venerdì, Marzo 29, 2024
Labourdì

Legge 104: utilizzo e retribuzione dei permessi

La legge 104 del 5 febbraio 1992 contiene la disciplina relativa all’assistenza dei soggetti portatori di handicap, prevedendo a favore degli stessi una serie di condizioni ed agevolazioni che concernono lo svolgimento anche della vita lavorativa di tali soggetti(1).

Ciò che specificamente interessa, però, in tale sede concerne l’utilizzo dei permessi da parte dei soggetti lavoratori (coniuge, convivente, genitore, figlio, fratello, sorella, parente entro il terzo grado) che devono assistere un parente che beneficia delle agevolazione di cui alla legge 104.

La normativa prevede, infatti, che ogni lavoratore che assiste un parente portatore di handicap, ha diritto a 3 giorni mensili di permessi retribuiti.
Vi sono diverse modalità per poter usufruire dei permessi.
Difatti il permesso, oltre a poter essere sfruttato nel tradizionale modo di utilizzo delle 3 giornate, può essere utilizzato anche frazionando le 3 giornate, così corrispondendo a 6 mezze giornate, utilizzabili però sempre nel corso dello stesso mese.

Accanto a tale tipologia di permesso, la Legge 104 prevede due ulteriori categorie di congedo.
E’ previsto il congedo cosiddetto straordinario, per via del fatto che esso ha una durata di 2 anni nell’arco della vita lavorativa.
Esso è però utilizzabile solo dai soggetti indicati dalla legge.
L’altra alternativa è quella del permesso giornaliero di due ore, riconosciuto in ipotesi di handicap particolarmente grave e unicamente ad un lavoratore che assiste la persona portatrice di handicap che, pertanto, sarà il suo referente unico.

La legge 104 prevede che al lavoratore che presti assistenza a taluno dei soggetti beneficiari della 104, debba essere assicurata un’indennità a carico dell’INPS pari all’ammontare della retribuzione riconosciuta al lavoratore.
Al pagamento, però, non vi provvede direttamente l’INPS, bensì il datore di lavoro quale sostituto d’imposta.

Questo excursus relativo alla disciplina dei permessi prevista dalla legge 104 è utile al fine di cogliere l’insegnamento fornito di recente da una pronuncia della Suprema Corte di Cassazione (2).

Gli ermellini, infatti, hanno sancito che non è corretta la decurtazione dalle ferie dei giorni di permesso fruiti da parte del lavoratore per dare assistenza al familiare affetto da handicap.
Il caso di specie presentatosi all’attenzione della Corte riguardava un ricorso presentato da parte di un’azienda nei confronti del dipendente che si era assentato per prestare assistenza al partner affetto da handicap.
La datrice di lavoro, in particolare, aveva in quell’occasione decurtato i giorni di permesso fruiti dal periodo di ferie di cui il lavoratore avrebbe dovuto fruire.

La Corte sottolineava, diversamente, l’illegittimità di tale decurtazione operata dalla datrice di lavoro.
I giudici di legittimità, infatti, seguendo una giurisprudenza conforme in materia, confermano che eventuali limitazioni alla computabilità dei permessi può essere prevista solo in ipotesi di cumulo dei permessi con i congedi parentali ordinari, determinandosi altrimenti una sospensione significativa dall’attività lavorativa.

Gli ermellini pongono in particolare l’attenzione sul diritto alle ferie di ciascun lavoratore che, affiancato agli obblighi di tutela ed assistenza nei confronti dei disabili, di cui alla legge n° 104/1992, giustificano il rigetto del ricorso proposto dall’azienda, affermando l’illegittimità della decurtazione dei giorni di permesso dalle ferie del lavoratore.

Fonti

1) Legge n° 104/1992 – “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”

2) Cassazione, sesta sez. civ., ordinanza n° 2466/2018.

Dott.ssa Marilù Minadeo

Nata a Napoli, il 26/07/1991. Nel marzo del 2016 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l' Università Federico II di Napoli. Ha intrapreso il percorso di preparazione al concorso in magistratura, frequentando un corso di formazione privato presso un magistrato. Inoltre, sta perfezionando la formazione presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni legali di Napoli ed è praticante avvocato.

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