venerdì, Aprile 19, 2024
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Polizza malattie gravi

 

La polizza malattie gravi, in inglese dread disease (DD), è un tipo di contratto assicurativo ancora poco sviluppato nel mercato italiano ma la paura dell’insorgenza di alcune gravi malattie e la contingente riduzione del welfare state stanno spingendo sempre più soggetti a volersi coprire da questo tipo di rischio.

 

Una polizza malattie gravi si prefigge l’obiettivo di tutelare il contraente della polizza dal rischio legato all’insorgenza di malattie particolarmente gravi in quanto portatrici di situazioni di bisogno molto articolate ed onerose.

La compagnia che offre questo tipo di polizza si impegna a pagare un capitale forfettario all’assicurato al verificarsi dell’evento assicurato: la diagnosi della malattia grave. Va evidenziato che la prestazione non ha carattere risarcitorio, essendo completamente slegata dalle effettive spese sostenute dalla testa assicurata a causa della malattia, e non è neanche legata all’eventuale incapacità dell’assicurato di percepire reddito da lavoro. Il supporto finanziario mira invece a far fronte alle necessità e ai bisogni dell’assicurato mentre è in vita, quindi il beneficiario deve coincidere con l’assicurato. La prestazione, al verificarsi della malattia grave, sarà commisurata alla somma pattuita in polizza (il capitale assicurato), come percentuale di anticipazione o come capitale aggiuntivo, nel caso in cui fosse abbinata ad una polizza sulla durata di vita.

Le malattie particolarmente gravi che decretano l’impegno della compagnia devono essere definite contrattualmente, devono avere una caratterizzazione chiara e precisa, devono creare un reale stato di bisogno dell’assicurato, devono essere oggettivamente diagnosticabili e avere una solida base statistica per il calcolo dei costi della copertura. Esempi di malattie gravi spesso prese in considerazione sono: infarto miocardico, cancro, ictus, trapianto di organi principali, chirurgia by-pass aorto-coronarico, insufficienza renale.

Il contratto può essere offerto in forma autonoma da altre coperture assicurative, in tal caso la polizza è detta stand alone, soluzione più importante dal punto di vista teorico che da quello commerciale, ovvero in abbinamento a contratti di assicurazione sulla durata di vita, specialmente temporanee caso morte (TCM), soluzione de facto più utilizzata nella pratica;

in quest’ultimo caso la polizza può avere le seguenti forme:

  1. Anticipativa, in cui una percentuale del capitale assicurato nella polizza sulla durata di vita viene anticipata al verificarsi dell’evento assicurato nella DD, rimanendo comunque in vigore la copertura vita per la parte restante di capitale; presenta il vantaggio per il contraente di implicare un contenuto aumento del premio da pagare rispetto a quello della sola polizza principale; infatti, basti pensare che in una copertura caso morte sono già prese in considerazione le probabilità di morire a causa delle malattie gravi oggetto della DD, quello che manca, e che quindi va integrato, è il premio relativo alla probabilità che la malattia grave non causi la morte della testa assicurata entro la scadenza contrattuale; la percentuale di anticipazione deve essere fissata ab origine nel contratto;
  1. Aggiuntiva, in cui al capitale della polizza principale viene sommato il capitale assicurato per la DD; quest’ultimo viene interamente liquidato, con diverse modalità, in caso di realizzazione dell’evento assicurato nell’ambito della copertura della polizza; questo sistema pone però dei problemi quali la liquidazione del capitale DD e TCM in un breve lasso temporale nel caso in cui la morte avvenga poco dopo la diagnosi della malattia grave perché, come già detto, il supporto finanziario mira a far fronte alle necessità e ai bisogni dell’assicurato mentre è in vita. Quindi, questa fattispecie non consentirebbe il godimento in vita del capitale DD al beneficiario-assicurato e potrebbe non permettere la corretta diagnosi della malattia oggetto della polizza dato il limitato orizzonte temporale che potrebbe esserci tra l’accertamento della malattia grave e la morte della testa assicurata; questi due problemi solo risolvibili dalla compagnia, rispettivamente, attraverso una rateizzazione della prestazione DD e attraverso l’inserimento di un periodo di qualificazione.

