sabato, Novembre 2, 2024
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Il riconoscimento dello status di ZES: le Zone Economiche Speciali

Le ZESZone Economiche Speciali – sono entrate nello scenario culturale nazionale a partire dal D. Lgs 91 del 20 giugno 2017, convertito in legge il 3 agosto dello stesso anno, n.123; è solo però con il Decreto del Presidente del Consiglio 25 gennaio 2018 n.12, che vengono definite le modalità di istituzione, la durata, i criteri di identificazione e delimitazione dell’area e i criteri di accesso[1]. Le prime battute del testo del Decreto presentano le preoccupazioni e gli obiettivi del Governo, in cui si legge:

«Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di intensificare gli interventi volti a favorire il superamento del divario economico e sociale delle regioni del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese; Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre nuovi strumenti volti a sostenere la crescita economica ed occupazionale delle regioni del Mezzogiorno, anche attraverso l’individuazione di misure incentivanti per i giovani imprenditori, nonché nuovi strumenti di semplificazione volti a velocizzare i procedimenti amministrativi funzionali a favorire la crescita economica nelle regioni del Mezzogiorno e la coesione territoriale; Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre nuovi strumenti sperimentali volti a consentire l’efficienza e la trasparenza dell’azione amministrativa in favore degli enti territoriali delle regioni del Mezzogiorno; Ritenuta altresì la straordinaria necessità e urgenza di prevedere interventi di sostegno alla formazione, in particolare per le situazioni di disagio sociale, anche attraverso interventi in favore degli enti territoriali, con particolare riguardo a quelli del Mezzogiorno; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata  nella riunione del 9 giugno 2017; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’economia e delle finanze, delle politiche agricole alimentari e forestali, dell’interno, dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per la semplificazione e la pubblica amministrazione, del lavoro e delle politiche sociali, per gli affari regionali, della giustizia e dell’ambiente e della  tutela del territorio e del mare;» [2]

La peculiarità di queste aree è che si concentrano nelle regioni meridionali – che fanno richiesta di interessamento – principalmente nelle zone portuali e nelle zone economicamente annesse ad esse; lo scopo delle ZES è quello di dare vita a delle nuove forme sperimentali di governo economico al fine di rilanciare la progettualità e la competitività dei porti del sud, dotandoli di agevolazioni fiscali aggiuntive.

Prima di capire, in base al decreto legge che regola le ZES, quali sono le aree di interesse del nostro Paese, reputo opportuno fare un excursus geografico e normativo di questo statuto economico speciale.

Le Zone Economiche Speciali hanno l’obiettivo di ricavare investimenti extra tramite agevolazioni fiscali, incentivi e deroghe normative; a livello mondiale si contano circa 2.700 aree tra cui le più importanti – che hanno fatto da esempio per quelle europee – sono la Cina e Dubai; in Cina esistono diverse politiche speciali e misure flessibili per la gestione economica come gli incentivi fiscali per gli investimenti stranieri, maggiore indipendenza per il commercio internazionale, sviluppo di caratteristiche economiche basate su quattro principi, quali:

  1. Strutture per l’utilizzo di capitali stranieri;
  2. Organizzazione delle attività economiche tramite joint-venture[3];
  3. Prodotti utili per il commercio internazionale;
  4. Attività economiche regolate sulla base dei principi del mercato;

invece a livello europeo se ne contano 14 e la ZES polacca è stata presa come linea guida per quelle introdotte e sviluppate in Italia[4].

Restando in ambito europeo – continuando quindi con l’esempio che ha guidato l’Italia – le Zone Economiche Speciali polacche si basano sulle corporate income tax exemption, che si orientano in base a variabili prese in considerazione dal Paese in cui vengono introdotte, come ad esempio le dimensioni dell’impresa, il luogo di investimento, il numero di posti di lavoro che si verranno a creare e l’ammontare degli investimenti programmati – può oscillare tra il 25% e il 55%.

