sabato, Aprile 20, 2024
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La recente valorizzazione legislativa del contraddittorio endoprocedimentale: una riflessione nell’ambito dei procedimenti finalizzati alla repressione delle frodi IVA

A cura di Avv. Paolo Mancini, Culture della Materia in Diritto tributario – Dipartimento di Giurisprudenza Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

L’obbligatorietà del contraddittorio endoprocedimentale in ambito tributario, oggetto di vivaci dispute dottrinali e giurisprudenziali, è stata recentemente valorizzata dalla previsione positiva contenuta nell’art. 4-octies del Decreto legge n. 34/2019, cd. Decreto Crescita. Tale valorizzazione legislativa costituisce considerevole conquista conseguita dal nostro ordinamento all’esito di un faticoso percorso evolutivo influenzato dai principi espressi dall’ordinamento comunitario e dalle pronunce giurisprudenziali rese dai Giudici nazionali e comunitari.
L’obbligatorietà del contraddittorio endoprocedimentale – in quanto idonea a migliorare il procedimento impositivo soprattutto con riguardo a quelle tipologie di accertamento in cui la “preventiva interlocuzione” tra Fisco e contribuente è in grado di garantire la proporzionalità e l’effettività della tassazione – costituisce efficace mezzo per consentire l’adeguata ricostruzione della realtà reddituale oggetto dell’accertamento e, dunque, elemento essenziale del giusto procedimento.
Il saggio, promuovendo la valorizzazione legislativa del contraddittorio endoprocedimentale, cerca di indagare sui profili critici della novella normativa proponendo spunti costruttivi sul tema.
Oggetto di specifico approfondimento è costituito dalla valutazione sui probabili benefici connessi all’implementazione del contraddittorio endoprocedimentale nell’ambito dei procedimenti accertativi finalizzati alla repressione delle frodi Iva: in tali casi, l’instaurazione del contraddittorio prima dell’emissione dell’atto impositivo, consentirà “a priori” l’acquisizione di informazioni determinanti sull’operatore che, senza averne consapevolezza, ha effettuato acquisti nell’ambito di un’operazione finalizzata a frodare l’Iva, con il considerevole effetto che l’A.f. avrà a propria disposizione maggiori elementi per valutare, in conformità anche ai parametri fissati dalla giurisprudenza, il colpevole o incolpevole coinvolgimento, evitando – ove ne ricorrano i presupposti – di contestare all’operatore in buona fede la misura del disconoscimento del diritto alla detrazione.

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* Il presente articolo scientifico è stato sottoposto a referaggio ai sensi dell’art. 3 del Regolamento della Rivista e pubblicato nel Numero 1/2020 della Rivista Semestrale di Diritto.

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