Brevi riflessioni in tema di tutela della privacy durante la pandemia Covid-19
Brevi riflessioni in tema di tutela della privacy durante la pandemia Covid-19. Il caso dell’impiego dei droni per la verifica del rispetto delle misure di contenimento e contrasto alla diffusione del virus
A cura di Dott.ssa Federica Marconi, avvocato presso l’ordine degli avvocati di Roma e dottorando in “Teoria dei Contratti, dei Servizi e dei Mercati” presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
La continua evoluzione del contesto emergenziale generato dalla crisi sanitaria da Covid-19, ha posto l’esigenza di adottare misure volte ad assicurare la verifica sul pieno rispetto delle disposizioni dettate in materia di contenimento e contrasto alla diffusione dell’epidemia. Il non sempre pieno rispetto di tali misure da parte dei cittadini dei diversi Stati colpiti dal virus ha spinto questi ultimi a ricorrere a strumenti di controllo e monitoraggio generalizzati, più o meno invasivi della sfera personale. Tra questi, si annovera l’utilizzo di sistemi di riconoscimento biometrico, di geolocalizzazione o di videosorveglianza. Sembra che le nuove tecnologie si stiano conquistando, sempre più, un ruolo da protagoniste nella lotta al virus, dimostrandosi particolarmente efficaci nel combatterne la diffusione. Ci si chiede allora: fino a che punto lo stato di emergenza – in una situazione di crisi senza precedenti come quella attuale – può giustificare la compressione del diritto alla riservatezza dei dati? Entro che limiti le democrazie occidentali possono ricorrere a strumenti che, come i droni, consentono di realizzare una sorveglianza sistematica e generalizzata nei confronti della totalità della popolazione? Entro quale perimetro le misure per verificare il rispetto degli obblighi di permanenza domiciliare e distanziamento sociale potrebbero dirsi realmente conformi al canone di proporzionalità? Fin dove l’enforcement pubblicistico può spingersi ad impiegare strumenti lesivi della libertà personale senza che questo sfoci in forme più o meno inedite di controllo sociale?
The Covid-19 outbreak is severely testing the democratic systems of most advanced countries. A lively debate has arisen with regard to the emergency measures adopted by several European countries to contain and fight the spread of the virus. Due to the outgoing health crisis and because of the consequent economic and social issues, most countries have been adopting measures to monitor the public compliance with lockdown regulations and to encourage or enforce social distancing.
Some States have begun deploying generalized control and monitoring tools, more or less invasive in the personal sphere, to monitor individual activities such as whether or not people are complying with social distancing.
Technologies like biometric recognition, GIS and mapping, location technology or video surveillance systems are playing a growing key role in responding to Covid-19 pandemic, by helping authorities and people in different ways to prevent further spread of the coronavirus outbreak. Although, ongoing aerial surveillance and surveillance to track individual’s health raise serious issues regarding to the erosion of citizen’s constitutional rights, such as their privacy rights.
Several questions arise: can the state of emergency – in a crisis situation as unique as the current one – justify the compression of the right of personal data protection? How can the adoption of tools like drones – which may carry out systematic and generalized surveillance on the entire population – be considered justified within the legal framework of democratic countries? To what extent can measures to verify compliance with emergency regulations and to ensure social distancing really be considered compliant with the principle of proportionality? How far can public enforcement go in using instruments that infringe personal freedom? Beyond which limit must the surveillance capabilities of this technology be considered as unprecedented digital forms of social control?
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* Il presente articolo scientifico è stato sottoposto a referaggio ai sensi dell’art. 3 del Regolamento della Rivista e pubblicato nel Numero 2/2020 della Rivista Semestrale di Diritto.