sabato, Gennaio 25, 2025
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L’Online Safety Act sulla sicurezza in rete nel Regno Unito: le possibili implicazioni per il piano regolatorio internazionale

A cura di Isabella Carantani

L’Autorità di regolamentazione e di concorrenza per le industrie delle comunicazioni del Regno Unito (Ofcom)[1], ha recentemente pubblicato alcuni aggiornamenti relativi all’attuazione e implementazione dell”Online Safety Act 2023“,[2] che impone obblighi stringenti a carico di varie piattaforme digitali per garantire la sicurezza degli utenti, in particolare dei minori.[3]

Sebbene si tratti di una normativa britannica, il suo impatto potrebbe estendersi ben oltre il Regno Unito, influenzando anche l’Italia e altri Paesi europei. Questo perché Online Safety Act prevede che le sue disposizioni vengano applicate anche alle aziende che si trovano al di fuori del Regno Unito, qualora i servizi dalle stesse offerti siano accessibili agli utenti e cittadini inglesi e, proprio per questo, comprendere la portata di tali disposizioni, consente di essere preparati alle possibili ripercussioni per le aziende tecnologiche coinvolte presenti sul territorio nazionale.

 

Obblighi imposti dall’Online Safety Act e poteri di intervento dell’Ofcom

L’Online Safety Act, entrato in vigore nel 2023, si pone l’obiettivo di proteggere i bambini e gli adulti da contenuti online dannosi e illegali, imponendo una serie di obblighi e doveri nei confronti dei fornitori di servizi di social media e piattaforme digitali che permettono agli utenti di interagire o di condividere contenuti ed implementando sistemi di valutazione del rischio finalizzati alla prevenzione di diffusione di materiali pericolosi, nonché sistemi di rimozione degli stessi.

In questo contesto è stato affidato all’Ofcom, in qualità di regolatore indipendente della sicurezza online, il compito di applicare gradualmente[4] la legge e definire le linee guida attuative dell’Online SafetyAct attraverso la pubblicazione di specifici codici di condotta, aggiornamenti e consultazioni pubbliche riguardanti la graduale implementazione della legge e definire i requisiti tecnici e operativia cui le piattaforme dovranno adeguarsi per evitare di incorrere nelle pesanti sanzioni previste dal nuovo regime normativo.

Le aziende coinvolte sono molteplici (variano, infatti, dalle aziende che gestiscono social media, piattaforme di condivisione video, forum online, servizi di incontri o messaggistica, ecc) ed avranno l’obbligo di dimostrare la messa in atto di sistemi e processi atti a identificare e rimuovere prontamente contenuti illegali, nonché dimostrare le azioni concrete messe in atto per mitigare i rischi legati alla presenza di contenuti che, pur essendo legali, risultano potenzialmente dannosi per i minori.

I doveri delle aziende sulla circolazione dei contenuti illegali non prevedono soltanto l’obbligo di rimozione dei contenuti illeciti già esistenti, ma anche impedirne la loro comparsa tramite modifiche o progettazioni dei siti che riducano la probabilità che vengano commesse attività criminali.[5]

Tale regolamentazione prevede anche la creazione di sistemi di denuncia e risposta efficaci, volti a garantire la tempestiva gestione delle segnalazioni degli utenti.

L’inosservanza degli obblighi comporterà sanzioni fino a 18 milioni di sterline o che potranno raggiungere il 10% del fatturato globale dell’azienda, a seconda di quale somma risulti maggiore. L’Ofcom inoltre, con l’accordo dei Tribunali, avrà il potere di adottare ulteriori provvedimenti come il blocco dell’accesso ai servizi nel Regno Unito o l’interruzione dei flussi finanziari verso le piattaforme che non risultano conformi alle disposizioni vigenti.[6]

 

Le implicazioni extraterritoriali

Le disposizioni introdotte dall’Online Safety Act presentano una chiara efficacia extraterritoriale, poiché l’Ofcom avrà i poteri necessari per adottare tutte le misure che riterrà opportune ed appropriate per renderle operative non solo nei confronti delle aziende con sede nel Regno Unito, ma anche a quelle estere che offrono servizi ad un numero significativo di utenti britannici, o in cui gli utenti inglesi siano un mercato target e, in ogni caso, quando i servizi offerti presentino un rischio di danno significativo per gli utenti inglesi. [7]

Questa estensione, che mira a garantire che qualsiasi piattaforma che operi nel mercato britannico sia conforme agli standard di sicurezza definiti dalla legge e dalle regole operative dell’Ofcom, sembrerebbe comportare importanti interventi e severe conseguenze anche per le grandi multinazionali del settore tecnologico, quali ad esempio Meta (proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp) ed altre piattaforme social, le quali saranno soggette alla supervisione regolatoria britannica. [8]

In caso di violazione delle disposizioni della legge, le piattaforme non solo rischiano sanzioni pecuniarie elevate, ma anche l’adozione di misure drastiche come il blocco delle operazioni nel Regno Unito.

