provincia di Napoli. Iscritta all'Albo degli Avvocati di Torre Annunziata, esercito la professione collaborando con uno studio legale napoletano. Dopo la maturità scientifica, nel 2017 mi sono laureata alla facoltà di giurisprudenza presso l'Università degli Studi Federico II di Napoli, redigendo una tesi dal titolo "Il dolo eventuale", con particolare riferimento al caso ThyssenKrupp S.p.A., guidata dal Prof. Vincenzo Maiello. In seguito, ho conseguito il diploma di specializzazione presso una Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali a Roma, con una dissertazione finale in materia di diritto penale, in relazione ai reati informatici. Ho svolto il Tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari del Tribunale di Torre Annunziata affiancando il GIP e scrivo da anni per la rubrica di diritto penale di Ius In Itinere. Dello stesso progetto sono stata co-fondatrice e mi sono occupata dell'organizzazione di eventi giuridici per Ius In Itinere su tutto il territorio nazionale.

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