giovedì, Marzo 28, 2024
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L’accesso transfrontaliero alla prova informatica. Oltre il principio di territorialità

A cura di Dott. Giulio Soana, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Roma Tre con la votazione di 110 cum laude. Ha lavorato come Blue Book trainee presso la Commissione Europea, prestando servizio nell’Ufficio Europeo Antifrode (OLAF). Attualmente è Dottorando presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma dove lavora su un progetto di ricerca intitolato “Block-chain and traceability of illicit financial flow. From risk to opportunity”.

L’avvento di internet e del cloud computing ha comportato un cambiamento qualitativo in termini di struttura dell’azione umana; in particolare, la digitalizzazione delle interazioni ha comportato una modificazione della portata spaziale dell’agire: mediante internet l’individuo si libera dai suoi limiti corporali e può operare ben oltre la propria portata fisica. Tale modificazione ha avuto una diretta ripercussione sull’azione criminale; invero oggi buona parte delle indagini in ambito penale contengono almeno un elemento di transnazionalità. Tale realtà è ancor più accentuata se si considera la prova informatica: l’ascesa dei servizi di archiviazione remota comporta che, anche in indagini prettamente nazionali, i dati possano essere localizzati in Stati Terzi. In particolare, il dato informatico ha subito un processo di dematerializzazione che ha causato una progressiva irrilevanza e randomizzazione della sua posizione fisica. A fronte di questo panorama le autorità investigative si trovano sempre più costrette entro i limiti territoriali che tradizionalmente le caratterizzano; mentre i criminali si sono velocemente adattati alle innovazioni che la tecnologia proponeva la macchina di repressione penale ha faticato ad innovare la propria struttura ed adattarsi al “nuovo mondo”. Tale ritardo ha causato una crescente pressione mediatica e politica ad evitare sacche di impunità, a fronte di tale pressione e delle lungaggini della cooperazione multilaterale le autorità hanno intrapreso una serie di azioni unilaterali che hanno generato una tensione crescente sui fornitori di servizi internet nonché dispute giudiziarie.

Al fine di fornire una risposta unitaria e strutturale a questo problema il legislatore statunitense prima, mediante il CLOUD Act, quello Europeo poco dopo, mediante la proposta di direttiva sulla e-evidence, hanno introdotto normative che estendono il potere delle proprie autorità investigative ben oltre i propri limiti territoriali. Tale indirizzo, seppur efficace nel breve periodo, trascura gli effetti di lungo periodo che tale approccio può causare: l’estensione unilaterale del potere investigativo è destinata a creare una situazione di far west in ambito di accesso ai dati informatici con crescenti conflitti normativi, e politici, tra stati. Piuttosto che un’azione ciecamente volta a risolvere il problema dell’oggi, il legislatore si dovrebbe, invece, interrogare sull’obsolescenza dei principi della scienza penalistica tradizionale a fronte della digitalizzazione; in particolare, tale nuova realtà urge un ripensamento del principio di territorialità in favore di altri parametri che meglio descrivano l’attuale realtà: il principio di territorialità basa la sua valenza epistemologica sulla limitatezza e corporalità dell’azione umana, in un mondo incorporale e a-territoriale esso perde la sua funzione di discrimine tra ciò che pertiene ad uno e ciò che pertiene ad altro ordinamento, altri principi, quale ad esempio la pertinenza, sembrano essere più adatti a regolare l’azione penale e, soprattutto, a circoscriverla entro limiti accettabili.

Internet and cloud computing brought about an essential qualitative change to the structure of human actions. Eminently, the digitalization of human interactions has modified its spatial reach: through internet, the individual is freed from its corporal boundaries and can operate way beyond its physical reach. This modification has directly affected criminal behaviors: nowadays a major share of criminal investigations entails an element of transnationality. Such reality is emphasized in the field of e-evidence: the surge of cloud storage services implies that, even in largely national investigations, data may be located in third countries. In this sense, it can be argued that the informatic data has experienced a process of dematerialization which has caused a progressive irrelevance and randomization of physical location. Against this background, investigative authorities are increasingly constrained within their traditional territorial borders. While criminals have rapidly adapted to technological innovation, the criminal justice system has struggled to innovate its structure and adapt to this “new world”. Such delay has caused a growing media and political pressure in order to avoid blind spots. Faced with such pressure and by the lengthiness of multilateral cooperation, authorities have undertaken a series of unilateral actions which have generated a growing stress on internet service providers.

In order to provide a unitary and structural solution to this problem, the US lawmaker, through the CLOUD act, shortly followed by the European one, with the proposed e-evidence directive, has introduced legislations (or proposals) which extend the reach of their investigative authorities well beyond their territorial borders. Such line of action, while effective in the short-term, disregards its long-term effects: the unilateral extension of the investigative power will create a far west situation in the area of trans-border access to e-evidence with growing legal as well as political conflicts among states. Rather than a course of action that blindly pursues the problems of today, the policy maker should instead reflect on the obsolescence of the founding principles of criminal law.

Eminently, the current state of affairs urges a reconsideration of the principle of territoriality in favor of new parameters which better describe human action; indeed, the principle of territoriality is rooted in the corporal limits of human actions. Once the latter fall, also the epistemological validity of this principle does. Other principles, as the principle of relevance, could better fit the current situation and, at the same time, guarantee the effectivity and sensibleness of the criminal justice system.

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* Il presente articolo scientifico è stato sottoposto a referaggio ai sensi dell’art. 3 del Regolamento della Rivista e pubblicato nel Numero 2/2020 della Rivista Semestrale di Diritto.

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