giovedì, Marzo 28, 2024
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L’automatico riconoscimento dei titoli conseguiti in uno Stato Membro: il Consiglio di Stato rimette la questione alla CGUE

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Di recente è stata affrontata dal Consiglio di Stato la spinosa questione del riconoscimento negli Stati Membri dei titoli professionali conseguiti in un diverso paese dell’Unione Europea.

Il legislatore comunitario, infatti, nell’ottica di eliminare tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle persone all’interno degli Stati Membri, ha predisposto una disciplina intesa a favorire il riconoscimento della qualifica professionale conseguita in un paese, anche all’interno degli altri Stati.

Lo spunto per approfondire il tema, proviene dall’ordinanza del Consiglio di Stato[1] a proposito del caso del dottor Preindl Hannes, cittadino italiano, che aveva proposto duplice istanza di riconoscimento di titoli conseguiti presso l’Università di Innsbruck, al fine di esercitare le relative professioni nel nostro paese.

Al dott. Preindl era stata riconosciuta immediatamente la validità del titolo di Odontoiatra, ancorchè acquisito in un paese diverso (Austria) da quello in cui chiedeva di esercitare la professione (Italia), proprio  in ragione del principio dell’automatico riconoscimento dei titoli che rispettano taluni requisiti minimi, sancito dalla direttiva 2005/36/CE[2].

Al contrario, non trovava accoglimento la richiesta, successivamente avanzata dallo stesso, in ordine al riconoscimento del titolo di Medico Chirurgo, conseguito nella medesima università, sul presupposto che nel nostro ordinamento non è consentita la contestuale frequenza a più corsi di studio, circostanza che si era invece verificata nel caso de quo.

Avverso il diniego dell’Amministrazione, il dottore proponeva ricorso al TAR lamentando l’illegittima violazione della previsione di cui all’art. 21 della direttiva 2005/36/CE[3], confluita nell’art. 31 del D.lgs. 206/2007. Sul punto, nell’accogliere il ricorso, i giudici chiarivano che conditio sine qua non per il riconoscimento è il rispetto dei requisiti minimi di cui alla direttiva, nonché l’aver svolto un cursus studiorum tale da legittimare il rilascio della certificazione dall’Ordine dei Medici del paese in questione (Austria).

La pronuncia del TAR è stata, però, appellata dal Ministero convenuto. Rilevata  la necessità di sottoporsi ad un certo numero di ore di insegnamento teorico-pratico presso l’università al fine di vedersi riconosciuta la qualifica professionale, l’appellante ha ritenuto violata la direttiva comunitaria nella misura in cui alcuni degli esami sostenuti dal dott. Preindl sarebbero stati considerati tanto ai fini del rilascio del titolo di Odontoiatra, quanto del successivo titolo di Medico Chirurgo. Ciò avrebbe, di fatto, determinato una disparità di trattamento tra i cittadini austriaci e quelli degli altri Stati Membri.

La questione dunque, si basa sulla necessità di accertare se l’automatismo del riconoscimento sancito dalla direttiva comunitaria, possa dirsi operante anche nel caso di specie, atteso che la formazione del dottore è stata parziale, essendo intervenuta una contestuale frequenza dei corsi universitari.

Non potendo, il Consiglio di Stato, pronunciarsi in modo definitivo sul punto, ha rimesso la delicata questione all’attenzione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

[1] Ordinanza n. 5249, Cds, sez. III, del 14 novembre 2017.

[2] Direttiva del 7 settembre 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

[3] Si tratta dell’automatico riconoscimento dei titoli di formazione di medico; infatti, la norma in questione, prevede che: “Il riconoscimento automatico dei titoli di formazione di medico con formazione di base non dovrebbe pregiudicare la competenza degli Stati membri di richiedere o no che questi titoli siano accompagnati da attività professionali.

Chiara Svampa

Chiara Svampa nasce a Napoli nel novembre del 1993. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo Umberto I di Napoli, si iscrive al Dipartimento di Giurisprudenza presso l'università Federico II di Napoli dove attualmente frequenta l'ultimo anno. Sin da subito animata da grande passione, con il progredire degli studi si interessa in particolar modo al Diritto Amministrativo. A conclusione del suo percorso universitario è infatti impegnata nella redazione della tesi in Diritto Amministrativo relativa alle nuove modalità di conclusione del procedimento amministrativo, seguita dalla Prof. Spagnuolo Vigorita.

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