lunedì, Novembre 4, 2024
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Crowfunding: cos’è?

Il crowdfunding rappresenta un metodo innovativo di finanziamento di progetti di carattere economico, sociale, culturale o benefico da parte di un ampio numero di investitori (crowd– folla), tramite elargizioni di denaro (funding) effettuate tramite internet.

Gli aspetti innovativi che caratterizzano tale fenomeno a differenza dei canali di finanziamento tradizionali sono in primis la prevalente partecipazione di investitori non professionali; in secondo luogo, il mezzo utilizzato, cioè l’uso di piattaforme on-line in cui si verifica l’incontro diretto tra domanda e offerta.

L’operazione avviene interamente online, dove il promotore presenta il progetto, segnalando la somma necessaria per la sua messa in pratica e per l’eventuale remunerazione, che intende riconoscere ai finanziatori. Invero, esistono diverse tipologie di crowdfunding proprio in funzione del tipo di scambio che viene a crearsi tra il proponente, detto anche creator, ovvero colui che presenta la propria idea per poi ottenere finanziamenti e il soggetto finanziatore, detto crowdfunder. A fronte del contributo economico, la ricompensa per il sostenitore può essere di natura materiale o immateriale, tuttavia la relazione che si crea tra i due soggetti non necessariamente si basa su uno scambio, (come vedremo nel modello donation-based).

È possibile distinguere quattro modelli principali di crowdfunding:

  • Modello donation-based: è considerato la forma primordiale di crowdfunding. Attraverso questo modello i sostenitori effettuano donazioni n maniera liberare per sostenere una determinata causa o iniziativa, considerata meritevole, senza ottenere alcun tipo di ritorno tangibile. I donatori sono spinti dall’emotività che la campagna è riuscita a suscitare nei loro confronti.
  • Modello reward based: che prevede, in cambio di una donazione in denaro, una ricompensa non monetaria, cioè la ricezione di un premio oppure un riconoscimento immateriale, come un ringraziamento pubblico sul sito della società neo costituita.
  • Modello lending based: si basa sui micro-prestiti. Consente la raccolta di denaro tramite una piattaforma web che poi andrà ad erogare i fondi sotto forma di prestito, dietro corrispettivo finanziario. Alla base c’è l’idea etica di porsi come un canale alternativo al credito bancario, erogando somme di denaro, con tassi di interesse inferiori rispetto ai tradizionali finanziamenti. Inoltre, a differenza del tradizionale prestito bancario, invece di avere un’unica fonte (la banca), qui le imprese possono ottenere risorse da decine o addirittura migliaia di persone disposte a prestare denaro.
  • Modello equity based: rappresenta la più recente forma di crowdfunding ed è in continua evoluzione. Consiste nella raccolta di capitale di rischio per un’impresa tramite internet. Gli investitori, in cambio del proprio apporto di risorse finanziarie, ricevono una quota di partecipazione nel capitale dell’impresa diventando effettivamente soci dell’iniziativa imprenditoriale.

L’Italia, con l’art. 30 D.L. 179/2012, è stato uno dei primi Paesi a introdurre una regolamentazione organica dell’equity crowdfunding, ritenuta all’avanguardia a livello europeo. La normativa si rivolge alle start-up innovative e alle PMI innovative.

Successivamente però anche per effetto della pressione degli stakeholders interessati, tale disciplina è stata nel tempo modificata soprattutto per quanto riguarda la limitazione della possibilità di raccogliere capitali online alle sole start-up cd. “innovative”.

Così, già nel 2015 il Legislatore aveva “autorizzato” anche le piccole e medie imprese innovative ad avvalersi dei portali di equity crowdfunding per raccogliere capitali. Successivamente, con la Legge di Stabilità 2017, approvata dal Senato il 7 dicembre 2016, il Legislatore ha esteso a tutte le piccole e medie imprese, indipendentemente dal requisito della “innovatività”, la possibilità di fare ricorso allo strumento dell’equity crowdfunding.

