giovedì, Marzo 28, 2024
Diritto e Impresa

La tutela giuridica della stampa 3D

La stampa 3D è oggi la nuova rivoluzione industriale: pezzi di ricambio, prodotti di design, abiti, protesi e tanto altro ormai sono il risultato di un processo di additive manufacturing, cioè di produzione a strati di oggetti a partire da modelli 3D digitali realizzati con software di modellazione come AutoCAD.

Si può comprendere facilmente come l’applicazione di questo nuovo modello produttivo può avere forti conseguenze su un mercato che è solito scambiare prodotti materiali. Dunque le immense potenzialità della stampa 3D determinano la necessità di avere a disposizione una tutela giuridica chiara e formale che sia in grado di proteggere questo tipo di produzione di grande utilità privata e pubblica.

I tradizionali strumenti giuridici di tutela sembrano non riuscire a coprire il processo che da un contenuto digitale permette di passare alla concretizzazione fisica oppure dalla scannerizzazione di un oggetto alla sua riproduzione. Difatti, il Comitato Economico e Sociale nel suo parere sul tema “Vivere domani. La stampa tridimensionale come strumento per rafforzare l’economia europea” (CCMI/131) del 18 Maggio 2015 ha espresso insoddisfazione a tal proposito per l’uso delle tutele tradizionali che tendono in maniera schematica a ripartirsi in:

  • opere d’ingegno (es. libri, quadri ecc.) protette dal diritto d’autore;
  • segni distintivi (es. marchio, ditta, denominazione d’origine ecc.) tutelati se registrati o tramite l’uso di fatto;
  • innovazioni tecniche e di design (es. invenzioni, varietà vegetali ecc.) salvaguardate dal diritto brevettuale.

In particolare, ci sono stati dei tentativi, non universalmente riconosciuti, di ricondurre la stampa 3D alle tutele tradizionali:

  • per quanto concerne il diritto d’autore, è doveroso ricordare che questo protegge le opere originali, ma non la semplice riproduzione di un oggetto già esistente. Inoltre, se si estendesse alla stampa 3D la tutela autoriale si determinerebbe una violazione di copyright in caso di memorizzazione ed elaborazione nell’apparecchio di stampa 3D. Secondo alcuni si potrebbe far ricadere la stampa 3D effettuata in casa negli artt. 71-sexies ss. della L. 633/41 che prevedono il compenso per “copia privata” in caso di “riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente personale, purchè senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali“.
  • i marchi e le innovazioni hanno applicazione industriale ed infatti sono espressamente previsti dall’art. 1 del D. Lgs. 30/2005 (Codice della Proprietà Industriale): “Ai fini del presente codice, l’espressione proprietà industriale comprende marchi ed altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni di origine, disegni e modelli, invenzioni, modelli di utilità, topografie dei prodotti semiconduttori, informazioni aziendali riservate e nuove varietà vegetali“. Allo stesso modo la stampa 3D ha applicazione industriale poiché permette la riproduzione in serie. In particolare però nascono dei problemi a causa della riproduzione privata in casa che si esime dalla violazione dei diritti di proprietà intellettuale grazie a minime modifiche dell’oggetto prodotto. A tal proposito si parla di democratization of manufacturing dal momento che le barriere all’ingresso nel mercato sono minime, la produzione non è standard ma personalizzata, la realizzazione è molto semplice e vengono meno le distinzioni formali tra produttore, distributore e venditore finale.

D’altro canto, bisogna considerare che spesso nell’ambito della proprietà intellettuale il cambiamento si concretizza prima nella prassi e poi diviene formale a livello normativo. Quindi è possibile aspettarsi questo tipo di progresso. Infatti, la grande diffusione della stampa 3D potrebbe superare la protezione intellettuale facendola collassare e quindi allarmando i legislatori a intraprendere effettive attività normative comuni in materia. Basti pensare al settore dei giocattoli che si vedrebbe ridimensionato dalla produzione personale di giochi da parte dei ragazzi tramite l’accesso a file CAD.

Partendo dal presupposto che il futuro vede come nuovi oggetti di vendita i file digitali, sono stati elaborati possibili tentativi di protezione in modo da contenere il fenomeno nei limiti della proprietà intellettuale:

  • Digital Rights Management (DRM) sono misure di protezione che impediscono tecnologicamente la stampa di file senza un apposito codice di sblocco acquistabile oppure impediscono una riproduzione infinita delle copie del prodotto. Si tratta di complesse licenze multiuso.
  • Sistema di cloud per cui la singola stampante richiede l’autorizzazione di stampa e se questa sussiste si può procedere con la stampa.

Questi sistemi non rispondono però al rischio di scannerizzazione e riproduzione di oggetti già esistenti.

Ad oggi dunque si auspica una maggiore tutela in materia perché è evidente come la stampa intersechi tutti i settori della tecnologia, mettendo alla prova gli odierni paradigmi industriali.

 

Elisabetta Colombo

Elisabetta Colombo, in concomitanza agli studi accademici presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano, è attualmente attiva nell'associazione internazionale ELSA (The European Law Students' Association) con la nomina di Presidente di ELSA Milano ed inoltre lavora nel Team for External Relations di ELSA Italia. Nel febbraio 2016 si è aggiudicata il quarto posto all'ICC International Commercial Mediation Competition e a novembre il primo classificato alla II National Negotiation Competition organizzata da ELSA Italia. Ricopre la carica di Head of Organizing Committee della III edizione della National Negotiation Competition che sarà ospitata da ELSA Milano questo novembre. Con l'incarico di National Coordinator e Researcher del Legal Research Group internazionale sul tema dell'European Compliance Benchmark ha approfondito la relativa tematica coordinando al contempo il gruppo di lavoro italiano giungendo dunque alla pubblicazione del lavoro lo scorso maggio.

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