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Quota 100: il quadro generale

Premessa introduttiva

Prima di analizzare i risultati conseguenti all’introduzione della nuova normativa sull’accesso anticipato alla pensione, e chiedersi se Quota 100 funzioni oppure no, urge una breve premessa introduttiva sul tema.

Con il decreto-legge n. 4 del 28 gennaio 2019, n. 4, intitolato “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, convertito con modificazioni dalla l. n. 26 del 28 marzo 2019, si è appunto innestata una nuova disciplina per l’accesso al trattamento pensionistico. Tale novità normativa è stata chiamata Quota 100.

La quota di cui si discorre è rappresentata dal risultato della somma dell’età pensionabile dell’interessato e degli anni di contributi da esso posseduti. Nel caso in cui la somma in questione non corrisponda ad una cifra intera, per calcolare la quota si dovranno trasformare i mesi in decimali.1 Si faccia ad esempio riferimento ad una lavoratrice che abbia raggiunto 39 anni e 6 mesi di contribuzione. Ai fini del calcolo della quota la cifra utilizzata sarà 39,5 (6 mesi infatti corrispondo a 0,5 anni).

Il raggiungimento della quota non basta. Vi sono ulteriori limiti riguardanti la previsione di un’età minima, pari a 62 anni, ed una contribuzione minima di 38 anni.

La Quota 100 è stata applicata dal 1° aprile 2019, per i lavoratori privati, che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018, mentre per i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 28 gennaio 2019, quota 100 si è applicata a decorrere dal 1° agosto 2019.

I dati

Per meglio analizzare tale istituto, bisogna innanzitutto individuare quali erano i dati attesi e quali sono quelli riscontrati concretamente.

L’obiettivo alla base dell’introduzione di Quota 100 era un aumento considerevole di lavoratori in uscita dal mondo del lavoro, consistente in oltre 300 mila nuovi pensionamenti in più nel 2019, rispetto a quelli che ci sarebbero stati con la disciplina precedente.2

Ebbene, alla data del 6 settembre 2019 le domande presentate per l’accesso al trattamento pensionistico attraverso Quota 100 sono circa 176 mila.3

Siamo dunque a poco più della metà dell’obiettivo prefissato. Ma ci sono ulteriori dati significativi. Dopo il boom iniziale, con circa 77 mila domande a febbraio, il trend negativo delle adesioni è sempre stato più evidente. Già dal mese successivo le adesioni sono state 33 mila. Successivamente le richieste sono state 18 mila ad aprile e 15 mila a maggio, fino ad arrivare agli impietosi dati estivi. Infatti tra giugno, luglio e agosto sono arrivate soltanto 34 mila totali.

Interessante anche marcare i dati relativi alla fascia di età con più richieste (tra i 63 e i 65) e quelli relativi alla divisione delle domande tra uomo (74%) e donna (26%). Ciò evidenzia che siano invogliati ad utilizzare tale istituto soprattutto gli uomini. Questo perché essi in genere hanno alle spalle carriere più lunghe e retribuzioni (e di conseguenza contribuzioni) maggiori.

Su tali dati si è espresso anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico: Abbiamo avuto circa 170 mila domande di quota 100 per pensionamento anticipato e questo vuol dire circa la metà rispetto a quanto previsto in sede di relazione tecnica, circa 290 mila”. Ed ha aggiunto Lo stesso avverrà probabilmente anche per il prossimo anno: c’è un “tiraggio” inferiore rispetto agli otto miliardi in previsione, se ne risparmieranno probabilmente quattro”.4

Possibili modifiche

Nell’attuale dibattito non sono in discussione solo i dati relativi all’utilizzo di Quota 100. Si discute anche circa l’opportunità di sostenere i costi di tale misura, a maggior ragione alla luce dei non miglioramenti generati dal punto di vista economico-sociale (facendo uscire lavoratori dal mercato si voleva lasciare lo spazio per nuove entrate).

A tal proposito c’è stato l’allarme della Ragioneria di Stato, che con le sue ultime stime,5 ha previsto che, con il mantenimento di tale apparato in futuro, il sistema pensionistico è destinato a veder aumentato la sua spesa di oltre 63 miliardi fino al 2036.

