giovedì, Marzo 28, 2024
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La scomparsa di minori: analisi giuridica, investigativa e criminologica

L’obiettivo di questo articolo è quello di analizzare, da un punto di vista giuridico, investigativo e criminologico, un fenomeno che in quest’ultimo periodo storico sta interessando maggiormente la nostra comunità, ossia la scomparsa di persone ed in particolare di minori. Si pensi, ad esempio, alla scomparsa della bambina Denise Pipitone, avvenuta il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, in circostanze mai chiarite, che proprio in questi ultimi giorni ha visto la riapertura delle indagini. Ora i magistrati intendono verificare se ci siano stati depistaggi o errori al tempo dell’inchiesta. Decisive, al tal riguardo, le dichiarazioni del PM Maria Angioni, che nei giorni scorsi ha messo in dubbio il corretto svolgimento delle attività di investigazione su questa terribile tragedia.

Senza, però, entrare nel merito della vicenda, l’articolo vuole essere utile a chiarire quale sia la disciplina che nell’ordinamento vigente si occupa della “scomparsa di persone” ed in particolare di minori. La legge fondamentale in materia è la n. 14 novembre 2012, n. 203, recante: “Disposizioni per la ricerca di persone scomparse” e costituisce una rilevante novità, in quanto, per la prima volta, è stata introdotta la fattispecie della scomparsa di persona. Tale legge, nata per favorire la ricerca delle persone scomparse ed entrata in vigore il 29 novembre 2012, affronta in maniera più incisiva un fenomeno tendente ad accrescersi per i più disparati motivi d’ordine sociale e criminale. La norma è composta da un solo articolo che codifica un modus operandi già attuato nella prassi dal 2007, anno in cui è stata istituita la figura del Commissario del Governo per le persone scomparse.

La formulazione della legge n. 203/2012 delinea l’esistenza di un vero e proprio “procedimento amministrativo” di ricerca della persona scomparsa, in parallelo con quello dell’Autorità giudiziaria volto al perseguimento dei reati1Si precisa che gli itinerari seguiti dall’Autorità amministrativa e dall’Autorità giudiziaria non confliggono in alcun modo, in quanto sono finalizzati al raggiungimento di obiettivi diversi. Il primo ha come obiettivo la ricerca della persona scomparsa in senso materiale, il secondo quello della verifica della sussistenza di una ipotesi di reato. Il P.M. va sempre informato dalla P.G. e dalla stessa Pubblica Amministrazione, ai sensi dell’art. 331 c.p.p., anche per consentire l’espletamento pieno, nella massima latitudine, delle facoltà e dei poteri della P.G.. Quest’ultima ha il dovere di ricerca delle fonti di prova, anche indipendentemente dalle direttive del P.M.. E’ chiaro che i due procedimenti devono essere coordinati, nel senso che, qualora l’Autorità giudiziaria lo ritenga opportuno, per mantenere la riservatezza investigativa, può chiedere all’Autorità amministrativa l’interruzione delle ricerche che, altrimenti, procedono autonomamente. L’audizione amministrativa delle persone informate sui fatti viene ritenuta, invece, sempre possibile.

Per la ricerca di una persona scomparsa (non solo al fine di ricercare le prove di un reato, ma proprio per la ricerca della persona), le attività da dover svolgere sono essenzialmente: la visita presso la sua casa e l’ispezione dei luoghi di vita, l’analisi dei tabulati telefonici, la localizzazione, il tracciamento ecc.., e l’audizione delle persone di famiglia e di quelle che per ultime hanno visto la persona scomparsa. Qualora vi fosse opposizione, ad esempio, dei familiari – proprietari di casa, in mancanza di legge esplicita o di provvedimento dell’autorità giudiziaria, la polizia amministrativa non potrebbe varcare la soglia di casa e non potrebbe esplorare i tabulati telefonici senza il necessario decreto dell’A.G.. La polizia giudiziaria potrebbe, comunque, verbalizzare quanto riferito dalle persone informate sui fatti, fondando tale facoltà, allo stato non senza difficoltà, sull’art. 1 del Testo Unico Leggi di P.S. (l’Autorità di P.S. veglia sul mantenimento dell’ordine pubblico, sulla sicurezza dei cittadini, e sulla loro incolumità)2.

