martedì, Dicembre 10, 2024
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Le criptovalute: protagoniste dell’economia digitale

Facebook è ormai pronto a fare il suo ingresso nel mondo delle criptovalute.  Infatti è stata annunciata la nascita di “Libra”, ovvero un nuovo sistema di pagamento per scambiarsi denaro all’interno delle applicazioni di messaggistica e non solo, basandosi sui sistemi di blockchain[1], già utilizzati da altre criptovalute[2].

L’obiettivo della diffusione di Libra è allargare l’utilizzo dei social network come piattaforma di mercato, facendo concorrenza ad Amazon e all’e-commerce; inoltre il progetto ha previsto delle contromisure per evitare alcuni errori strutturali delle criptovalute, stringendo, infatti, accordi con i due più grandi gestori di carte di credito al mondo – Visa e Mastercard – e con PayPal.

La nuova criptovaluta, sarà agganciata ad un paniere di valute internazionali (Dollaro, Yen ed Euro) in modo da evitare le oscillazioni di valore, e non sarà controllata direttamente né da Facebook, per evitare problemi legati alla privacy, né dai singoli partecipanti al consorzio, ma da una organizzazione indipendente e non profit, ovvero la Libra Association, con sede a Ginevra.

Il sistema sarà distribuito e messo a disposizione degli utenti su Messenger, WhatsApp e Instagram, offrendo nuove soluzioni di pagamento e il portafoglio digitale, chiamato Calibra, sarà disponibile con una applicazione specifica.

Prima di analizzare in che modo le criptovalute incidono sull’economia mondiale, è importante capire la loro natura storico-economica e indagare il fenomeno sulla base della sua evoluzione, sul suo significato e infine sulle sue caratteristiche fondamentali.

Qual è la storia?

Sebbene si pensi che le criptovalute siano nate nel 2009 con il lancio del Bitcoin per opera di Satoshi Nakamoto, in realtà la loro storia parte da molto prima, ovvero dagli anni ’80, periodo in cui David Chaum ideò un algoritmo, rimasto poi alla base dei metodi di crittografia moderni per internet, che consentiva lo scambio di informazioni tra due parti, in modo sicuro e senza essere alterate durante lo scambio.

Fu fondata DigiCash, la quale si occupava di produrre una criptovaluta, che successivamente veniva venduta a privati che potevano utilizzarla per effettuare scambi ed acquisti.

Ciò che va a distinguere la DigiCash dalle criptovalute contemporanee è la mancanza di decentralizzazione, in quanto aveva il monopolio sulla criptovaluta, producendola e controllandola.

Tuttavia, DigiCash fallì all’inizio degli anni ’90, a causa del conflitto che si venne a creare con la valuta nazionale; successivamente si dovrà attendere circa un decennio per riavere importanti novità nell’ambito dei pagamenti digitali, ad esempio con PayPal, che diventerà società leader nel settore dei pagamenti digitali e del trasferimento di denaro tra utenti, o  E-Gold, società nata alla fine degli anni’90 con sede in Florida, che si occupava di comprare l’oro dagli utenti e in cambio dava la propria criptovaluta, dando la possibilità di usarla per effettuare scambi con altri utente, comprare oro vero o rivendere i propri e-gold in cambio di dollari.

Avendo milioni gli utenti attivi e gestendo transazioni che ammontavano a miliardi di dollari all’anno divenne ben presto un facile target per gli hacker; molte, infatti, erano le truffe messe in atto tramite gli e-gold, soprattutto il phishing[3] per rubare i dati di accesso agli account, cosicché l’attività chiuse nel 2009.

Nello stesso anno, venne lanciata la criptovaluta maggiormente conosciuta, ovvero il Bitcoin, nata da un’idea di Satoshi Nakamoto, il cui obiettivo era quello di creare una moneta digitale – parallela alla valuta tradizionale – che non sia manipolabile da strutture centrali.

Qual è il significato di criptovaluta?

Il termine si compone di due parole: cripto e valute, quindi si tratta di una valuta “nascosta”, ovvero è visibile e utilizzabile solo conoscendo un codice informatico; le criptovalute possono essere intese sia come vera e propria moneta (quindi valuta) per acquistare beni e servizi o per convertire le valute tradizionali, sia come asset su cui investire tramite il trading[4] sulle piattaforme online.

Le criptovalute sono nate per rendere il sistema monetario decentralizzato, quindi non soggetto a poteri centrali come i governi e le banche, inoltre, ove ci sia consenso tra i partecipanti alla relativa transazione, può essere scambiata in modalità peer-to-peer (ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessità di intermediari) per acquistare beni e servizi.

Un’altra classificazione in uso prevede la suddivisione tra moneta virtuale chiusa, unidirezionale e bidirezionale e la differenza tra le tre risiede nella possibilità o meno di poter scambiare la criptovaluta con moneta a corso legale e nella tipologia di beni e servizi acquistabili.[5]

Quali sono le caratteristiche?

