venerdì, Marzo 29, 2024
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Marine litter: Mediterraneo di plastica

                                                          

Marine litter”, ovvero rifiuti solidi marini. Si tratta di materiali durevoli e persistenti che, originati da attività umane, arrivano in mare per diverse ragioni e finiscono con il galleggiare o ancor peggio, con l’annidarsi nei fondali. Tra questi, quello che oggi mina maggiormente la salubrità delle nostre acque e delle specie marine che le abitano è la plastica.

Ogni anno finiscono in mare almeno 8 milioni di tonnellate di plastica. Una volta dispersa nell’ambiente marino, la plastica può rimanere intatta per centinaia di anni. La conseguenza è la creazione di veri e propri agglomerati plastici in mare, le ben note isole di plastica. Nel mondo se ne contano cinque: due nel Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’Oceano Indiano.  Anche il “Mare Nostrum” non è esente da tale problematica. Studi recenti dimostrano che la densità di materiale plastico presente nel Mediterraneo è molto più elevata rispetto alla più grande isola di plastica globale, la “Great Pacific Garbage Patch”. 

Gli effetti del Marine litter sull’ambiente sono devastanti. Oltre a rappresentare una vera e propria forma di disastro ambientale, l’inquinamento che ne deriva si riversa principalmente sulle specie marine che abitano questi mari. Gli organismi marini, infatti, possono confondere i rifiuti con il cibo e , ingerendoli, trovare la morte. I rettili, gli uccelli, i mammiferi marini restano imbrigliati nei rifiuti solidi riportando menomazioni o addirittura annegando. Inoltre, poiché i rifiuti di plastica non subiscono un processo di biodegradazione ma si consumano per fotodegradazione, si trasformano in microplastiche che vengono facilmente ingerite dagli animali marini, entrando nella catena alimentare ed arrivando fino all’uomo.

Il 17 giugno 2008 il Parlamento Europeo ed il Consiglio dell’Unione Europea hanno emanato la Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l’ambiente marino, successivamente recepita in Italia con il d.lgs. n. 190 del 13 ottobre 2010.

“L’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto, salvaguardato e, ove possibile, ripristinato al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari ed oceani che siano puliti, sani e produttivi. A tale proposito la presente direttiva dovrebbe, fra l’altro, promuovere l’integrazione delle esigenze ambientali in tutti gli ambiti politici pertinenti e costituire il pilastro ambientale della futura politica marittima dell’Unione Europea”.

La direttiva mira al raggiungimento, inoltre, di un buono stato ecologico entro il 2020 , risultato di tre componenti:

– conservazione degli ecosistemi

– uso sostenibile delle risorse marine

– cooperazione tra Stati

L’Italia già nel 2006, nell’ottica di ricerca di misure che potessero arginare la problematica dei rifiuti in mare, la cui causa preponderante deriva dal packaging non degradabile e non compostabile, ha approvato la messa al bando di sacchetti di plastica non compostabili e non biodegradabili, una misura entrata in vigore nel 2011. Sebbene con numerose critiche, in primis dall’industria della plastica e successivamente anche dalla Commissione Europea che in un primo momento aveva individuato in tale misura una violazione al principio del libero mercato, oggi l’Europa auspica l’adozione della stessa soluzione da parte di tutti gli stati membri. “In soli 5 anni in Italia il consumo di plastica per produrre sacchetti, in seguito a tale previsione, si è ridotto del 55%”.

Il tema della tutela dell’ambiente marino è stato al centro del G7 Ambiente. Il 10 Giugno a Bologna, il Ministro dell’Ambiente Italiano, Gian Luca Galletti, insieme al Ministro Francese hanno organizzato una Conferenza per discutere sull’azione della “Stop Plastic Waste” Coalition, lanciata alla Cop22 di Marrakech. Questa coalizione riunisce i governi nazionali  e le amministrazioni locali per una politica integrata di rimozione dei sacchetti di plastica monouso coerentemente con la normativa internazionale già esistente. Ne fanno oggi parte Italia, Francia, Marocco, Cile, Principato di Monaco, Mauritius, Svezia, Bangladesh, Australia, Senegal, Croazia e Paesi Bassi. In occasione dell’incontro anche il Ruanda ha preso parte alla coalizione arrivando a 13 Paesi, attualmente, partecipanti.

La problematica del Marine litter ha assunto un’importanza sempre più strategica – dice Galletti – essendo ormai globalmente riconosciuto come una delle principali minacce non solo per gli ecosistemi, ma anche per la crescita sostenibile dei nostri Paesi”.

Gli obiettivi della Coalizione e del G7 Ambiente sono quelli di condividere le Best Practices attuate da ogni singolo stato e la sensibilizzazione per un intervento ed una collaborazione a livello non soltanto politico ma soprattutto sociale.

 Le istituzioni europee, intanto, lavorano sull’idea di un passaggio da un’economia lineare ed infruttuosa ad un’economia circolare in cui ciò che si produce, una volta terminato l’utilizzo per il cui fine era destinato e riciclato, si può riutilizzare. La Commissione Europea Ambiente ha richiesto la modifica di quattro direttive sui rifiuti chiedendo in particolare una riduzione dei rifiuti a mare del 30% al 2025 e del 50% al 2030. A Marzo l’Assemblea del Parlamento Europeo ha approvato la proposta richiedendo standard ancor più elevati. E’ in atto ora il confronto tra i testi della Commissione, Consiglio e Parlamento europei per la definizione dei nuovi testi delle direttive. Si attende ora l’impegno pratico da parte degli Stati e dei cittadini.

Chiara Molinario

Nasce ad Ariano Irpino (Av) il 15/05/1994. Nel 2012 consegue la maturità classica e si iscrive all'Università degli Studi del Sannio. Frequentante il quinto anno e prossima alla laurea, scrive la tesi con la Professoressa Antonella Tartaglia Polcini, in materia di Mediazione Ambientale, dopo aver frequentato un corso innovativo sulla Negoziazione e lo Sviluppo Sostenibile. Ha partecipato ad un concorso nazionale di idee, bandito dalla Fondazione Italiana Accenture, "Youth in Action for Sustainable Development Goals", in cui è arrivata in finale. E' socia di ELSA (European Law Student's Association) di cui è Responsabile dell'Area Seminari e Conferenze nel board beneventano. Ha organizzato un'importante Conferenza sul tema dell'Ambiente ed Infrastrutture a cui ha partecipato il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Molto attiva nel sociale, è Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di "Panacea", e Consigliera di amministrazione della Cooperativa "Magnolia". Ama i viaggi, la lettura, la salute e lo sport.

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