Con la legge n. 203/2012, inoltre, sono state introdotte varie misure a partire dalla possibilità, da parte di chiunque e non solo per i diretti familiari, di denunciare la scomparsa di una persona, per arrivare all’istituzione del “Sistema Ricerca Scomparsi-RI.SC. presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Si tratta di una banca dati contenente tutte le informazioni più significative sulle persone scomparse, in grado di supportare le indagini anche per l’utilizzo della funzione di matching con i dati relativi ai corpi rinvenuti e rimasti senza identità3. Il Sistema Ri.Sc., gestito dalla Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato, infatti, ha la finalità di acquisire, catalogare e gestire dalle postazioni territoriali interforze le informazioni più significative relative alle persone scomparse ed ai cadaveri ritrovati e non riconosciuti. Si rileva, inoltre, che la funzionalità più importante del sistema è quella di effettuare un incrocio dei dati biometrici e descrittivi contenuti nelle schede “persona scomparsa” e “cadavere non identificato”, per l’individuazione delle compatibilità e dell’eventuale corrispondenza tra soggetti scomparsi e cadaveri non identificati.

Per quanto riguarda l’attività dell’Ufficio del Commissario straordinario, si riporta che la stessa è tesa ad assicurare che non sia dispersa alcuna informazione e, pertanto, anche su questo fronte, resta costante la collaborazione con le Procure della Repubblica, le quali possono disporre l’acquisizione dei campioni biologici e le estrazioni dei profili genetici DNA sia dai cadaveri non identificati che dai parenti in linea retta degli scomparsi o dagli oggetti in uso proprio di questi ultimi.

Con il miglioramento delle tecniche analitiche, inoltre, oggi si rende possibile l’estrazione di profili biologici anche da reperti in passato ritenuti inutilizzabili, consentendo così la risoluzione di casi risalenti nel tempo, che non avrebbero potuto trovare risposte adeguate in assenza di preventiva profilazione. Nel 2020 è stato, peraltro, possibile risolvere, attraverso il confronto con l’esame del DNA, ventitré casi di scomparsa con l’identificazione di altrettanti corpi senza nome. Fra questi, il caso della giovane Federica Farinella, scomparsa nel settembre del 2001, i cui resti sono stati ritrovati solo nel mese di ottobre del 2020 da un cacciatore, in un canneto, a meno di un chilometro di distanza dalla casa di famiglia 4.

Oltre alle figur sopra citate, la legge n. 203/2012 sancisce anche la centralità del Prefetto, che funge da raccordo di tutte le forze in campo a livello provinciale. In particolare, una volta acquisita la denuncia, l’Ufficio di polizia può immediatamente promuovere le ricerche, informare il Prefetto e coinvolgere tempestivamente il Commissario straordinario per le persone scomparse. Il Prefetto, nell’attività di ricerca della persona scomparsa, opera con la collaborazione degli Enti locali, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, delle Associazioni di volontariato e degli altri Enti attivi sul territorio5. E’ stato, pertanto, suggerito ai Prefetti di favorire la reciprocità delle comunicazioni tra Autorità giudiziaria e Pubblica Amministrazione in tutti i casi e, cioè, a prescindere dalla notizia criminis e, comunque, anche quando dovessero sopraggiungere “fatti nuovi” che potrebbero consentire la riapertura di un procedimento penale già archiviato ovvero la riapertura del procedimento amministrativo di ricerca. Dopo avere interpellato l’Autorità Giudiziaria e i familiari dello scomparso, il Prefetto potrà decidere se coinvolgere o meno gli organi di informazione.

Con la legge 203/2012 il rapporto tra il Commissario e i Prefetti in sede si è consolidato ulteriormente e si è rafforzato il ruolo strategico dei titolari delle strutture periferiche dell’Amministrazione dell’Interno, precisi punti di riferimento per i familiari degli scomparsi e terminali del coordinamento operativo per le attività sinergiche da porre in essere.

