Il Programma Life: un incentivo pigouviano per la tutela degli ecosistemi
Secondo la teoria delle esternalità, formulata dal celebre economista Arthur Cecil Pigou, le imprese private possono generare costi per la società (detti “esternalità negative”) determinati, ad esempio, dall’inquinamento e dal deterioramento dell’ambiente. Le stesse imprese, tuttavia, possono anche produrre dei benefici e supportare gli ecosistemi naturali.[1] Affinché il mondo delle aziende possa generare un impatto positivo ha bisogno di essere coadiuvato: il Programma LIFE dell’Unione Europea, che permette a imprese e istituzioni di accedere a opportuni finanziamenti, può essere considerato un esempio di “incentivo pigouviano” in grado di trainare le aziende verso la transizione ecologica.
Nel presente articolo, dopo una sintetica descrizione della teoria delle esternalità e dei servizi ecosistemici, si presenteranno alcuni progetti co-finanziati dal Programma LIFE come caso di studio esemplificativo di un “incentivo pigouviano” in grado di realizzare esternalità positive, con un particolare focus sulla protezione e ripristino di acque ed ecosistemi idrici.
1. Teoria delle esternalità e dei servizi ecosistemici
Nella definizione classica, le esternalità sono considerate “l’insieme degli effetti esterni (detti anche economie o diseconomie esterne) che l’attività di un’unità economica (individuo, impresa, pubblica amministrazione) esercita, al di fuori delle transazioni di mercato, sulla produzione o sul benessere di altre unità”.[2] Come anticipato, quando il soggetto economico, senza sostenerlo esso stesso, genera un costo per altri agenti, questo è definito esternalità negativa o diseconomia esterna. Viceversa, quando il soggetto produce un beneficio sociale per cui, però, non riceve alcun compenso (come il miglioramento delle condizioni ambientali, strutturali o estetiche di un luogo), questo è definito esternalità positiva o economia esterna.
Pigou teorizzò, nella sua opera, la possibilità che le imprese potessero essere tassate per un importo definito in funzione dei costi esterni generati, in modo tale da essere ricondotte ad un quantitativo di produzione ottimale. Tale strumento prende il nome di “imposta pigouviana”. Secondo lo stesso principio, un’impresa che realizza un beneficio sociale, andrebbe sussidiata, in modo da essere ricompensata per il beneficio prodotto e compensata dei mancati profitti. Si parla, in tal caso, di “sussidio” o “incentivo pigouviano”.
Viene qui in rilievo il ruolo che le aziende possono avere nel proteggere e supportare gli ecosistemi naturali, considerabili come porzioni di “biosfera delimitata naturalmente, in cui un insieme di organismi animali e vegetali interagiscono tra loro e con l’ambiente che li circonda, un complesso bio-geo-chimico dinamico caratterizzato da una unitarietà strutturale e funzionale”.[3] Essi sono essenziali per la fornitura, alle comunità umane, dei “servizi ecosistemici”. Infatti, gli ecosistemi sono alla base della produzione di numerosi beni quali cibo, foraggio, essenze e principi farmaceutici, oltre a svolgere funzioni di supporto alla vita, come la produzione dell’ossigeno atmosferico, il riciclo e il ricircolo dei nutrienti e delle sostanze biodegradabili nel terreno, il ciclo e la depurazione delle acque di falda, ma anche funzioni culturali e simboliche, come la trasmissione di valori religiosi e tradizionali.[4]
In quest’ottica, il Programma per l’ambiente e l’azione per il clima – LIFE dell’Unione Europea può dare supporto a progetti con i quali le aziende possano eliminare le proprie esternalità negative e realizzare, invece, dei benefici esterni per la tutela degli ecosistemi e della biodiversità.
2. Il Programma LIFE dell’Unione Europea
LIFE è un Programma dell’Unione Europea, acronimo francese di “L’Instrument Financier pour l’Environnement” (in italiano: Strumento finanziario per l’ambiente), nato nel 1992, oggi arrivato alla sesta edizione. L’obiettivo generale del Programma LIFE 2021-2027 è di contribuire al passaggio a un’economia sostenibile, circolare, efficiente in termini di energia, basata sulle energie rinnovabili, climaticamente neutra e resiliente ai cambiamenti climatici al fine di tutelare, ripristinare e migliorare la qualità delle risorse naturali dell’UE, compresi l’aria, l’acqua e il suolo e di interrompere o invertire il processo di perdita della biodiversità, nonché contrastare il degrado degli ecosistemi.[5] Il Programma si articola in due Settori e quattro diversi Sottoprogrammi:
il Settore “Ambiente”, che include:
- il sottoprogramma “Natura e biodiversità”;
- il sottoprogramma “Economia circolare e qualità della vita”;
il Settore “Azione per il clima”, che include:
- il sottoprogramma “Mitigazione e Adattamento ai cambiamenti climatici”;
- il sottoprogramma “Transizione all’energia pulita”.