Anche se, come si è visto dianzi, il Presidente dell’Inps Tridico ha annunciato che ci sarà un risparmio di 4 miliardi all’anno per un’adesione molto minore rispetto alle attese. Inoltre si registra al dibattito si è aggiunto anche il Ministero dell’Economia e Finanza, ritenendo sovrastimata la previsione della Ragioneria. In una nota ufficiale dello stesso ministero si rinviene che i costi della misura, nel triennio di sperimentazione, saranno “sensibilmente inferiori” rispetto ai 20 miliardi previsti al momento dell’emanazione del decreto.6

Certo è comunque, che nel programma del nuovo Governo, il così detto “Conte Bis” ci sono in vista delle modifiche dell’assetto di Quota 100, introdotta soltanto un anno fa.

Tra le varie idee al vaglio ci sarebbe una rimodulazione delle finestre di uscita e l’innalzamento di uno dei due requisiti di Quota 100. Inoltre si prevede la reintroduzione degli adeguamenti automatici all’aspettativa di vita, soluzione quest’ultima, espressamente richiesta dalla Ragioneria di Stato.

Inoltre la sperimentazione di Quota 100, che nel piano originale doveva durare 3 anni, potrebbe veder ridotta la sua durata di un anno.

Considerazioni finali:

Ma quindi Quota 100 funziona oppure no?

Ci sono due diverse considerazioni da svolgere in merito ai dati riportati.

La prima è una considerazione dal punto di vista dell’obiettivo politico-economico. Se si prevedevano enormi uscite di lavoratori dal mercato, finalizzate alla contestuale entrata di giovani, la misura non ha certamente prodotto i risultati attesi.

La seconda considerazione è quella riguardante la spesa pubblica. Al di là dello scontro tra il Mef e l’Inps da un lato e la Ragioneria dall’altro, sicuramente l’aggravio di spesa previdenziale sarà inferiore alle aspettative e ciò è sicuramente un dato positivo.

Bisogna comunque ricordare che il progetto di Quota 100 è stato identificato come una misura sperimentale. Ne consegue che il suo esito fosse ragionevolmente incerto. E risulta altresì evidente che delle misure che auspicano un ringiovanimento del mercato del lavoro sono un segno positivo per il Paese.

Ciò che si vuole sottolineare in conclusione, è però che, se l’intento del legislatore è quello di aumentare l’occupazione giovanile, le misure da adottare potrebbero essere altre. In primis si potrebbero utilizzare maggiori risorse economiche per ridurre i costi del lavoro e limitare l’ormai tristemente famoso “cuneo fiscale”.

 

1 Per conoscere meglio gli ambiti applicativi dell’istituto si consiglia la circolare INPS n.10/2019 e la n. 11/2019.

2 D.Colombo e M.Rogari (2019), Pensioni, quota 100 con almeno 38 anni di contributi, in www.ilsole24ore.com

3 Redazione Corriere della Sera (2019), Pensioni Quota 100, sono 176mila le domande per l’assegno anticipato, in corriere.it

4 Redazione Ansa, Quota 100: Inps, arrivate 176 mila le domande di pensione, in ansa.it

5 Rapporto 2019/2036 della Ragioneria Generale dello Stato.

6 Sulla manovra economica si consiglia  I punti fondamentali della manovra economica italiana in dirittura d’arrivo

Fonte immagine:

Francesco Lombardo

Francesco Lombardo ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli con tesi in Storia del Pensiero Economico dal titolo: “I diritti Speciali di Prelievo: il contributo di Rinaldo Ossola”. Attualmente collabora con le cattedre di Economia Politica e di Storia del Pensiero Economico presso il Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II. Dopo aver ultimato la pratica forense, ha conseguito un Master di II livello come “Esperto in relazioni industriali e di lavoro”, in virtù di una borsa di studio assegnatagli dall’Università Roma Tre, con tesi dal titolo "Mobilità endoaziendale e formazione del lavoratore ex art. 2103 c.c.” È autore di articoli per riviste scientifiche e divulgative. Da novembre 2019 è ammesso al programma “Fabbrica dei Talenti” promosso dalla fondazione ADAPT. Crede molto nell’importanza per un giurista di approfondire anche lo studio di temi economici e finanziari.

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