Ebbene, in tale contesto e su tali basi, è stata affidata proprio ai Prefetti la predisposizione delle pianificazioni territoriali finalizzate a facilitare le operazioni di ricerca di persone scomparse. Queste ultime rappresentano un fenomeno estremamente vasto e pluriarticolato e rappresentano un problema “peculiare” con diverse connotazioni (sociologiche, giuridiche, psicologiche, mediche, bioetiche). Particolarmente importanti, ai fini delle strategie operative di ricerca, sono la tempestività della denuncia, atteso che prima si attivano le ricerche, maggiore sarà la probabilità di un ritrovamento nelle prime ore dall’evento e risalire, ove possibile, alla causa della “scomparsa”.

Le principali cause delle scomparse sono: l’allontanamento volontario, i disturbi psicologici, l’essere vittime di reato, l’allontanamento da istituto o da comunità e, per i minori, la sottrazione da parte del coniuge o di altro congiunto. Occorre, altresì, considerare che, soprattutto in questi ultimi anni di pandemia mondiale, le condizioni di disagio che si sono estese alle diverse componenti della nostra società, causate da una persistente recessione economica che sta investendo l’Europa e, di conseguenza anche il nostro Paese, hanno fatto registrare un aumento dei disturbi e delle crisi depressive di persone le quali, all’improvviso, si allontanano dal proprio ambiente. Se un tempo le cause erano dovute quasi esclusivamente a malesseri derivanti da problematicità e patologie varie, oggi le motivazioni attengono anche alla difficoltà di gestire situazioni economiche estremamente difficili derivate dalla perdita del posto di lavoro e dal soffocamento dei debiti e per quanto riguarda i minori, per le conseguenze negative sul benessere psico-fisico dei giovani dovute alle restrizioni 6.

Concentrando, però, l’attenzione principalmente sui minori, in base alle motivazioni dell’allontanamento, i giovani scomparsi si raggruppano in tre ambiti principali:

1) Minori che si allontanano volontariamente dall’abitazione o dalle comunità;

2) Minori figli di persone separate sottratti al genitore affidatario dall’altro genitore o da altro congiunto;

3) Minori vittime di reato.

La prima categoria è quella maggioritaria. Spesso, infatti, i minori da rintracciare sono stranieri che hanno abbandonato le strutture alle quali erano stati affidati, oppure minori, italiani e stranieri, che si sono allontanati volontariamente dall’ambito familiare. In generale, nel 2020 sono stati denunciati 7.672 casi di minori scomparsi, di cui 5.511 stranieri e 2.161 italiani e sono stati ritrovati 3.322 scomparsi (di cui 1.518 stranieri e 1.804 italiani), che rappresentano il 27,54% dei casi per quanto attiene gli stranieri e l’83,47% per quanto riguarda gli italiani7.

Per quanto riguarda, invece, le indagini sullo sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale in danno dei minori, sono stati costituiti a livello governativo, uffici minori e sezioni specializzate. In particolare, la Sezione minori, che opera presso la Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, svolge un’azione di monitoraggio e di impulso delle attività preventive e investigative degli Uffici di polizia territoriali. Le ricerche dei minori vengono avviate, dopo la denuncia dei familiari o della comunità cui è affidato, con l’inserimento del nominativo nel “CED-Interforze”, in modo tale che la notizia della scomparsa possa essere nota, in tempo reale, a tutte le Forze di Polizia.

Grazie a tale procedura, inoltre, le ricerche sono estese automaticamente a tutti i Paesi che aderiscono all’accordo di Schengen. Se si ritiene che il minore scomparso possa trovarsi in altri Paesi del mondo, viene chiamata in causa l’Interpol, che ha un ruolo di raccordo con le Forze di Polizia dei vari Paesi aderenti.

