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Criminal & Compliance

UACV (Unità di Analisi del Crimine Violento): storia e rilevanza processuale

L’ UACV è l’Unità di Analisi del Crimine Violento del Servizio di Polizia Scientifica della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. Il 1994 è stato caratterizzato da una forte crescita di omicidi seriali e omicidi senza apparente motivo. Similmente a quanto era accaduto negli Stati Uniti[1], anche in Italia si è sentita l’esigenza di affrontare questo crescente fenomeno. Nel 1994, però, non esisteva ancora un reparto della Polizia che fosse in grado di interfacciarsi con questa nuova situazione. Per questo motivo, l’allora capo della Polizia Gianni de Gennaro[2], al fine di trovare una soluzione al problema emergente, ha dato incarico al Servizio di Polizia Scientifica di compiere uno studio puntuale. L’obiettivo principale era la realizzazione di una struttura specializzata per l’analisi del crimine violento, che potesse fungere da supporto agli organismi che svolgevano l’attività investigativa, in caso di delitti efferati o compiuti senza apparente motivo. Nel 1997, la Sezione delle Indagini Specializzate (la Sezione che, tra le altre, era effettivamente stata incaricata di realizzare il progetto pratico per la nascita della nuova struttura) assunse definitivamente il nome che oggi si conosce: l’Unità di analisi del Crimine Violento.

Approfondendo l’organizzazione storica dell’ UACV e, in particolare, il suo percorso metodologico nella trattazione di un caso, si possono trovare quattro momenti fondamentali, strettamente collegati tra loro, che corrispondono anche a quattro competenze differenti[3].

  • Esame della scena del crimine;
  • Analisi della scena del crimine;
  • Analisi delle informazioni;
  • Analisi del comportamento.

Si deduce, quindi, che l’Unità di Analisi del Crimine Violento era stata pensata anche per svolgere un’attività molto simile a quella svolta dalla Behavioral Science Unit. Nate entrambe per contrastare il fenomeno emergente degli omicidi efferati e senza apparente motivo, erano volte non solo all’analisi della scena del crimine, ma anche all’elaborazione dei dati da essa ricavabili, per provare a stilare il profilo psicologico del responsabile del crimine violento. L’impiego di metodi psicologici e l’uso di strumenti di arte forense consentivano all’ UACV di svolgere importanti attività di supporto quali l’elaborazione di identikit, age progression e ricostruzione dei volti, tipici del Criminal Profiling. Per questo motivo, si era prevista la collaborazione non solo di giuristi, fisici, matematici, medici legali, ma che di psicologi e psichiatri, in modo tale che potessero offrire quel contributo unico per l’identificazione del responsabile del reato. In sintesi, quando si parlava di Criminal Pofiling in Italia, si parlava dell’Unità di Analisi del Crimine Violento.

L’utilizzo dei verbi al passato, però, non è un caso. Oggi l’ UACV non è più la struttura che all’inizio si pensava di realizzare. Questo reparto di Polizia Scientifica ha scelto, oggi, di concentrarsi principalmente sull’ analisi della scena del crimine e la ricostruzione della dinamica delittuosa. Gli agenti di polizia scientifica dell’ UACV studiano e analizzano tutti i movimenti all’interno della scena del crimine, tutte le volte in cui è richiesto e/o in cui è necessario.

Considerando l’ambito più strettamente giuridico e processuale, si può affermare che durante le indagini preliminari, per richiesta del Pubblico Ministero o del Giudice per le Indagini Preliminari, gli agenti dell’ UACV assumono il ruolo in virtù di una delega dall’Autorità Giudiziaria. È anche possibile che intervengano in fase successiva a quella delle indagini preliminari, per richiesta dei Giudici della Corte d’Assise o della Corte d’Assise d’Appello. Durante il dibattimento vengono chiamati in veste di periti, se nominati dal Giudice, o di consulenti, se nominati dal Pubblico Ministero. Non possono, al contrario, essere consulenti delle parti coinvolte (difesa o parti civili). Non lavorano, cioè, per gli avvocati.

