giovedì, Marzo 28, 2024
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Le politiche economiche del Piano Marshall

Nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tutti i Paesi alleati dell’America, nonostante in teoria fossero ritenuti i vincitori del conflitto, avevano comunque subito gravissimi danni che misero in ginocchio le loro diverse economie. Tra i danni più importanti che si registrarono in quel periodo, si ricordano quelli ai terreni che erano ormai diventati impossibili da coltivare e quelle alle industrie, totalmente rase al suolo durante il conflitto. Tra i numerosi problemi c’era anche quello della carenza di materie prime in particolare del carbone, che era considerato uno dei materiali più importanti dell’epoca per permettere il funzionamento di attrezzature e macchine industriali. L’unico Paese che in Europa aveva delle discrete riserve di carbone era la Germania, ma che, all’indomani della grande guerra, si trovava in condizioni così gravi che non permettevano ai tedeschi di estrarre tali riserve e poterle poi utilizzare per ricavarne profitto. Gli Stati Uniti d’America erano l’unico Paese in tutto il globo con un’economia ancora all’altezza di fronteggiare i diversi problemi che, in effetti, erano presenti un po’ dovunque.

Fu proprio l’America a ideare un piano economico che attraverso la sua attuazione avrebbe dovuto risanare l’economia europea e quindi riprendere, o meglio, creare la possibilità di intraprendere nuovi scambi commerciali proprio tra il vecchio continente e la Land of freedom. Il pensiero degli Stati Uniti era alquanto lungimirante a dimostrazione della tradizione capitalistica che da sempre ha caratterizzato le loro politiche economiche. La visione degli States era unica e in quel periodo si dimostrava realizzabile solo dagli americani. Il piano Marshall fu istituito anche per combattere l’avanzata dell’ideologia comunista proveniente dall’ex Unione Sovietica, infatti proprio perchè la contrapposizione di quest’ultima richiamò a sé altri Paesi sui quali aveva una grande influenza, l’iniziativa economica valeva solo per la parte occidentale dell’Europa, perché quella orientale, che era sotto il controllo sovietico, non vi aderì, rifiutando gli aiuti: Stalin credeva che il piano fosse solo un’iniziativa del governo statunitense per metterlo in cattiva luce rispetto ai suoi fedeli e di certo non poteva aderirvi, era come un’ammissione di debolezza nei confronti dei nemici capitalisti[1]. Ad ogni modo, Nella primavera del 1946 Churchill lancia un appello agli Stati Uniti per la difesa della democrazia in Europa, resa tanto più urgente dalla situazione in cui versa una Gran Bretagna uscita talmente stremata dal conflitto da non avere più incidenza sulle sorti della politica mondiale. In uno storico discorso, Truman ribadisce la necessità di liberare l’Europa dalla miseria e dal bisogno per fermare l’avanzata del comunismo[2].

Nel 1947 venne firmato l’European Recovery Program, o più comunemente chiamato Piano Marshall dal nome dell’allora Segretario di Stato George Marshall. Il piano venne avviato nella primavera del 1948 e si concluse formalmente nel giugno 1952, anche se, di fatto, terminò la propria attività nella primavera del 1951.[3] Questa manovra economica consisteva in aiuti ai Paesi colpiti dalla guerra e alla relativa creazione di organismi internazionali per la cooperazione tra essi. La prima difficoltà che si manifestò dopo l’attuazione del Piano Marshall era quella relativa ai Paesi europei, che venendo da una guerra fratricida non erano solo economicamente messi allo stremo, ma si trovavano ancora in una situazione di astio e odio reciproco e quindi farli cooperare o quanto meno proporre una politica economica basata sullo scambio di prodotti, era alquanto impensabile. Questo generò una confusione comune e i risultati tanto attesi non subito si manifestarono. L’obiettivo era quello di reintegrare nel contesto politico economico e sociale europeo anche la Germania, ma ovviamente i francesi non erano d’accordo a questo tipo di programma di reinserimento e resero impossibili in un primo momento tutti i negoziati. Nel 1951, grazie alle pressioni degli Stati Uniti, nasce la CECA ossia la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, che aveva lo scopo di mettere in comune la produzione e il commercio di queste due materie prime. Anche se non ci sono fonti certe, si attesta che gli aiuti americani in termini di denaro furono intorno ai 12 miliardi di dollari, per l’acquisto di macchinari industriali e prestiti erogati. Il Piano Marshall, per certi aspetti fu un successo, in quanto grazie alla sua attuazione, ci fu un boom economico presente i vari Paesi europei, come anche in Italia, a partire dagli anni 60. Se si analizza tale operazione dal punto di vista della politica economica che è stata adottata per portare alla luce il processo di risanamento europeo, potremmo affermare che il Piano Marshall ha avuto come obiettivo fondamentale quello di creare una rete di scambi privilegiata tra America ed Europa con conseguenti vantaggi su ambo i lati, ma tagliando fuori altre potenze estere come quelle asiatiche o per l’appunto ex sovietiche.

Dall’European Recovery Program, si darà vita alla CEE (Comunità Economica Europea) ed infine alla nascita dell’Unione Europea col trattato di Maastricht nel 1992. Anche se i processi di cooperazione tra i vari Stati membri dell’Unione sono ancora da migliorare, tutto il continente europeo sta vivendo il periodo di pace più lungo della sua storia, a dimostrazione del fatto che lo spirito di cooperazione tra popoli e la guida di istituzioni sovranazionali che mirino all’interesse collettivo, al di là di chi programma la linea politica economica da seguire,  è di fondamentale importanza per poter mantenere un equilibrio storicamente fragile e che il più delle volte proprio per la sua estrema debolezza non ha potuto impedire l’insorgere di conflitti che hanno messo in ginocchio molti degli attori coinvolti.

[1] ‘’Piano Marshall’’ Appunto di Storia sulla fame nell’Europa del dopoguerra, il piano Marshall e i benefici occidentali, l’opposizione di Stalin di www.skuola.net

Disponibile qui: https://www.skuola.net/storia-contemporanea/piano-marshall.html

[2] ‘’Il Piano Marshall: L’aiuto all’economia europea’’ di www.raistoria.rai.it

Disponibile qui: http://www.raistoria.rai.it/articoli/il-piano-marshall-laiuto-alleconomia-europea/2928/default.aspx

[3] ‘’ Marshall, piano’’. Dizionario di Economia e Finanza (2012) di www.treccani.it

Disponibile qui: http://www.treccani.it/enciclopedia/piano-marshall_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/

Mario Nocera

Mario Nocera, nato a Napoli il 04/01/1992 Direttore Area: Politica Economica Responsabile sviluppo business Laurea Magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni presso: l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Tesi di Laurea in: Teoria dell Sviluppo umano. Titolo Tesi: ''Le diseguaglianze in Italia : il divario tra Nord e Sud'' Interessi: economia, finanza, politica, attualità e sociologia. Contatti: mario.nocera@iusinitinere.it

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