E’ attivo anche un apposito sito per la ricerca dei bambini scomparsi, che consente di mettere on line i dati anagrafici, fotografie e ogni altra notizia utile per le ricerche. La Polizia di Stato, infatti, dal 2000 ha aderito al network dell’ICMEC – International Center for Missing and Exploited Children – organizzazione statunitense nata nel 1999, attivando il sito italiano per i bambini scomparsi it.globalmissingkids.org, denominato GMCN Italy, gestito dal Servizio centrale anticrimine. Attraverso questo sito sono state rese disponibili, a tutti gli utenti della Rete, informazioni su casi di scomparsa e notizie utili al rintraccio.

E’ stata inoltre istituita, presso il Ministero degli Affari Esteri, una task force interministeriale sulla sottrazione internazionale dei minori.

Considerato quanto esposto fino a quetso momento, è evidente che l’incremento del fenomeno ha imposto un continuo aggiornamento delle tecniche di ricerca ed, infatti, già nel 2011, è stata siglata una convenzione per la realizzazione, con il progetto “Italian child abduction alert system”, di un dispositivo di diffusione dell’allarme in caso di scomparsa di minore, che prevede il coinvolgimento dei vertici delle Forze di Polizia, del Formez, di reti radio-televisive, di gestori delle vie di comunicazione e dei trasporti, di siti Internet e gestori della telefonia, degli operatori dei servizi di ristorazione e retail autostradali, nonché del Telefono Azzurro. Ne è sorto un sistema, ispirato al modello americano di “Amber Alert (America’s Missing Broadcast Emergency Response)”, operativo dall’agosto del 2013, che prevede un’azione coordinata, finalizzata a favorire la massima diffusione, a livello nazionale, di elementi informativi utili alla ricerca. Il dispositivo viene attivato su iniziativa dell’Autorità Giudiziaria, quando vi siano timori per l’incolumità del minore, diffondendo un messaggio contenente informazioni sulla scomparsa attraverso i mass media e ogni altra organizzazione capace di propalarlo, al fine di consentire a chiunque sia in possesso di elementi utili di metterli a disposizione degli uffici competenti.

Questo sistema si affianca ai numeri di emergenza 114 “SOS Emergenza Infanzia” e 116000, numero unico europeo per i bambini scomparsi. Il primo è una numero che raccoglie tutte le segnalazioni che attengono alla sfera dei minori, fornendo assistenza psicologica nonché consulenza psico-pedagogica per tutte le situazioni di emergenza di bambini. Detto servizio è gestito dall’Associazione “S.O.S. Telefono Azzurro onlus”. Il secondo è, invece, un servizio specifico per la segnalazione di casi relativi alla scomparsa di minori, previsto nell’ambito dei Paesi dell’Unione Europea, attribuito alla competenza del Ministero dell’Interno ed affidato alla gestione di Telefono Azzurro, in ragione della vasta esperienza di quest’organizzazione nel campo dell’ascolto delle problematiche dell’infanzia8. Gli operatori dell’associazione, ogni qualvolta ricevono segnalazioni di scomparsa di minori, compilano un apposito modulo contenente le notizie raccolte e lo inoltrano tempestivamente agli Uffici di polizia territorialmente competenti, attivando, così, l’apparato di sicurezza e l’intervento delle Forze di Polizia. Detto servizio, di recente, si è arricchito e potenziato, con l’acquisizione degli ultimi e innovativi strumenti di comunicazione. È possibile, infatti, scaricare gratuitamente attraverso l’app store del proprio dispositivo mobile, l’applicazione “APP 114 emergenza infanzia” messa a disposizione del telefono azzurro, attraverso il quale, con il consenso della persona, è possibile attivare la posizione da cui è partita la segnalazione.

La consapevolezza dell’importanza cruciale rivestita dai primi momenti che seguono ogni scomparsa è uno degli elementi alla base dell’istituzione di questo numero, atteso che il fattore tempo può essere sicuramente determinante ai fini del rintraccio. Per tale ragione, risulta di particolare importanza la formazione del personale delle Forze di polizia chiamato ad intervenire nei casi di scomparsa, formazione che deve necessariamente tener conto anche delle particolarissime condizioni in cui vengono a trovarsi i familiari del bambino e delle loro esigenze di assistenza e sostegno psicologico.