Il cofinanziamento massimo è pari al 60% dei costi totali ammissibili, fatta eccezione per alcuni tipi di progetti. Infatti, per i progetti finanziati nell’ambito del sottoprogramma “Natura e biodiversità” riguardanti habitat prioritari o specie prioritarie ai fini dell’attuazione della Direttiva 92/43/CEE o specie di uccelli per le quali il finanziamento è considerato prioritario dal comitato per l’adeguamento al progresso tecnico e scientifico,[6] allorché necessario per conseguire l’obiettivo prefissato in materia di conservazione, il cofinanziamento può arrivare al 75%.[7]
Da una pubblicazione della Commissione Europea del 2002, relativa ai risultati dei progetti LIFE in materia di acque, emergeva che il Progetto LIFE ha significativamente contribuito all’attuazione degli obiettivi previsti dalla Direttiva Quadro sull’Acqua (Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio).[8]
Su un campione di 75 progetti in materia d’ambiente, il 43% riguardava la gestione dell’acqua a livello di bacino idrografico, il 16% la protezione delle acque sotterranee, il 16% il trattamento delle acque reflue, il 16% la prevenzione e riduzione delle fonti di inquinamento acquatico e il 9% la pianificazione e l’organizzazione della gestione dell’acqua. Nello stesso documento si sosteneva che il Programma LIFE può essere uno strumento di primo piano al servizio della politica comunitaria dell’acqua, considerando che fra il 1992 e il 2000 non meno di 211 progetti LIFE comportavano misure relative all’acqua e/o all’ambiente idrico.[9]
Di seguito, uno dei casi studio analizzati nel documento, dimostra come il Programma LIFE può essere una efficace forma di incentivo pigouviano.
3. Il caso Quimigal
La Quimigal S.A., situata nella regione di Aveiro, nel nord del Portogallo, si occupa di produrre sostanze chimiche destinate all’industria delle tinture, antiparassitari, diserbanti e concimi, attività che implica lo scarico di grandi quantità d’acqua contaminata da nitrati e composti aromatici.
Grazie al progetto LIFE è stata applicata una nuova tecnologia che ha permesso di ridurre l’inquinamento derivante dall’azoto del 50%, recuperando il restante 50% sotto forma di materia prima seconda (acido nitrico).
Successivamente, grazie al progetto, è stato sviluppato un sistema di trattamento per depurare le acque dai composti aromatici mediante letti di macrofiti: letti formati da strati di terra, piante acquatiche e microrganismi. Questo nuovo processo ha permesso di ottenere una resa superiore all’85% e di produrre un effluente liquido che può essere utilizzato nuovamente nel processo industriale.
Un altro caso di studio incredibilmente rappresentativo delle potenzialità del Programma LIFE nel ripristino e nella protezione degli ecosistemi idrici è il progetto Life Greenchange, ad oggi in corso di attuazione.
4. Il caso Life Greenchange
Il progetto mira ad arrestare la perdita di biodiversità e a rafforzare il valore ecologico dei sistemi agricoli dell’Agro Pontino (nel Lazio) e delle zone rurali dell’isola di Malta, attraverso la costruzione di “infrastrutture verdi” con il coinvolgimento e la collaborazione degli imprenditori locali, coadiuvati da un apposito sistema di governance.[10] Ciò permetterà non solo di mitigare l’impatto ambientale delle attività agricole, ma di incrementare il loro contributo al rafforzamento e mantenimento degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici.[11]
Il progetto presenta un gran numero di azioni e di linee di intervento. A titolo di esempio, ne saranno riportate solo alcune.
L’azione C3 prevede la riqualificazione ambientale di sistemi umidi lungo il fiume Ufente, dove si sta attuando la rimozione della vegetazione aliena, l’impianto di formazioni boscate, la realizzazione di scavi superficiali per la creazione di aree umide e di aree a pascolo controllato e il posizionamento di attrezzature per la fruizione.
L’azione C4, nel comune di Cisterna di Latina, mira ad arricchire il mosaico degli ecosistemi all’interno della zona umida di Pantanello, un’area originariamente agricola rinaturalizzata tra il 2003 e il 2009 e oggi annessa al Monumento Naturale Giardino di Ninfa. Qui saranno impiantate formazioni alberate e cespugliate, realizzati uno stagno didattico, siti di basking, isole flottanti e rifugi per anfibi.
