venerdì, Marzo 29, 2024
Labourdì

Sicurezza nei luoghi di lavoro: uno studio sui disturbi muscoloscheletrici (DMS)

Il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è da sempre al centro dell’attenzione del nostro legislatore fin dai tempi della prima rivoluzione industriale, sebbene ancora in una forma piuttosto embrionale e squilibrata. Tuttavia, già sul finire del XIX secolo, fu varata la prima normativa di tutela contro gli infortuni sul lavoro, destinata ad evolversi e a svilupparsi fino ad arrivare al vigente Codice Civile e alla Costituzione. Con il primo viene positivizzato definitivamente l’obbligo del datore di lavoro di garantire la sicurezza dei propri dipendenti (art.2087cc); con la seconda ,invece, la previdenza sociale assurge a diritto fondamentale per i lavoratori (art. 38 Cost.). Ma sarà con lo Statuto dei Lavoratori (l. 300/1970) che i termini del problema si sposteranno sulla predisposizione di una tutela preventiva e collettiva, costituita da norme che si rivelano più adeguate ad arginare la piaga degli infortuni e dei decessi sul lavoro. Passaggi fondamentali in materia saranno poi rappresentati dalla riforma sanitaria del 1978 e dal decreto sulla sicurezza del 1994, che costituirà il primo passo verso un sistema generale di prevenzione e sicurezza, ponendo al centro dell’attenzione il ruolo propulsivo degli stessi lavoratori e del loro diritto ad essere formati ed informati sulle relative misure.

Principale punto di arrivo (almeno per il momento) si è avuto con il Testo Unico del 2008-2009 ( d.lgs. 81/2008, coordinato con il d.lgs n.106/2009), fortemente voluto da un’opinione pubblica segnata da continue tragedie e da una media , sempre in aumento, di tre morti al giorno per cause di lavoro. Su questa normativa sono intervenute nel corso degli anni una serie di piccole modifiche, di cui la più recente è quella avutasi con il d.lgs.17/2019.
Molto importanti in materia sono ancora oggi gli interventi internazionali e sovranazionali, in particolare promossi dall’ Unione Europea. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alle disposizioni contenute agli articoli 151 e 153 del TFUE che sanciscono un generale obbligo per gli Stati membri di adoperarsi a promuovere il miglioramento degli ambienti di lavoro per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori.
La normativa nazionale vigente si coordina con gli interventi sovranazionali di natura istituzionale e sociale, tenendo però fermo il principio generale di cui all’ art. 2087 c.c., in virtù del quale il datore di lavoro ha l’obbligo di predisporre le <<misure necessarie>> a tutela dell’integrità fisica e della personalità morale dei prestatori di lavoro.
Nella prospettiva attuale, quindi, precipuo scopo del Testo Unico è quello di apprestare una tutela completa e uniforme in tema di sicurezza sul lavoro, assicurando il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni aventi ad oggetto diritti civili e sociali.

Una delle maggiori peculiarità di questo T.U. è la sua potenziale applicazione generalizzata a tutti i settori di attività pubblica o privata, e per ogni tipo di rischio.
Inoltre, la suscettibilità di applicazione “erga omnes” è garantita anche dall’adozione di nozioni particolarmente ampie di “lavoratore”,destinatario della tutela, e “datore di lavoro” , destinatario principale degli obblighi di sicurezza, insieme all’ RSPP ( Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione). In particolare, il lavoratore è definito come il soggetto che svolge un’attività lavorativa sotto la direzione di un datore di lavoro pubblico o privato, indipendentemente dalla retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere o una professione, esclusi i lavoratori domestici (art.2 T.U.). La stessa norma poi, definisce il datore di lavoro come il soggetto titolare del rapporto di lavoro, o comunque come colui che ne ha la responsabilità in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa (compresi dirigenti e preposti).

