Cass. Pen., Sez. III, 11 gennaio 2021, n. 650 sullo smaltimento illecito di rifiuti e la particolare tenuità del fatto
La massima.
“In tema di rifiuti pericolosi smaltiti illecitamente il quantitativo elevato esclude la tenuità del fatto e la conseguente non punibilità” (Cass. Pen., sez. III, 11.01.21, n. 650).
Il caso.
La pronuncia origina dal ricorso per cassazione presentato dal difensore dell’imputato contro la sentenza della Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il quale aveva riconosciuto la penale responsabilità dell’imputato in ordine al reato di cui all’art. 256, c. 1, lett. a) D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Il gravame si fondava, per quanto al primo motivo, sulla violazione di legge e difetto di motivazione in relazione al mancato riconoscimento della esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto ex art.131-bis c.p. e con il secondo motivo si censura la violazione di legge e il difetto assoluto di motivazione in relazione agli artt. 62-bis e 133 c.p..
La motivazione.
La Corte di Cassazione, nella motivazione, afferma preliminarmente che l’istituto della particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. non può essere applicata ai reati eventualmente abituali che siano stati posti in essere mediante la reiterazione della condotta tipica. Ed in effetti dalla gravata sentenza emerge la sussistenza di una rilevante quantità di rifiuti smaltiti illecitamente, pari a 496.560 kg, di per sé significativa della reiterazione, nell’arco di tempo contestato, delle condotte considerate. Sulla base quindi del dato numerico la Suprema Corte ha negato, confermando la decisione del giudice di merito, la sussistenza della circostanza di cui all’art. 131-bis.
Per quanto attiene al secondo motivo, la Corte rileva che la pena della ammenda di euro 3.000 irrogata si situa in prossimità evidente del minimo edittale con conseguente sufficienza di una motivazione che si rapporti anche solo alla menzione dei criteri di cui all’art. 133 c.p.p.. Nel caso de quo la sentenza impugnata ha pertinentemente richiamato, anche con riferimento al profilo sanzionatorio, il notevole quantitativo di acque illecitamente smaltite. Con riferimento poi alla concessione delle circostanze attenuanti generiche, i giudici di legittimità ritengono che non siano valorizzabili gli elementi fattuali, tra cui in particolare il tempestivo ripristino dei luoghi e l’ottemperanza alle prescrizioni, unicamente riferiti dal ricorrente e oggettivamente non risultanti
La Corte di Cassazione ha quindi rigettato il ricorso e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 3.000 in favore della cassa delle ammende.
Dopo il diploma presso il liceo classico Cavanis di Venezia ha conseguito la laurea in Giurisprudenza (Laurea Magistrale a Ciclo Unico), presso l’Università degli Studi di Verona nell’anno accademico 2016-2017, con una tesi dal titolo “Profili attuali del contrasto al fenomeno della corruzione e responsabilità degli enti” (Relatore Chia.mo Prof. Avv. Lorenzo Picotti), riguardante la tematica della corruzione e il caso del Mose di Venezia.
Durante l’ultimo anno universitario ha effettuato uno stage di 180 ore presso l’Ufficio Antimafia della Prefettura UTG di Venezia (Dirigente affidatario Dott. N. Manno), partecipando altresì a svariate conferenze, seminari e incontri di studi in materia giuridica.
Dal 30 ottobre 2017 ha svolto la pratica forense presso lo Studio dell’Avv. Antonio Franchini, del Foro di Venezia. Da gennaio a luglio 2020 ha ricoperto il ruolo di assistente volontario presso il Tribunale di Sorveglianza di Venezia (coordinatore Dott. F. Fiorentin) dove approfondisce le tematiche legate all’esecuzione della pena e alla vita dei detenuti e internati all’interno degli istituti penitenziari.
Nella sessione 2019-2020 ha conseguito l’abilitazione alla professione forense presso la Corte d’Appello di Venezia e dal 9 novembre 2020 è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Venezia.
Da gennaio a settembre 2021 ha svolto la professione di avvocato presso lo Studio BM&A – sede di Treviso e da settembre 2021 è associate dell’area penale presso MDA Studio Legale e Tributario – sede di Venezia.
Da gennaio 2022 è Cultore di materia di diritto penale 1 e 2 presso l’Università degli Studi di Udine (Prof. Avv. Enrico Amati).
Nel luglio 2022 è risultato vincitore della borsa di ricerca senior (IUS/16 Diritto processuale penale), presso l’Università degli Studi di Udine, nell’ambito del progetto UNI4JUSTICE.
Nel dicembre 2023 ha frequentato il corso “Sostenibilità e modelli 231. Il ruolo dell’organismo di vigilanza” – SDA Bocconi.
È socio della Camera Penale Veneziana “Antonio Pognici”, e socio A.I.G.A. – sede di Venezia.