Se si pensa, infine, alla nuova veste assunta dall’ UACV, questa ha inciso anche su alcuni atti tipici del procedimento, come l’interrogatorio. Gli agenti dell’ UACV di rado partecipano all’audizione di testimoni o all’interrogatorio dei sospettati. E in questi casi l’analisi non è assolutamente finalizzata all’approfondimento degli aspetti psicologici del killer, bensì al confronto tra quello che viene detto e quello che si trova all’interno della scena del crimine. Il contenuto degli interrogatori, in sintesi, serve come supporto alla ricostruzione autentica che deve essere fatta dagli agenti dell’ UACV.

[1] In virtù delle medesima esigenze, negli Stati Uniti è nata la Behavioral Science Unit. Si tratta del reparto dell’FBI cui si deve la nascita del criminal profiling, la scienza che studia il comportamento criminale partendo dall’analisi della scena del crimine. Negli anni, questo reparto si è dimostrato utile anche per l’individuazione e l’arresto dei serial killer. Per un maggior approfondimento: www.fbi.gov.

[2] Oggi è Franco Gabrielli.

[3], 10/05/2013 (modificato il 05/02/2014).

Avv. Maria Vittoria Maggi

Avvocato penalista, esperta in Scienze Forensi, Vice Responsible dell'area di Criminologia di Ius in Itinere. Maria Vittoria Maggi nasce a Padova il 29/07/1992. Dopo un percorso complesso, ma ricco, si laurea  in giurisprudenza il 7 dicembre 2016 con voto 110/110, con tesi in procedura penale, dal titolo "L'esame del testimone minorenne". Prima della laurea, Maria Vittoria svolge uno stage di sei mesi presso il Tribunale di Trento: i primi tre mesi, svolge mansioni legate alla  sistemazione dei fascicoli del giudice e alla citazione di testimoni; per i restanti tre mesi, affianca un magistrato nell'espletamento delle sue funzioni, con particolare riferimento alla scrittura dei capi di imputazione e dei decreti, alla partecipazione alle udienze, alla risoluzione di problematiche giuridiche inerenti a casi in corso di udienza. Una volta laureata, il 7 febbraio 2017 Maria Vittoria decide di continuare il percorso iniziato in precedenza e, così, diventa tirocinante ex art. 73 d.l. 69/2013 presso il Tribunale di Trento. Durante i 18 mesi previsti di tirocinio , la stessa ha assistito un Giudice Penale partecipando alle udienze e scrivendo le motivazioni delle sentenze. Contestualmente al primo anno di tirocinio, Maria Vittoria ha voluto approfondire in maniera più seria la sua passione. Ha, così, iniziato un Master di II livello in Scienze Forensi (Criminologia, Investigazione, Security, Intelligence) presso l'università "La Sapienza" di Roma. Ha concluso questo percorso il 16 febbraio 2018, con una votazione di 110/110L e una tesi dal titolo "L'interrogatorio e l'analisi finalizzata all'individuazione del colpevole". Una volta concluso anche il tirocinio in Tribunale, Maria Vittoria ha intrapreso la pratica forense presso uno studio legale a Trento, approfondendo il diritto civile. Dal 29 ottobre 2018 si è, quindi, iscritta al Registro dei praticanti dell’Ordine degli Avvocati di Trento. Dopo questa esperienza, nell'ottobre 2019 Maria Vittoria decide di frequentare anche un rinomato studio penale di Trento. Questa frequentazione le permette di completare, a tutto tondo, l'esperienza penalistica iniziata con un Pubblico Ministero, proseguita con un Giudice e conclusa con un avvocato penalista. Il 23 ottobre 2020, Maria Vittoria si abilita all'esercizio della professione forense. Dal novembre 2020 Maria Vittoria fa, inoltre, parte di LAIC (Laboratorio Avvocati-Investigatori-Criminologi). Collabora per le aree di Diritto Penale e Criminologia di Ius in itinere. email: mvittoria.maggi92@gmail.com

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