giovedì, Marzo 28, 2024
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Il riciclaggio: metodi e disciplina normativa

Riciclaggio (in inglese money laundering) è l’espressione con cui si intende descrivere un reato economico, statale e politico consistente in una pluralità di azioni volte a far apparire come lecito del denaro frutto in realtà di attività illegali, in modo da complicarne l’individuazione.
Questo fenomeno è profondamente radicato nelle maglie di innumerevoli sistemi economici tanto da arrivare, in Italia, a rappresentare oltre il 10% del prodotto interno lordo. Esso, oltre ad essere fonte di consistenti anomalie nei sistemi di accumulo della ricchezza e di distribuzione delle risorse, è uno dei principali generatori di squilibrio del ciclo economico, dal momento che questo genere di attività non è sottoposto a registrazione nè, ovviamente, a tassazione.

Tipologie

Per mascherare l’origine delittuosa dei capitali, vengono utilizzate le metodologie più disparate.
La più diffusa è sicuramente quella del gioco d’azzardo. Molto spesso, infatti, le organizzazioni criminali sono solite acquisire il controllo di casinò o altre case da gioco in modo da far dichiarare il denaro sporco come reddito derivante dall’attività interna alla struttura, ad esempio acquistando una significativa quantità di “gettoni”, usandoli poi in tutto o in parte, per poi riconvertirli in denaro e farsi rilasciare un certificato che attesti l’avvenuta vincita.

Un’altra forma di riciclaggio è la c.d. tecnica del rimborso fiscale: il criminale versa una somma di gran lunga superiore al dovuto e gli uffici fiscali, una volta accertato l’errore, reindirizzano l’ammontare sul conto del soggetto dichiarante, rendendo di fatto giustificata la provenienza del denaro in questione.

Particolare è altresì il cd. metodo delle due società, così strutturato: l’organizzazione criminale costituisce o rileva due società, una al fine di collocarvi il denaro e l’altra per farle svolgere il ruolo di cartiera. La prima (società A) ordina alla seconda (B) una fornitura fittizia di beni o servizi. La seconda (B), invece, procederà all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Così facendo, la prima società può giustificare la provenienza del denaro con l’emissione delle false fatture. Talvolta è possibile che la fornitura venga effettivamente recapitata, ma l’ammontare contenuto nella fattura sarà superiore rispetto a quello effettivo. La differenza tra i due valori, dunque, rappresenterà il capitale da riciclare.

Altra strategia finalizzata al riciclaggio è quella della ristrutturazione aziendale, tramite la quale l’organizzazione criminale acquisisce un locale o esercizio commerciale da ristrutturare o da riconvertire. L’operazione, effettuata acquistando beni o servizi pagati per lo più in contanti, produce l’ effetto di accrescere il valore del locale. In questo modo, l’organizzazione può cedere a terzi l’ attività, ricevendo il corrispettivo della vendita direttamente sul conto corrente bancario.

Per dare una parvenza di liceità ai proventi delle attività illegali si fa ricorso anche al metodo dei cd. sistemi bancari paralleli.
Sviluppato dalla malavita cinese, questo sistema è volto all’elusione delle norme finanziarie in vigore nei vari paesi attraverso un metodo di compensazione operante tra i soggetti che necessitano di esportare denaro e altri che hanno invece necessità di importarlo. Con questo stratagemma è possibile trasferire capitali da un paese all’altro depositandoli presso una società, che di solito svolge attività di cambio-valuta, trasmettendo poi il certificato di deposito al destinatario residente all’estero, il quale provvederà ad incassare la somma presentando la documentazione ricevuta.

Ordinamento italiano

Il reato di riciclaggio è disciplinato dell’art. 648-bis c.p., introdotto dal d.l. 59/1978, il quale recita: “
Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 1.032 a euro 15.493.

La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell’esercizio di un’attività professionale.

La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni. Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648“. In base a quanto emerge dalla lettura dell’articolo, perchè sia integrata la condotta criminosa nel reato di riciclaggio, è indispensabile che il soggetto riciclatore sia estraneo al fatto illecito il cui frutto è costituito dal denaro o dal bene riciclato e che sia consapevole dell’origine illecita di ciò che viene da lui trasferito o sostituito.

Fattispecie analoga, anche se normativamente diversificata, rispetto al riciclaggio è quella dell’ impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, disciplinata dall’articolo 648-ter c.p., che recita: “Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648 e 648-bis, impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 1.032 a euro 15.493.

La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell’esercizio di un’attività professionale.

La pena è diminuita nell’ipotesi di cui al secondo comma dell’articolo 648.

Si applica l’ultimo comma dell’articolo 648″.

Dott. Giovanni Sorrentino

Giovanni Sorrentino è nato a Napoli nel 1993. Dopo aver conseguito la maturità classica con il massimo dei voti presso il Liceo Classico Jacopo Sannazaro, intraprende lo studio del diritto presso il dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Nel dicembre del 2017 si è laureato discutendo una tesi in diritto penale dal titolo "Il riciclaggio", relatore Sergio Moccia. Attualmente sta svolgendo la pratica forense presso lo Studio Legale Chianese. Nel 2012 ha ottenuto il First Certificate in English (FCE). Ha collaborato dal 2010 al 2014 con la testata sportiva online "Il Corriere del Napoli". È socio di ELSA (European Law Students' Association) dal 2015. Nel 2016 un suo articolo dal titolo "Terrore a Parigi: analisi e possibili risvolti" è stato pubblicato su ElSianer, testata online ufficiale di ELSA Italia. Nel 2017 è stato selezionato per prendere parte al Legal Research Group promosso da ELSA Napoli in Diritto Amministrativo (Academic Advisors i proff. Fiorenzo Liguori e Silvia Tuccillo) dal titolo "L'attività contrattuale delle pubbliche amministrazioni tra diritto pubblico e diritto privato", con un contributo dal titolo "Il contratto di avvalimento". Grande appassionato di sport (ha giocato a tennis per dieci anni a livello agonistico) e di cinema, ama viaggiare ed entrare in contatto con nuove realtà. Email: giovanni.sorrentino@iusinitinere.it

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