venerdì, Marzo 29, 2024
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Tecnica attuariale per la previdenza: nozioni di base

(Ndr: Il presente articolo ha l’obiettivo di inquadrare le basi della tecnica attuariale per la previdenza al fine comprendere al meglio un secondo articolo di prossima pubblicazione sul contesto previdenziale italiano.)

Le politiche riguardanti la previdenza si introducono all’interno del perimetro del welfare state di uno Stato.

Con welfare state indichiamo tutte quelle politiche volte al sostegno dei membri più deboli della società attraverso la perequazione delle risorse; quindi, il welfare state si propone il fine ultimo di eliminare, tramite politiche pubbliche, le disuguaglianze sociali.

Le politiche di welfare state riguardano la previdenza, l’assistenza e la salute.

Di fatto i confini di questa breve tassonomia non sono evidenti; i confini tra i campi operativi del welfare state sono abbastanza opachi, nonostante mantengano sempre la direzione della riduzione delle disuguaglianze sociali.

Il tema della previdenza insiste sul tema delle assicurazioni sociali.

Per assicurazioni sociali intendiamo tutte le forme assicurative a cui ogni individuo deve obbligatoriamente aderire perché lo Stato, nella sua funzione paternalista, ritiene siano necessarie alla tutela del singolo individuo, nel suo interesse; inoltre le assicurazioni sociali, per lo Stato hanno anche una finalità di pubblico interesse, in quanto gli permettono di evitare il sostenimento in futuro del costo sociale di eventuali generazioni di incapienti.

Cioè, la contribuzione obbligatoria per la previdenza obbligatoria di base dovrebbe avere l’evidente scopo di garantire un futuro dignitoso, anche in età non lavorativa, agli individui. Questo risponde all’esigenza del mantenimento del tenore di vita nel passaggio da attivo a pensionato del singolo individuo ed inoltre vuole evitare l’imponente costo sociale per lo Stato di avere generazioni di individui che rischiano di risultare poi incapaci di badare economicamente a loro stessi.

Un sistema previdenziale raccoglie i contributi dall’iscritto in fase lavorativa per poi renderglieli, sotto forma di pensione, nella fase di inattività lavorativa.

Quindi, viene a formarsi un patto tra l’ente previdenziale ed il singolo lavoratore in merito alla misura, alla destinazione e al rendimento della contribuzione, ed in merito alla determinazione, alla tipologia e al rendimento della futura pensione ed, infine, dei requisiti anagrafici e di anzianità contributiva utili per iniziare il godimento della pensione.

È subito evidente, e degno di nota, che i contributi versati dai lavoratori in età lavorativa sono un debito per l’ente previdenziale. L’ente previdenziale riceve i contributi e si impegna a restituirli maggiorati degli interessi una volta maturate le condizioni per il loro godimento.

La vita di un individuo, agli occhi del sistema previdenziale è caratterizzata da una prima fase di inattività caratterizzata dalla giovane età e dalla formazione scolastica, quindi poco rilevante dal punto di vista previdenziale, una seconda fase di attività lavorativa in cui ogni contribuente crea la propria pensione versando i contributi, diventando quindi creditore del sistema previdenziale, ed una terza fase, che è la fase di quiescenza, in cui l’individuo gode della pensione e quindi del credito che aveva nei confronti del sistema previdenziale.

Data la durata molto estesa del ciclo di vita previdenziale di un individuo risultano necessarie delle garanzie per il singolo contribuente quali la tutela dei diritti acquisiti e la non modificabilità delle pensioni.

I sistemi pensionistici possono essere distinti in funzione della loro modalità di gestione finanziaria e del metodo di calcolo della prestazione.

Per quanto riguarda la modalità di gestione finanziaria possiamo distinguere la gestione a ripartizione e la gestione a capitalizzazione.

Definizione (modalità di gestione finanziaria a ripartizione)

Un sistema previdenziale gestito finanziariamente a ripartizione implica che le prestazioni previdenziali correnti sono pagate con i contributi incassati correntemente. Quindi, risulta essere in equilibrio quando le entrate contributive correnti sono pari alle uscite per pensioni correnti.

Notiamo da subito che in questo sistema non è presente l’idea del salvadanaio che ogni lavoratore riempie mensilmente attraverso il versamento dei contributi e che poi rompe al pensionamento. Infatti, l’ammontare destinato al salvadanaio viene subito impiegato per il pagamento delle pensioni correnti.