Quindi, può risultare utile per la compagnia prevedere un iniziale periodo di carenza e/o di qualificazione; il periodo di carenza iniziale è previsto per evitare l’anti selezione alla stipula dei contratti, in quanto prevede un periodo, più o meno lungo dalla sottoscrizione, nel quale la compagnia non è obbligata nei confronti del beneficiario in caso di diagnosi delle malattie gravi; invece, il periodo di qualificazione identifica il periodo, dalla diagnosi della malattia grave, trascorso il quale il beneficiario guadagna il diritto alla percezione del capitale assicurato.

La durata di questo tipo di contratto è pluriennale, a medio-lungo termine, con eventuali scadenze a più breve termine con clausola di tacito rinnovo del contratto; questa prassi favorisce la compagnia permettendogli di rinnovare le basi tecniche di riferimento durante la durata contrattuale ma può favorire anche il contraente permettendogli di impegnarsi di volta in volta per sotto periodi più brevi.

L’impegno dell’assicurato può essere un premio[1] unico, pagato alla stipula del contratto, o un premio annuo costante.

La base tecnica di valutazione utilizzata dalla compagnia assicuratrice per il calcolo del premio fa riferimento alla raccolta delle osservazioni effettuate in merito agli aspetti statistici rilevanti per la polizza. Più semplicemente la base tecnica rappresenta l’insieme dei dati necessari a determinare l’importo equo del premio; per esempio, fornisce il numero di nuovi ammalati per malattia e per età, informazioni fondamentali per la costruzione delle misure di probabilità propedeutiche al pricing della polizza.

Ed è proprio questo il più grande problema della polizza, infatti: basi tecniche anacronistiche o costruite male o, in generale, di scarsa qualità non permettono la corretta valutazione del premio da far pagare all’assicurato.

Come rilevato da De Angelis, Di Falco, assicurazioni sulla salute: caratteristiche, modelli attuariali e basi tecniche [2016] la base dati italiana nel settore malattie gravi non è solida ed è quindi necessario riferirsi ad una popolazione più generale per rendere più efficiente la base tecnica di riferimento. Riferirsi alla generalità dei dati nazionali e non alla sola popolazione assicurata genera però delle limitazioni alla reale efficienza delle basi tecniche risultanti.

I dati esposti dall’ISTAT vengono raggruppati per macro cause di malattia da cui non è possibile risalire alla causa particolare che, invece, risulta rilevante ai fini del calcolo del premio. Le macro cause risultano troppo ampie rispetto alle tassonomie generalmente rilevate dalle polizze; immediata conseguenza di questo è quella di avere dei tassi di incidenza più alti.

Un’altra considerazione da portare all’attenzione è l’aumento tendenziale dei tassi di incidenza di alcune malattie gravi; questo è dovuto alla maggiore sensibilità alla cura della salute e alla conseguente prevenzione degli effetti più dannosi tramite controlli più efficaci e diagnosi delle malattie ai primi stadi; di contro si osserva una tendenziale diminuzione dei tassi di mortalità per numerose patologie grazie all’innovazione medica.

La raccolta in maniera puntuale e precisa di un grande ammontare di dati permetterebbe di risolvere i problemi riguardanti la base tecnica di valutazione, migliorando l’efficacia delle valutazioni. Risulta quindi auspicabile uno sforzo in tale direzione.

[1] A norma dell’art. 1882 del codice civile “… l’assicurazione è il contratto col quale l’assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, …”; quindi, il premio risulta essere il corrispettivo pagato dal contraente per la sottoscrizione del contratto assicurativo ed, allo stesso tempo, è il ricavo per la compagnia di assicurazione che si impegna nei confronti del contraente-beneficiario.

Riccardo Caramini

Riccardo Caramini nasce a Roma nel 1993. Dopo la laurea in Scienze Aziendali nel 2015 presso La Sapienza di Roma e il diploma in conservatorio nel 2016, nel 2018 si laurea con lode in finanza ed assicurazioni presso La Sapienza di Roma, specializzandosi nel comparto assicurativo. Dal 2018 ha deciso di collaborare con Ius in Itinere perché, citando Seneca nelle Epistulae ad Lucilium, «… nessuna cosa mi darà letizia, benché straordinaria e vantaggiosa, se la dovrò sapere unicamente per me. Se la sapienza mi fosse donata con questa clausola, affinché la tenga chiusa e non la diffonda, rinuncerei ...»

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