Per concludere, si può dire che per contrastare il fenomeno della scomparsa dei minori è necessario individuare e analizzare le motivazioni che inducono all’allontanamento dalla famiglia di appartenenza, sviluppare progetti congiunti rivolti a infanzia e adolescenza, promuovere iniziative di sensibilizzazione delle famiglie sul problema nonché realizzare azioni per creare una rete di sostegno al nucleo familiare che si trova a vivere questa esperienza.

Per aiutare il cittadino ad adottare un comportamento efficace, qualora si trovasse a dover affrontare la scomparsa di una persona, il Governo ha reso disponibile sulla pagina web del Ministero dell’Interno 3 video tutorial9. Il messaggio comune contenuto in tutti e tre i filmati è quello di “denunciare subito” una scomparsa alle Forze di polizia, in quanto, come detto in precedenza, il fattore temporale è estremamente indispensabile ai fini di una maggiore probabilità di ritrovamento della persona.

1Ministero dell’interno, Convegno sulle persone scomparse, “La scomparsa di persone: una sfida per i paesi UE” disponibile qui: http://commissari.gov.it/media/1379/la-pubblicazione-convegno-sul-fenomeno-delle-persone-scomparse.pdf, pag.36.

2ibidem.

3Ivi, pag 10.

4Commissario straordinario del governo per le persone scompare: XXIV relazione annuale (1 gennaio 2020-31 dicembre 2020) disponibile qui: https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2021-02/xxiv_relazione_annuale_2020_compressed.pdf pag.63

5La scomparsa di persone”, op. cit., pag.10.

6Ivi, pag. 11

7  XXIV relazione annuale, op. cit., pag. 16.

8La scomparsa di persone: una sfida per i paesi UE”, op. cit., pag. 14.

9 È possibile prendere visione dei video attraverso questo link :https://www.interno.gov.it/it/ministero/commissari/commissario-straordinario-governo-persone-scomparse.

Claudia Graziano

Avvocato penalista, esperta in scienze forensi Claudia Graziano nasce a Catanzaro il 18/07/1989. Si laurea in Giurisprudenza presso l'università "La Sapienza" di Roma il 16/06/2015 con una tesi in criminologia dal titolo:" Evoluzione storico-criminologica dei metodi d'indagine investigativa nel sistema penale italiano". Sia durante il percorso di studio che successivamente ha approfondito le sue passioni seguendo vari corsi di formazione in ambito criminologico ed in particolare: sulle tecniche di identificazione di un soggetto nel processo penale, sull'analisi della scena del crimine, sui serial killer e molti altri ancora. Dopo la laurea decide di svolgere il tirocinio per lo svolgimento della pratica forense presso uno studio legale, occupandosi sia di diritto civile che di diritto penale. Quasi al termine del tirocinio, Claudia ha voluto approfondire le materie di suo interesse. Ha, così, iniziato un Master di II livello Scienze forensi (criminologia, investigazione, intelligence, security) presso l'università "La Sapienza" di Roma . Ha concluso tale percorso il 17/02/2018 con una tesi in intelligence dal titolo:" Cyber Humint: il quadro normativo e l'applicabilità nel sistema penale italiano" e con una votazione di 110/110. Nello stesso anno in data 6.12.2018 sostiene l'esame di abilitazione alla professione forense presso la Corte d'Appello di Catanzaro risultando idonea con una votazione di 270/300. Dal 1.07.2019 ha iniziato a collaborare presso uno studio legale sito in Roma occupandosi della redazione di atti giuridici, svolgendo sia attività amministrativa che di organizzazione dello studio. Dal 23.01.2020 è iscritta all'ordine degli avvocati di Roma. Attualmente svolge la professione di avvocato presso uno studio legale sito in Roma. Collabora per l'area di criminologia di Ius in Itinere.

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