Nel sistema a ripartizione non vengono accantonate riserve, a differenza del sistema a capitalizzazione.

Definizione (modalità di gestione finanziaria a capitalizzazione)

Un sistema previdenziale gestito finanziariamente a capitalizzazione implica che le prestazioni previdenziali correnti e future sono pagate attraverso le risorse accumulate con i contributi incassati nel passato, nel presente e che si prevede di incassare nel futuro. Quindi, risulta essere in equilibrio quando il valore attuale atteso delle entrate contributive da incassare più le risorse già accumulate è pari al valore attuale atteso delle uscite per pensioni da pagare.

Per quanto riguarda invece i metodi di calcolo della prestazione possiamo distinguere tra metodo retributivo e metodo contributivo.

Definizione (metodo di calcolo della prestazione di tipo retributivo)

Con il metodo retributivo il valore della pensione dipende dalla base retributiva presa in considerazione per il calcolo, da un coefficiente di rendimento prestabilito e dall’anzianità contributiva. Da quanto detto appare, ed è, completamente slegato dall’ammontare di contributi versati durante la vita lavorativa. Nella formula di calcolo i contributi versati non appaiono, in nessun modo.

La pensione annuale retributiva è pari ad un coefficiente di rendimento  per il numero di anni di contribuzione  per la retribuzione pensionabile .

 Definizione (metodo di calcolo della prestazione di tipo contributivo)

Con il metodo contributivo invece sono fondamentali, per il calcolo della prestazione previdenziale, i contributi versati, rivalutati, durante tutta la vita lavorativa e un coefficiente attuariale distinto per età e sesso che permette di convertire il montante contributivo (somma rivalutata dei contributi versati) in rendita.

La pensione annuale contributiva è pari al prodotto del montante contributivo  per il coefficiente di trasformazione.

Data l’aliquota contributiva costante, il montante contributivo si ottiene rivalutando, in regime di capitalizzazione composta, i contributi fino a quel momento versati.

La prestazione indipendentemente dalla modalità di gestione finanziaria del sistema previdenziale può essere calcolata col sistema contributivo o retributivo.

Definizione (sistema Notional Defined Contribution)

Un sistema Notional Defined Contribution è un sistema previdenziale con gestione finanziaria a ripartizione e modalità di calcolo della pensione contributiva.

È un sistema, cosiddetto, a capitalizzazione virtuale dei contributi al tasso di rivalutazione prestabilito, proprio perché di fatto i contributi non vengono accantonati ma utilizzati per la spesa previdenziale corrente.

In questo sistema è come se ciascun contribuente avesse intestato un conto virtuale, un notional account, nel quale viene simulato l’accantonamento dei contributi che vanno a formare il montante contributivo.

Definizione (tasso di sostituzione)

Il tasso di sostituzione rappresenta il rapporto tra la prima rata annua di pensione e l’ultima retribuzione percepita.

Il tasso di sostituzione è il rapporto tra la prima annualità di pensione e l’ultima annualità di retribuzione; quindi risulta essere una misura della variazione del reddito lordo del lavoratore nel passaggio da attivo a pensionato.

Se il tasso di sostituzione risulta essere pari ad uno allora il lavoratore in pensione ottiene esattamente lo stesso reddito di quello che percepiva lavorando. Se il tasso di sostituzione risulta essere minore di uno allora il lavoratore in pensione ottiene un reddito minore di quello che percepiva lavorando; ad esempio, se il tasso di sostituzione risulta essere pari a 0,8 allora in pensione percepirà l’80% dell’ultima retribuzione.

Il tasso di sostituzione risulta quindi essere un utile indicatore di adeguatezza del sistema previdenziale.

 

Riccardo Caramini

Riccardo Caramini nasce a Roma nel 1993. Dopo la laurea in Scienze Aziendali nel 2015 presso La Sapienza di Roma e il diploma in conservatorio nel 2016, nel 2018 si laurea con lode in finanza ed assicurazioni presso La Sapienza di Roma, specializzandosi nel comparto assicurativo. Dal 2018 ha deciso di collaborare con Ius in Itinere perché, citando Seneca nelle Epistulae ad Lucilium, «… nessuna cosa mi darà letizia, benché straordinaria e vantaggiosa, se la dovrò sapere unicamente per me. Se la sapienza mi fosse donata con questa clausola, affinché la tenga chiusa e non la diffonda, rinuncerei ...»

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