Rilevanti sviluppi in tema di ricerca sono stati avanzati dall’ Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul lavoro, di cui fa parte anche l’INAIL, che hanno evidenziato, fino al 2014, la tendenza della maggior parte degli imprenditori europei ad effettuare la valutazione dei rischi solo perché stabilita dalla legge e per evitare le sanzioni da parte dell’Ispettorato del lavoro. In questo modo è stato possibile registrare la necessità di un più approfondito sistema di formazione e di vera e propria educazione alla sicurezza sui luoghi di lavoro da parte di tutti gli operatori del mercato.
Più di recente, l’Agenzia Europea ha effettuato uno studio applicato ad una serie di iniziative politiche degli Stati membri volte ad affrontare l’emergenza costituita dai cd. disturbi muscoloscheletrici (DMS)(*)
I DMS rappresentano ancora oggi il problema più diffuso in Europa legato al lavoro. Ne sono affetti lavoratori dei più svariati settori e oltre ad avere gravi effetti sullo stato di salute degli stessi, si rivelano particolarmente dannosi per le imprese ed in generale per l’economia.
Gli obiettivi perseguiti dall’Agenzia nell’ambito di questo progetto di ricerca quadriennale (2017-2020), oltre alla promozione di strumenti politici maggiormente mirati, sia a livello europeo che nazionale, ad ottenere una visione più analitica della prevalenza e dei costi dei DMS in generale, sono diversi.
Innanzitutto, si vuole contribuire a migliorare la prevenzione dei DMS, rendendo i lavoratori e gli imprenditori più consapevoli e diffondendo l’applicazione di misure più efficaci tra autorità nazionali, impiegati e specialmente tra le organizzazioni del settore.

Infine, si vuole promuovere una migliore riuscita della reintegrazione sul posto di lavoro dei soggetti affetti da disturbi muscoscheletrici, attraverso l’adozione di schemi “ad hoc”.
Da questi dati è possibile intercettare una diffusa necessità di interventi di riforma e integrazione delle norme in tema di sicurezza sul lavoro, volte ad accrescere la formazione e la conoscenza degli stessi protagonisti di queste misure, ovvero i lavoratori. Inoltre, in considerazione dell’ inefficacia dei sistemi di “hard law” in tempi di crisi economica, sarebbe auspicabile anche una riforma dei controlli sociali sulla sicurezza, aumentando anche, ove possibile, gli investimenti.

(*) I disturbi muscoloscheletrici (DMS) indicano qualsiasi lesione o patologia alle articolazioni o ad altri tessuti. Generalmente interessano la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori, ma possono anche colpire gli arti inferiori.Nei casi cronici più gravi, possono addirittura portare alla disabilità e all’abbandono forzato del posto di lavoro. Fonte:https://osha.europa.eu/it/themes/musculoskeletal-disorders

Fonti:

-Istituzioni di diritto del lavoro e sindacale – M. Esposito, L. Gaeta, R. Santucci, A. Viscomi, A. Zoppoli, L. Zoppoli- vol. III, Cap. IX- La sicurezza nei luoghi di lavoro- Giappichelli Torino 2015
– D.lgs. 81/2008
– artt.151 -153 TFUE
– art.2087cc
– Dal sito ufficiale dell’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul lavoro,
Per approfondimenti sul tema:
-R. Giuliano, Violazione delle misure di sicurezza da parte del lavoratore e ripartizione delle responsabilità penali, https://www.iusinitinere.it/violazione-delle-misure-di-sicurezza-dal-parte-del-lavoratore-e-ripartizione-delle-responsabilita-penali-18999
– S. Abdel-Qader, UN principles on safe and healthy work as a fundamental right, https://www.iusinitinere.it/un-principles-on-safe-and-healthy-work-as-a-fundamental-right-23519

Vittoria Ziviello

Nata a Napoli il 4 luglio del 1997. Studentessa di Giurisprudenza presso l'Università di Napoli Federico II. Iscritta all'Ordine dei giornalisti Pubblicisti della Campania dal 22 Maggio 2019. Ius in Itinere mi permette di approfondire argomenti che riguardano il mio corso di studi e mi propone stimoli interessanti sui quali fare ricerche. Sono collaboratrice dell' area di diritto del lavoro, con particolare riguardo a tutto ciò che concerne i diritti dei lavoratori.

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