Per quanto riguarda, invece, l’attività di gestione di portali per il crowdfunding, il decreto ha stabilito che le offerte on-line di strumenti finanziari: possono essere effettuate solo da portali gestiti da soggetti iscritti o annotati nel Registro tenuto dalla Consob; non possono superare l’importo di 5 milioni di euro; possono avere ad oggetto solo strumenti finanziari rappresentativi di capitale di rischio; devono essere sottoscritte per almeno il 5% del loro ammontare da parte di un investitore professionale, una fondazione bancaria o un incubatore di start-up innovative. Tali operatori fungono da garanzia per tutti gli operatori retail non professionali; devono riconoscere il diritto di revoca agli investitori per i casi in cui intervengono cambiamenti significativi nella situazione della start-up o delle condizioni dell’offerta.

Il ruolo delle piattaforme di crowdfunding è di concentrare su un portale on-line i progetti presentati e l’interesse dei potenziali investitori, facilitando in questo modo la raccolta di capitale da parte dei primi. La mappatura delle piattaforme di crowdfunding italiane mostra una continua crescita del settore.

I progetti che sono proposti sulle piattaforme di crowdfunding prevedono di norma un obiettivo, in termini di quantità di risorse, e una scadenza temporale entro la quale raccoglierle. Alla scadenza è possibile che il budget richiesto sia stato raggiunto, per cui tutte le promesse d’investimento saranno perfezionate e accreditate sul conto intestato al promotore del progetto, ma potrebbe anche verificarsi il mancato raggiungimento dell’obiettivo finanziario.

Per questo motivo, dal punto di vista della gestione operativa, le campagne di crowdfunding, possono essere strutturate in base a diversi modelli:

  • Modello “All or nothing”: dove la somma target deve essere raggiunta entro un periodo di tempo prefissato prima che venga effettuata alcuna transazione finanziaria. Se l’obiettivo non viene raggiunto il finanziamento si considera fallito, le transazioni non avverranno e il denaro resterà o verrà restituito sul conto dei sostenitori;
  • Modello “Keep il all”: prevede che le risorse finanziarie ottenute rimangano nella società emittente a prescindere dall’importo raccolto e dal raggiungimento del target prestabilito entro la scadenza prefissata;
  • Modello “All and more”: simile a “All or nothing” se l’obiettivo non viene raggiunto, ma se si raggiunge, o eccede il proprio target, il progetto è esentato dal pagamento di parte delle tariffe (es. contributo di iscrizione alla piattaforma).

Oggi, il successo di questa tipologia di ricerca di capitali è strettamente legato l’utilizzo dei social network nelle campagne. Essendo una tipologia di finanziamento supportato dalla rete, infatti, è importante che una campagna possa essere visibile al più largo numero di persone; compito assolto dalla condivisione tramite i principali social come Facebook, Twitter, LinkedIn e YouTube.

In Italia Eppela, che è il sito di crowdfunding più diffuso (556 progetti nel 2016), ha raccolto in tutto 4,6 milioni di euro. Il progetto più finanziato è la Jungle jacket, una giacca da ciclista con quindici accessori, che l’anno scorso ha raccolto 105mila euro a fronte di un traguardo di 25mila. Anche il Parma calcio, dopo il crac finanziario, ha cercato sostenitori in Eppela e nel 2015 ha raccolto 238mila euro dagli abbonamenti, il doppio dell’obiettivo fissato dalla società.

Si tratta, quindi, di un fenomeno in continua crescita che stimola e spinge a credere nelle proprie idee imprenditoriali, andando ad attutire le difficoltà tipiche della ricerca di capitale di rischio a cui tutte le nuove o piccole imprese sono soggette.

Claudia Addona

Claudia Addona nasce a Benevento nel 1993. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si laurea in Scienze Aziendali nel 2017, all'università La Sapienza di Roma, con tesi in Marketing. Nel gennaio 2020 consegue la laurea magistrale con il massimo dei voti in Finanza e Assicurazioni, sempre presso l'università degli studi di Roma "La Sapienza". Collabora dal 2017 con Ius in Itinere in seguito alla nascita della nuova area Banking&Finance, di cui ne diventa responsabile nel 2018. La curiosità e la determinazione sono ciò che le permettono di dare il meglio in tutto ciò che fa. Email: claudia.addona@gmail.com

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