L’Ofcom potrà inoltre perseguire responsabilità penali nei confronti dei dirigenti senior delle aziende che non ottemperino alle notifiche di applicazione riguardanti la sicurezza dei minori o la prevenzione dell’abuso e dello sfruttamento sessuale. Tale responsabilità personale costituisce un ulteriore deterrente volto a garantire che i vertici aziendali prestino particolare attenzione alle nuove regole.

 

Conclusione

Nonostante la complessità ed il carattere dibattuto della legge, l’Online Safety Act ed il conseguente operato dell’Ofcom riflette la crescente pressione internazionale che richiede e necessita di un maggiore controllo sui contenuti illegali e dannosi presenti e diffusi online, come già evidenziato dalle iniziative parallele a livello europeo ed americano.

Sebbene l’Ofcom abbia comunicato che alcuni degli interventi operativi (tra cui, per esempio, quelli che richiederanno alle aziende tecnologiche di accedere ai messaggi) avverranno soltanto una volta sviluppata una tecnologia idonea a consentirlo, le piattaforme digitali dovranno implementare misure di compliance sempre più stringenti, comportando un significativo adeguamento dei sistemi di gestione del rischio e della governance interna.

Tuttavia, l’implementazione di tali misure richiederà tempo e dovrà necessariamente trovare compromessi adeguati per garantire e preservare la privacy degli utenti, uno degli aspetti più controversi e dibattuti della normativa in oggetto.

 

[1]https://www.gov.uk/government/organisations/ofcom#:~:text=Ofcom%20is%20the%20regulator%20and,for%20Science%2C%20Innovation%20and%20Technology; sito web OFCOM al seguente link: https://www.ofcom.org.uk/

[2] Testo disponibile al seguente link: https://www.legislation.gov.uk/ukpga/2023/50/contents

[3] L’Online Safety Act mira a proteggere bambini e adulti online, imponendo una serie di nuovi doveri alle aziende di social media e ai servizi di ricerca, rendendoli più responsabili della sicurezza dei loro utenti sulle loro piattaforme.

La legge attribuirà ai fornitori nuovi obblighi: implementare sistemi e processi per ridurre i rischi che i loro servizi vengano utilizzati per attività illegali e rimuovere i contenuti illegali quando vengono visualizzati. In questo contesto l’Ofcom avrà il compito di sviluppare linee guida e codici di condotta che stabiliscano come le piattaforme online possono soddisfare i propri doveri, nonché di effettuare consultazioni pubbliche sulle bozze dei codici di condotta prima di finalizzarli. Per maggiori informazioni:  https://www.gov.uk/government/publications/online-safety-act-explainer/online-safety-act-explainer

 

[4] Roadmap aggiornata OFCOM disponibile ai seguenti link: https://www.ofcom.org.uk/online-safety/illegal-and-harmful-content/important-dates-for-online-safety-compliance/; https://www.ofcom.org.uk/online-safety/illegal-and-harmful-content/roadmap-to-regulation/; https://www.ofcom.org.uk/online-safety/illegal-and-harmful-content/guide-for-services/

[5] I tipi di contenuti e attività illegali da cui le piattaforme devono proteggere gli utenti sono stabiliti nella legge e includono contenuti relativi a: abuso sessuale sui minori; comportamento controllante o coercitivo; violenza sessuale; pornografia; frode; reati contro l’ordine pubblico aggravati da motivi razziali o religiosi; incitamento alla violenza; immigrazione illegale e traffico di esseri umani; promuovere o facilitare il suicidio; abuso di immagine intima; vendita di droghe o armi illegali; sfruttamento sessuale; terrorismo. Disponibile al seguente link: https://www.gov.uk/government/publications/online-safety-act-explainer/online-safety-act-explainer e circolare: https://www.gov.uk/government/publications/online-safety-act-new-criminal-offences-circular/online-safety-act-new-criminal-offences-circular#part-10–communications-offences

[6] https://www.gov.uk/government/publications/online-safety-act-explainer/online-safety-act-explainer

[7] https://www.gov.uk/government/publications/online-safety-act-explainer/online-safety-act-explainer

[8] Diverse piattaforme, tra cui WhatsApp e iMessage, hanno fortemente criticato la legge, sostenendo che sia impossibile accedere ai messaggi delle persone senza compromettere la sicurezza e la tutela della privacy dei loro utenti.

Articolo ITN – BUSINESS,

What you need to know about the Online Safety Act”, 8 agosto 2024, disponibile al seguente link: https://business.itn.co.uk/what-you-need-to-know-about-the-online-safety-act/#:~:text=The%20bill%20enforces%20tech%20companies,from%20harmful%20and%20illegal%20material; anche: https://www.punto-informatico.it/online-safety-bill-legge-approvata-rischio-privacy/

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