venerdì, Marzo 29, 2024
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TAR e decreti in supporto ad un nuovo modo di progettare

BIM

METODO BIM DI PROGETTAZIONE

Il BIM, acronimo di Building Information Modeling (in italiano: Modello d’Informazioni di un Edificio), è un metodo per migliorare la realizzazione di edifici tramite l’uso di software all’avanguardia. Il National Institutes of Building Science (NIBS), organizzazione internazionale no profit che raccoglie professionisti del settore, l’ha definito come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto“. Il BIM quindi contiene informazioni sull’edificio e permette ai progetti di fornire numerosi dettagli fondamentali come le schede tecniche di tutti gli elementi e i cicli di vita. Ne segue che utilizzando questa nuova metodologia si possono avere diversi benefici tra cui la riduzione di costi e tempi rispetto ai tradizionali metodi di progettazione (CAD).

SENTENZA 1210/2017 DEL TAR LOMBARDIA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sezione Prima) il 29 maggio 2017 ha pubblicato la sentenza 1210/2017 sul ricorso proposto dal Consorzio Innova Società Cooperativa e Palaser S.r.l. contro il Comune di Milano nei confronti di Ar.Co. Lavori Società Cooperativa Consortile per l’annullamento dell’aggiudicazione di un appalto promosso dal Comune di Milano avente ad oggetto la progettazione definitiva e esecutiva, la demolizione, bonifica e ricostruzione di un edificio scolastico.

La seconda classificata ha impugnato l’aggiudicazione sostenendo che la vincitrice fosse stata illegittimamente ammessa alla gara dal momento che aveva presentato un progetto che si discostava da quello della lex specialis di gara. Nello specifico uno dei motivi riguardava la contestata “mancata sottoscrizione della dichiarazione BIM, facente parte dell’offerta tecnica, che sarebbe stata sottoscritta solo dal progettista, deducendo l’illegittimità dell’attribuzione del massimo punteggio di 8“. Difatti, il bando prevedeva un punteggio da 0 a 8 per la capacità e impegno del concorrente “a gestire il Progetto tramite il Building Information Modeling“. La ricorrente ha contestato il progetto del gruppo concorrente perché non era stato sviluppato tutto con il metodo BIM ed infatti alcuni elementi erano in 2D secondo il modello di progettazione tradizionale. Questo ha determinato un ingiusto addizionale punteggio dal momento che vi è stato inadempimento del D.P.R. 207/2010 (Regolamento di esecuzione ed attuazione del D. Lgs 163/2006, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e fornitura in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”) che richiede la riproduzione automatica degli elaborati grafici. Di conseguenza il punteggio assegnato per il criterio riguardante l’uso della progettazione BIM sarebbe dovuto essere pari a 0 punti.

D’altro canto, il Comune di Milano non disponendo delle cd. bim guides, né di specifiche informative e non prescrivendo esplicitamente l’obbligatorietà del modello BIM nel bando in discussione, ha portato il TAR a rigettare questa questione dato che il  bando esplicitamente non imponeva la tridimensionalità di tutti gli elementi del progetto. Il TAR sottolinea che “nella metodologia BIM l’attenzione deve essere posta sul concetto di informazione piuttosto che su metodo di rappresentazione dei singoli oggetti“e dunque “la base di tutto è certamente un modello tridimensionale, ma questo non significa che ogni oggetto debba essere obbligatoriamente tridimensionale. La cosa essenziale è che ogni oggetto includa delle proprietà che vanno oltre la semplice rappresentazione grafica e che siano funzionali alla sua descrizione, in relazione all’obiettivo per cui viene inserito nel modello.

NORMATIVA BIM: UNIONE EUROPEA E ITALIA

La Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici dichiara all’articolo 22 che il BIM deve essere introdotto all’interno delle procedure degli Stati Membri.

Inoltre, ad inizio 2016 è stato istituito l’EU BIM Task Group, cofinanziato dalla Commissione Europea, con lo scopo di monitorare periodicamente lo sviluppo e diffusione del BIM in Europa, facendo convergere le migliori pratiche in linee guida contenenti principi guida da applicare ai lavori pubblici in ciascun Stato. Il gruppo è composto da rappresentanti dei 14 Paesi UE aderenti al progetto.

Intanto in Italia si sta lavorando sul testo finale del decreto BIM che sarà pubblicato nei prossimi mesi in coerenza con quanto disposto dall’articolo 23 comma 13 del Codice Appalti (D. Lgs 50/2016) secondo cui: “Le stazioni appaltanti possono richiedere per le nuove opere nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici“. Il Ministero delle Infrastrutture ha attuato la suddetta norma con il decreto 242/2016 che ha istituito una Commissione al fine di individuare i modi e tempi per l’introduzione dell’obbligatorietà del metodo BIM.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato sul proprio sito una consultazione pubblica online “sulla proposta finalizzata all’adozione, della modellazione informativa nelle opere pubbliche, del decreto legislativo n. 50 del 2016, relativa ai metodi e strumenti elettronici specifici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture” che rimarrà aperta dal 19 giugno al 3 luglio 2017. Riguardando un settore molto tecnico, contributi seri da parte di professionisti  che ogni giorno operano con questi strumenti è fondamentale per mettere al diritto e alla relativa giurisprudenza di sostenere la progettazione architettonica.

Il decreto BIM viene anche definito “decreto dell’Obbligatorietà” dal momento che in effetti renderà questo metodo di progettazione obbligatorio:

  • dal 2019 per le opere di valore superiore ai 100 milioni.

Secondo i dati del Cresme (Centro di ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia), nel 2016 questo valore è stato superato da 26 bandi.

  • nel periodo 2019-2021 per le costruzioni strategiche.
  • dal 2022 per tutte le opere, salve eventuali decisioni contrarie nel prossimo futuro. Ad oggi non è previsto un obbligo per i lavori meno complessi, come ad esempio le residenze, che possono venir realizzati con i metodi tradizionali

CONCLUSIONI

La sentenza 1210/2017 del TAR Lombardia ha fin da subito scatenato un importante dibattito tra professionisti e non, portando ad una confronto decisamente positivo che ha mostrato in modo evidente come il contributo di chi compie attività di progettazione quotidianamente sia significativo e indispensabile per la definizione della disciplina giuridica.

 

Elisabetta Colombo

Elisabetta Colombo, in concomitanza agli studi accademici presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano, è attualmente attiva nell'associazione internazionale ELSA (The European Law Students' Association) con la nomina di Presidente di ELSA Milano ed inoltre lavora nel Team for External Relations di ELSA Italia. Nel febbraio 2016 si è aggiudicata il quarto posto all'ICC International Commercial Mediation Competition e a novembre il primo classificato alla II National Negotiation Competition organizzata da ELSA Italia. Ricopre la carica di Head of Organizing Committee della III edizione della National Negotiation Competition che sarà ospitata da ELSA Milano questo novembre. Con l'incarico di National Coordinator e Researcher del Legal Research Group internazionale sul tema dell'European Compliance Benchmark ha approfondito la relativa tematica coordinando al contempo il gruppo di lavoro italiano giungendo dunque alla pubblicazione del lavoro lo scorso maggio.

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