Le caratteristiche fondamentali che rendono riconoscibili una criptovaluta sono:

  • Sistema decentralizzato: rispetto alle normali valute tradizionali non esiste una banca centrale che si occupa di stampare il denaro e controllarne il flusso;
  • Anonimato: molte criptovalute riescono a garantire un alto livello di anonimato negli scambi che avvengono tra gli utenti;
  • Numero limitato: la maggior parte delle criptovalute ha un numero limitato di moneta che può essere prodotta;
  • Sicurezza: le transazioni che avvengono sono sicure al 100%, grazie al particolare network che utilizzano;
  • Solo online: le criptovalute sono monete digitali, non prevedono quindi banconote o monete, infatti sono contenute in portafogli elettronici, definiti wallet[6]. Tutte le transazioni, infatti, avvengono online, anche se stanno diventando anche mezzo di pagamento nei negozi fisici, o uno strumento per cambiare e prelevare denaro contante;[7]
  • Protocollo: cioè un codice informatico che specifica il modo in cui i partecipanti possono effettuare le transazioni;
  • Libro mastro (blockchain): che memorizza la storia della transazioni dell’utente;
  • Rete decentralizzata di partecipantiche aggiornano, conservano e consultano le transazioni;

Le ripercussioni in ambito economico

Con l’affermazione del Bitcoin, nel settore dei pagamenti, si contrappone ad un ridotto utilizzo dell’attività digitale negli scambi commerciali in favore di attività finanziarie e di accumulazione di ricchezza.

La circostanza per cui una moneta continua ad essere apprezzata nel tempo, rende la forma crittografata delle valute digitali meno idonea ad essere ceduta e scambiata e manchevole di una logica di accumulazione che ha come obiettivo l’incremento della ricchezza personale.

Inoltre, esistono diverse ragioni per cui le criptovalute non sono ben viste e la politica monetaria ha la possibilità di favorire la crescita economica sia aumentando l’offerta di moneta in circolazione sia abbassando il costo del denaro.

Una prima ragione è che le imprese sono incentivate ad investire portando la diminuzione della propensione delle famiglie al risparmio, aumentandone l’attitudine al consumo.

In questo modo, in un’ipotetica situazione in cui gli individui preferiscono detenere moneta piuttosto che immetterla nel mercato, si agevola una spirale negativa dei consumi e degli investimenti, rallentando la ripresa dell’economia reale (trappola della liquidità).

Una seconda ragione è  il rischio di concentrazione di ricchezza in mano a pochi che, oltre ad essere dissonante con il concetto di “democratizzazione finanziaria” del sistema economico, può essere molto pericolosa, in quanto avrebbero un potere di condizionamento sugli utilizzatori molto alta.[8]

Concludendo, la Reuters ricorda, inoltre, che i mercati delle criptovalute sono “opachi” e hanno una forte difficoltà ad individuare dei precisi catalizzatori al rialzo, in quanto sono molto influenzabili dagli aspetti socio-economici che una nazione affronta, infatti, hanno ottenuto un enorme impulso e un’enorme visibilità grazie alla presentazione da parte di Facebook della propria valuta digitale Libra, portando ad una forte ripresa del prezzo del Bitcoin, dovuta principalmente al rinnovato interesse mainstream e alla tecnologia che le sostiene.

 

[1]I dati relativi agli scambi vengono salvati all’interno di blocchi crittografici, collegati in maniera gerarchica l’uno all’altro, venendosi a creare un’infinita catena di blocchi di dati, detti blockchain, il quale consente di risalire e verificare tutte le transazioni fatte; infatti si tratta di un registro pubblico nel quale vengono archiviati in modo sicuro, verificabile e permanente transazioni che avvengono tra due utenti appartenenti a una stessa rete. https://tecnologia.libero.it/blockchain-definizione-18916

[2]C. Arena, Pagamenti digitali. La criptovaluta di Facebook: a cosa serve e come funziona Libra, 18 giugno 2019. https://www.avvenire.it/economia/pagine/facebook-prepara-criptovaluta

[3]Il tentativo di adescare utenti via e-mail chiedendogli i dati del conto per una verifica. Oggi il fenomeno è mitigato dalle caselle di posta col servizio Spam;

[4]Il trading è  l’azione utile ad acquistare o a vendere beni finanziari su Internet;

[5]http://www.consob.it/web/investor-education/criptovalute

[6]Il wallet è un programma o servizio web che permette agli utenti di memorizzare e controllare, in maniera centralizzata, le informazioni personali inerenti agli acquisti online, alle password, agli indirizzi di spedizione e i dettagli sugli strumenti di pagamento;

[7]Criptovalute: cosa sono e come funzionano. https://www.comefaretradingonline.com/criptovalute/

[8]Bitcoin, le ripercussioni della speculazione e dell’accumulo di moneta digitale, 6 dicembre 2018. https://valutevirtuali.com/2018/12/06/bitcoin-le-ripercussioni-della-speculazione-e-dellaccumulo-di-moneta-digitale/

Fonte immagine:

Roberta Iacobucci

Laureata in Sociologia all'Università di Napoli "Federico II", tesi di laurea in Statistica per la ricerca sociale sulla comparazione degli indicatori economici e sociali che si usano per misurare il grado di povertà di un Paese. Laureata con lode in Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale presso l'Università di Roma "La Sapienza", tesi di laurea in Sociobiologia e Teoria dei giochi, per l'analisi dell'agire strategico cooperativo in riferimento al suo grado di funzionamento all'interno della società. Area di interesse: Politica Economica

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