In Italia le ZES sono regolate dal D. Lgs. 91/2017 detto anche Decreto Sud, con il quale si vuole favorire la crescita economica del Mezzogiorno introducendo due misure:

  1. La misura “Resto al Sud” per l’imprenditoria giovanile;
  2. La misura delle “Zone Economiche Speciali – ZES” con cui si individuano aree del Paese collegate ad un’area portuale – destinatari di benefici fiscali e semplificazioni amministrative – che agevolano lo sviluppo di imprese; le caratteristiche di quest’ultime sono:
  3. Devono essere istituiti all’interno dei confini statali e in una zona geografica delimitata e ben definita;
  4. Può essere composta da aree non direttamente adiacenti purché ci sia un nesso economico;
  5. Deve comprendere un’area portuale, collegata alla rete europea dei trasporti (TEN- T) regolata dalla normativa n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013[5];

I benefici previsti per queste zone sono l’insieme di agevolazioni fiscali e di semplificazioni degli adempimenti prevedendo l’applicazione del credito di imposta nel limite massimo di 50 milioni di euro; il Decreto Sud prevede, inoltre, la creazione di cinque zone nelle regioni meridionali quali: Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia; per ottenere tali benefici sono necessari due condizioni, a) le aziende devono mantenere la loro attività per almeno 5 anni successivi al completamento degli obiettivi oggetto dell’agevolazione e b) le aziende non devono essere in fase di liquidazione o di scioglimento.

In primis il riconoscimento di status di ZES è istituito dal Presidente del Consiglio dei ministri, adottato sulla proposta del Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno di accordo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze su proposta della regione attraverso un piano di sviluppo strategico e indicando le caratteristiche dell’area identificata. La gestione, l’esercizio delle funzioni amministrative e la stipula di accordi e convenzioni con banche o altre attività finanziare dell’area ZES è organizzata e controllata dal Comitato di indirizzo composto dal Presidente dell’attività portuale, da un Rappresentante della Regione e, infine, da un Rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri, il gestore inoltre deve assicurare che ci siano gli strumenti adatti che garantiscono la totale operatività delle aziende presenti nell’area con status di ZES, che ci sia l’utilizzo dei servizi sia economici che tecnologici in ambito delle Zone Economiche Speciali e che esista un accesso alle prestazioni da parte di terzi[6].

Concludendo la presentazione di questa tematica, mi sembra necessario affermare come le Zone Economiche Speciali siano importanti per attutire il divario che esiste – nel caso italiano – tra Nord e Sud, riuscendo a dare una prospettiva futura più concreta alle zone del Mezzogiorno.

 

[1] Zone Economiche Speciali (ZES): Sulla Gazzetta il Regolamento attuativo, https://www.lavoripubblici.it/news/2018/02/FINANZA-E-FISCO/19926/Zone-economiche-speciali-ZES-Sulla-Gazzetta-il-Regolamento-attuativo

[2] D. Lgs. 20 giugno 2017, n. 91, http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/20/17G00110/sg

[3] Joint venture, accordo tra più imprese per il raggiungimento di un progetto comune oppure per sfruttare le sinergie comuni, il capitale e il loro know-know, https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/joint-venture160.htm

[4] ZES, Il Sole 24 Ore, https://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/zes.html?refresh_ce=1

[5] ZES Zone Economiche Speciali: di cosa si tratta?, https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/23621-zes-zone-economiche-speciali-di-cosa-si-tratta-.html , 03/07/2017

[6] G. Cordasco, ZES, Zone Economiche Speciali: cosa sono e dove nasceranno, Panorama, 4 settembre 2017, https://www.panorama.it/economia/zes-zone-economiche-speciali-cosa-sono-e-dove-nasceranno/

[7] Fonte immagine: https://www.didiritto.it/le-zone-economiche-speciali-nelle-prospettive-di-crescita-del-territorio/

Roberta Iacobucci

Laureata in Sociologia all'Università di Napoli "Federico II", tesi di laurea in Statistica per la ricerca sociale sulla comparazione degli indicatori economici e sociali che si usano per misurare il grado di povertà di un Paese. Laureata con lode in Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale presso l'Università di Roma "La Sapienza", tesi di laurea in Sociobiologia e Teoria dei giochi, per l'analisi dell'agire strategico cooperativo in riferimento al suo grado di funzionamento all'interno della società. Area di interesse: Politica Economica

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