L’azione C5 prevede la realizzazione di infrastrutture verdi nell’Azienda Agricola della Fondazione Caetani, nel Comune di Latina. L’azienda sarà interessata dal ripristino del Fosso Epitaffio e di alcune canalette di scolo per uno sviluppo lineare complessivo di oltre 3 km, dal diradamento dell’attuale pioppeto con impianto di specie igrofile, dalla creazione di una zona umida con funzione di garzaia e dalla realizzazione di una fascia frangivento di circa 400 mt.[12]
5. Conclusioni
Il Programma LIFE, dalla sua fondazione, è stato ed ha tutti i requisiti per continuare ad essere un motore di sviluppo e di generazione di valore condiviso, economico, sociale e ambientale.
Il coinvolgimento del mondo dell’impresa è centrale: le industrie hanno l’opportunità di ridurre le proprie esternalità negative e di realizzare benefici esterni, favorendo il mantenimento e la realizzazione di ecosistemi e servizi ecosistemici, affrontando i costi e compensando gli eventuali impatti sui profitti grazie al co-finanziamento previsto da programmi come LIFE.
Se da un lato è necessaria la volontà politica di mantenere e ampliare la portata di strumenti incentivanti di questo genere, questa non è, tuttavia, sufficiente. Solo se i settori industriali più inquinanti agiranno per modificare i loro modelli e le loro strategie di business, implementando progetti ad impatto ambientale positivo, sarà possibile realizzare la transizione ecologica, sostenibile e circolare auspicata dalle normative e dalle numerose iniziative in corso in ambito europeo.
Fonte dell’immagine: Life Greenchange, Schede faunistiche, Gli anfibi della Pianura Pontina. Disponibile all’indirizzo: https://lifegreenchange.eu/it/mediagallery/le-schede-faunistiche-gli-anfibi-della-pianura-pontina/ (consultato a dicembre 2021).
[1] Si fa riferimento alla principale opera di Arthur Cecile Pigou, The Economics of Welfare, MacMillan, Londra, 1920. Per un’esemplificazione contemporanea della teoria delle esternalità, si vedano Giuseppe Campa, Lezioni di Scienza delle Finanze, UTET, Torino, 2010, cap. 7, e Ignazio Musu, Introduzione all’economia dell’ambiente, Il Mulino, Bologna, 2003, cap. 2.
[2] Definizione del Dizionario di Economia e Finanza, Treccani, Roma, 2012. Disponibile all’indirizzo: https://www.treccani.it/enciclopedia/esternalita_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/ (consultato a dicembre 2021).
[3] Sergio Malcevschi, voce del Dizionario di Economia e Finanza, cit.
Disponibile all’indirizzo: https://www.treccani.it/enciclopedia/ecosistema_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/ (consultato a dicembre 2021).
[4] Cfr. Marco Bagliani ed Egidio Dansero, Politiche per l’ambiente. Dalla natura al territorio, UTET, Torino, 2011, pp. 38-40.
[5] Cfr. Ministero della Transizione Ecologica, Piattaforma delle Conoscenze, Programma LIFE.
Disponibile all’indirizzo: (consultato a dicembre 2021).
[6] Cfr. Art. 16 Direttiva 2009/147/CE.
[7] Ministero della Transizione Ecologica, Il nuovo programma per l’ambiente e l’azione per il clima.
Disponibile all’indirizzo: https://www.mite.gov.it/pagina/il-nuovo-programma-l-ambiente-e-l-azione-il-clima-life-2021-2027 (consultato a dicembre 2021).
[8] Cfr. Commissione Europea, LIFE Focus. L’acqua, risorsa essenziale. LIFE e la nuova politica europea dell’acqua, Comunità Europee, Lussemburgo, 2002.
Disponibile all’indirizzo: /water_it.pdf (consultato a dicembre 2021)
[9] Cfr. Ibidem.
[10] I pur interessanti aspetti progettuali relativi alla governance non saranno discussi nel presente elaborato per motivi di spazio, per cui si rimanda al sito ufficiale del progetto: https://lifegreenchange.eu/ (consultato a dicembre 2021).
[11] Per la documentazione e informazioni relative al progetto, si veda la brochure ufficiale, nella pagina Life Greenchange, Deliverables.
Disponibile all’indirizzo: https://lifegreenchange.eu/it/documents_categories/deliverables/ (consultato a dicembre 2021).
[12] Cfr. Life Greenchange, Progetti dimostrativi. Disponibile all’indirizzo: https://lifegreenchange.eu/it/progetti-dimostrativi/ (consultato a dicembre 2021).
Ho conseguito un Master in Finanza Etica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e studente del Master in Circular Economy Management presso la Libera Università degli Studi Sociali (LUISS) “Guido Carli” di Roma. Mi appassionano i temi dello sviluppo sostenibile, dell’economia sociale e circolare, della responsabilità sociale delle imprese, della tutela dell’ambiente e dei diritti umani. Scrivo perché credo che la conoscenza debba essere libera e alla portata di tutte e tutti per costruire un Mondo e una società migliore.