venerdì, Marzo 29, 2024
Criminal & Compliance

Reato commesso da persone ignote

 

Caratteristica peculiare del processo penale è l’essere diviso in due distinti momenti: il “procedimento” e il “processo” vero e proprio.  Al termine delle indagini preliminari, infatti, il PM ha davanti a sé un’importante scelta: esercitare l’azione penale attraverso uno dei modi previsti dalla legge e dar vita al processo – con la conseguenza che l’indagato non sarà più tale, ma assumerà la qualità di imputato – , oppure presentare la richiesta di archiviazione.

L’archiviazione è garanzia dell’obbligo di esercizio dell’azione penale consacrato nell’art. 112 Cost. Il testo costituzionale, infatti, recita : “Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale”. Tuttavia ciò non significa che il PM debba necessariamente  formulare un’accusa nei confronti dell’indagato, ma soltanto quando non sussistono i presupposti per l’archiviazione, quali l’infondatezza della notizia di reato, la particolare tenuità del fatto, l’estinzione del reato, la mancanza di una condizione di procedibilità, l’essere ignoto l’autore del reato e il non essere il fatto previsto dalla legge come reato.

In particolare, nel caso in cui l’autore del reato resti ignoto (art. 415 c.p.p) il PM non può formulare l’imputazione ed esercitare l’azione penale proprio perché non gli è possibile soggettivizzare la notizia di reato, che pure è fondata. In una situazione del genere, dunque, entro sei mesi dall’iscrizione della notizia di reato , il PM deve chiedere al GIP o l’autorizzazione a proseguire le indagini (se ritiene di poter successivamente, grazie al compimento di una supplementare attività investigativa, attribuire a taluno il reato) oppure l’archiviazione del procedimento (quando invece ritiene che siano esaurite le chance di individuare l’autore del reato). In entrambi i casi il GIP decide con decreto motivato.

Il GIP, quindi, esplica un controllo sull’attività e sulle richieste del PM mediante l’esame del fascicolo contenente la notizia di reato e la documentazione relativa alle indagini preliminari, potendo pervenire a conclusioni diverse da quelle dell’organo dell’accusa. Potrebbe accadere, infatti, che il giudice non condivida la richiesta di archiviazione avanzata, riscontrando carenze nell’attività investigativa svolta. In questo caso fissa un’udienza camerale, all’esito della quale può ordinare il compimento di nuove indagini.  Oppure il GIP potrebbe ritenere, contrariamente al PM, che sia già individuata la persona alla quale attribuire il reato, e in questa evenienza ordina al pubblico ministero di iscriverne il nome nel registro delle notizie di reato. Da questo momento decorrerà il termine per il compimento delle indagini preliminare, al cui esito il PM si troverà nuovamente di fronte alla fatidica scelta: esercitare l’azione penale o chiedere l’archiviazione del procedimento.

Il giudice, però, non può mai ordinare al PM l’imputazione coatta a norma dell’art.409 co.5 c.p.p., essendo l’istituto incompatibile con questa ipotesi di archiviazione poiché manca un nome iscritto nel registro delle notizie di reato.

Grazie alla legge 479 del 1999 in Italia è stato introdotto un sistema che si potrebbe definire “seriale” di archiviazione: la polizia giudiziaria infatti comunica mensilmente al Procuratore della Repubblica degli elenchi contenenti denunce contro ignoti, e il PM può chiedere l’archiviazione in forma cumulativa dei casi contenuti in tali elenchi.

Laura De Rosa

Laura De Rosa

Raccontarsi in poche righe non è mai semplice, specialmente laddove si intende evitare l’effetto “lista della spesa”. Cosa dire di me, dunque, in questa piccola presentazione per i lettori di “Ius in itinere”? Una cosa è certa: come insegnano le regole di civiltà e buona educazione, a partire dal nome non si sbaglia mai. Mi chiamo Laura De Rosa e sono nata nella ridente città di Napoli nel 1994. Fin da bambina ho coltivato la mia passione per la scrittura, che mi ha portato a conseguire col massimo dei voti nel 2012 il diploma classico presso il liceo Adolfo Pansini. Per lungo tempo, così, greco e latino sono stati per me delle seconde lingue, tanto che al liceo rimproveravo scherzosamente la mia professoressa di greco accusandola del fatto che a causa sua parlassi meglio delle “lingue morte” piuttosto che l’inglese. Tuttavia, ciò non ha impedito che anche io perdessi la mia ignoranza in proposito e oggi posso vantare un livello B2 Cambridge ed una forte aspirazione al C1. Parlo anche un po’ di spagnolo e, grazie al programma Erasmus Plus che mi ha portato nella splendida Lisbona, ora posso dire con fierezza che il portoghese non è più per me un mistero. Sono cresciuta in un ambiente in cui il diritto è il pane quotidiano ed ho sempre guardato a questo mondo come a qualcosa di familiare e allo stesso tempo estraneo, perché talvolta faticavo a comprenderlo. Approcciata agli studi legali, invece, la mia visione delle cose è cambiata e mi sono accorta come termini che prima mi apparivano incomprensibili e lontani invece rappresentano la realtà di tutti giorni, anzi ci permettono di vedere e capire questa realtà. Ho affrontato, nel mio percorso universitario, lo studio del diritto penale con uno spirito critico mosso da queste considerazioni e sono giunta alla conclusione che questo ramo è quello che, probabilmente, più di tutti gli altri rappresenta l’uomo. Oggi sono iscritta all’ultimo anno della laurea magistrale presso l’Università Federico II di Napoli e, nonostante non ci sia branca del diritto che manchi di destare la mia curiosità, sono sempre più convinta di voler dare il mio contributo all’area penalistica. L'esser diventata socia di ELSA sicuramente ha rappresentato per me un'ottima opportunità in questo senso. Scrivere per un giornale non è, per me, un’esperienza nuova. La mia collaborazione con “Ius in itinere” ha però un sapore diverso: nasce dal desiderio di mettermi in gioco come giurista, scrittrice e membro della società. Il diritto infatti, come l’uomo, vive e si sviluppa. E come l’uomo ha un animo, aspetto da tenere sempre presente quando ci si approccia a studi giuridici. Mia volontà è dare un contributo a questo sviluppo nell’intento e nella speranza di collaborare ad un diritto più “giusto” e più “umano”. Oggi nelle vesti di scrittrice, un domani in un ruolo ancor più attivo. Mail: laura.derosa@iusinitinere.it

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