venerdì, Marzo 29, 2024
Uncategorized

WEF: gli obiettivi di sostenibilità economica

Il WEF, ovvero il World Economic Forum, conosciuto anche come Forum di Davos, dal nome della città sciistica in cui ogni inverno si svolgono le riunioni dei vari esponenti politici ed economici che si occupano di “sostenibilità”, è nato nel 1971 dall’idea di Klaus Schwab, il quale grazie alla concessione della Commissione europea e delle associazioni industriali sviluppò il primo Simposio[1] manageriale al centro congressi di Davos. L’obiettivo di Schwab era quello di avvicinare le imprese europee alle pratiche manageriale americane, cercando quindi di aumentare la redditività delle aziende; nel corso degli anni il Forum di Davos non si occupò solo dell’aspetto economico europeo, ma anche delle problematiche che riguardano la sostenibilità, come il caso della crisi energetica del 1974; gli eventi che portarono il WEF a introdurre nella sua “comunità scientifica” anche politici e ad ampliare i settori di intervento iniziarono nel 1973 con la guerra arabo-israeliana e il crollo del meccanismo del cambio fisso degli accordi di Bretton Woods[2]. Il professor Schwab sviluppò e promosse l’approccio di gestione degli stakeholders[3], il quale basa il successo delle aziende sui manager tenendo in considerazione tutti gli elementi di interesse di un’impresa quali azionisti, clienti, dipendenti e le organizzazioni in cui operano come il Governo; il World Economic Forum è un’organizzazione che ha come punto focale della sua missione quello di impegnarsi a migliorare le condizioni del mondo, adottando un modo di ragionare che sia imparziale e indifferente ai vincoli dati dalla politica sia di stampo nazionale che internazionale; inoltre grazie a questa sua ideologia il Forum nel 2012 ha ottenuto lo status di osservatore[4] presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Oggi il WEF, durante l’ultimo dei suoi incontri, calcola che nel 2025 ci sarà un incremento dei robot nelle imprese, con il conseguente aumento di 58 milioni di posti di lavoro passando dai 75 milioni a 133 milioni di opportunità lavorative; nella ricerca The Future of Jobs 2018 possiamo leggere come il mercato del lavoro stia andando verso una quarta rivoluzione industriale, in cui al centro vi è l’interesse verso l’apprendimento, questo perché le competenze richieste si evolvono velocemente e quindi le imprese devono iniziare a gettare una base comune, focalizzata sulle competenze richieste, attraverso un’azione strategicamente cooperativa in cui si illustrano i sistemi di istruzione solidi per lo sviluppo manageriale. Il Forum di Davos si sta impegnando – attraverso le dovute analisi – a gestire insieme alle imprese questa rivoluzione, venutasi a creare anche grazie alla globalizzazione e sempre più all’internazionalizzazione dei meccanismi economici; principalmente è riuscito a sviluppare quattro modi utili a questo obiettivo:

  1. Eight Futures of Work: è una previsione che si allunga fino al 2030, in cui si cerca di osservare come la combinazione di tre parametri, quali il tasso di cambiamento tecnologico, l’evoluzione dell’apprendimento e l’entità della mobilità, vadano a influenzare la natura lavorativa nelle aziende cercando di massimizzare le opportunità delle persone per la propria realizzazione personale;
  2. Verso una Reskilling Revolution: con questo punto si ha in mente la riqualificazione del capitale umano nei settori industriali, atta a fare da leva per il miglioramento delle capacità della società di fronte al velocissimo sviluppo tecnologico e per la crescita economica. Quest’azione è intrapresa grazie all’utilizzo dei big data[5], utilizzando una metodologia che si basi sui percorsi di individuazione di riqualificazione, di parametri lavorativi e di tassonomie[6] riguardanti i requisiti di lavoro;
  3. Roadmap: è una guida per i responsabili di settore per la gestione delle transizioni del nuovo lavoro, è una specifica mappatura del settore lavorativo che deve essere riqualificato;
  4. Azione a livello di settore: si basa sulle mappature e ha come obiettivo l’impermeabilità della gestione della forza lavoro;

Questi obiettivi sono utili nella spiegazione del dibattito politico ed economico che riguarda il futuro lavorativo di ogni singolo Stato, ovviamente fanno riferimento a tempistiche future e soprattutto in continua evoluzione, facendo sperare che i criteri di sostenibilità – che interessano ogni singolo Paese – vengano rispettati per la promozione economica e lavorativa del management mondiale.

 

[1] Parola di origine greca con cui si rappresenta un banchetto di breve durata durante il quale si discutono senza formalità temi di interesse.

[2]Accordi presi durante la Deliberazione della Conferenza monetaria e finanziaria, tenutasi dal 1 al 24 luglio 1994 presso la città da cui presero il nome, in cui parteciparono tutti i delegati alleati contro il Patto tripartito. Sono entrati in vigore il 27 dicembre 1945 e prevedevano la costituzione del Fondo monetario internazionale e della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo; grazie a questi accordi furono gettate le basi del sistema relazionale monetario internazionale, mantenutosi fino agli anni ’70.

[3] Soggetti che sono attivamente coinvolti in un’iniziativa, in questo particolar caso economica, il cui interesse è influenzato dal risultato dell’attività.

[4] Privilegio concesso dalle Nazioni Unite ad alcune organizzazioni non ancora membri, per dar loro l’opportunità di partecipare alle assemblee.

[5] Si riferisce alla mole di dati online che rientrano nel campo di azione di un’azienda e analizzando, quest’ultime, cercano di comprendere la decisione migliore per un’impresa, disponibile qui: www.sas.com/it_it/insights/big-data/what-is-big-data.html

[6] Termine utilizzato per indicare un raggruppamento sistematico in base a parametri specifici di un determinato rango.

Sitografia:

Wef, da robot +58 mln posti di lavoro, Redazione ANSA, settembre 2018.

Preparing for the Future of Work, WEF, 2018, disponibile qui:  www.weforum.org/projects/future-of-work

Accelerating Workforce Reskilling for the Fourth Industrila Revolution, WEF, 2018, disponibile qui: www.weforum.org/whitepapers/accelerating-workforce-reskilling-for-the-fourth-industrial-revolution

Eight Futures of Work: Scenarios and their Implication, WEF, 2018, disponibile qui: www.weforum.org/whitepapers/eight-futures-of-work-scenarios-and-their-implications

Towards a Reskilling Revolution, WEF, 2018, disponibile qui: www.weforum.org/reports/towards-a-reskilling-revolution

 

 

Roberta Iacobucci

Laureata in Sociologia all'Università di Napoli "Federico II", tesi di laurea in Statistica per la ricerca sociale sulla comparazione degli indicatori economici e sociali che si usano per misurare il grado di povertà di un Paese. Laureata con lode in Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale presso l'Università di Roma "La Sapienza", tesi di laurea in Sociobiologia e Teoria dei giochi, per l'analisi dell'agire strategico cooperativo in riferimento al suo grado di funzionamento all'interno della società. Area di interesse: Politica Economica

Lascia un commento