La legge Madia nel dare impulso ad un’attività riformatrice dell’assetto organizzativo della P.A. è riuscita a incidere notevolmente anche in termini di riforma del lavoro pubblico. Un intervento di tale portata era, in verità, auspicato da tempo visti i chiari limiti delle precedenti riforme. Forte appariva il malcontento rispetto all’incapacità della pubblica amministrazione di fornire servizi essenziali attraverso sistemi di qualità e struttura efficiente.
A tal proposito, uno degli aspetti su cui si è inteso incidere è quello che concerne il regime disciplinare, per porre un freno a tutte le molteplici condotte scorrette poste in essere dai dipendenti.
L’obiettivo che ha ispirato la riforma è stato quello di realizzare un sistema disciplinare semplice e efficace, idoneo cioè a favorire interventi diretti e immediati sulle condotte scorrette.
Attraverso la riforma varata con la legge n. 124 del 2015 si è inteso modellare tale procedimento su due piani.
Per ciò che concerne le infrazioni irrisorie si è configurato in capo al responsabile della struttura, dove il lavoratore svolge la sua attività, il potere di procedere ad un rimprovero verbale privo di formalità.
Rispetto, invece, all’inflizione della altre sanzioni si è riconosciuto potere di intervento esclusivamente all’Ufficio per i procedimenti disciplinari.
Una scelta in tal senso ha interrotto drasticamente con la tradizione precedente che vedeva, al contrario il coinvolgimento di numerosi uffici. L’aver però affidato tali valutazioni disciplinari ad un’unica figura, ha generato dubbi sulla sua idoneità e imparzialità, essendo forse più giusto riconoscere un potere di intervento così marcato ad un ente dotato di una struttura collegiale.
La volontà di accentrare la valutazione in capo ad un unico ufficio è stata però controbilanciata da un inasprimento delle sanzioni per coloro i quali sono tenuti a dare esecuzione al provvedimento disciplinare.
In primo luogo si è prevista, anche rispetto a soggetti non dotati di carica dirigenziale purchè chiamati all’espletamento di tale funzione, un potere di sospensione dalla loro attività laddove non abbiano dato impulso al procedimento sanzionatorio nei termini prestabiliti.
In secondo luogo si è configurata una forma di responsabilità tutte le volte in cui siano disattese le disposizione previste per l’esecuzione del procedimento in esame.
Per quanto riguarda però il carattere essenziale di questo procedimento sanzionatorio, la valutazione che si è chiamati a fare concerne la performance e i livelli raggiunti dal singolo lavoratore. Per cui a seguito di tale riforma sarà possibile procedere al licenziamento del dipendente tutte le volte in cui quest’ultimo avrà conseguito una valutazione negativa in un triennio.
Occorre sottolineare però che la valutazione in termini di performance non concernono solo il singolo lavoratore ma l’intero ufficio. Il criterio a cui il giudizio deve essere improntato è quello dei servizi resi dall’unità lavorativa in esame.
Per cui la valutazione dei lavoratori risulta comunque ancorata alla performance realizzata dall’area di responsabilità o dall’unità organizzativa dove il soggetto presta la propria mansione.
Tuttavia la scelta di configurare un licenziamento disciplinare improntato al carattere della performance perde le sue potenzialità mancando un quadro normativo chiaro e coerente a cui far riferimento. Il pubblico impiego è di fatto ancora fortemente legato ad un connotato formalistico e per tanto appare inidoneo a rispondere alle esigenze di valutazione del personale volte a valorizzare il capitale umano.
Ciò che dunque può evidenziarsi è che nonostante i buoni propositi la Riforma Madia non è riuscita a realizzare in concreto l’opera di riammodernamento della P.A. dal momento che non è in grado di valorizzare il capitale umano come punto di partenza per un processo di ripresa economica del paese.
Serena Zizzari é nata a Caserta il 12/03/1993. Ha perseguito i suoi studi universitari presso la Facoltà Federico II di Napoli dove, in data 12/07/2016, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza con votazione 110 e lode.
Ha vissuto un’ esperienza di studio all’estero attraverso il progetto Erasmus nella città di Siviglia. Praticante avvocato, attualmente frequenta un corso privato di preparazione al concorso in Magistratura e il primo anno della Scuola di specializzazione delle Professioni legali.