La dichiarazione di successione: un adempimento burocratico necessario. Cos’è? A cosa serve? Chi deve farla?
Nonostante la morte di una persona cara sia un avvenimento spiacevole, non ci si può
sottrarre a taluni oneri burocratici neppure in casi del genere.
E’ un dovere infatti presentare la dichiarazione di successione contenente lo stato
patrimoniale dei chiamati all’eredità subentrati, ciascuno pro quota, nell’asse ereditario del de cuius.
Ora, però, chiediamoci: cos’è la dichiarazione di successione?
La dichiarazione di successione è un documento che va presentato all’Agenzia delle
Entrate da parte degli eredi del defunto. Ha la funzione di render noto e quantificare
il valore del patrimonio ereditario appartenente al de cuius per poter calcolare le imposte.
Un adempimento burocratico obbligatorio, infatti, la domanda va presentata entro 12 mesi
dall’apertura della successione fatta presso l’Agenzia delle Entrate del luogo in cui il de
cuius ha avuto la sua ultima residenza, accertabile mediante certificato di morte.
La presentazione di detta dichiarazione al di là dei termini previsti farà sorgere una
sanzione ammnistrativa a carico di tutti gli eredi. Infatti in caso di ritardato pagamento,
sono dovuti gli interessi di mora nella misura del 2,5% per ogni semestre compiuto dalla
scadenza.
All’interno del documento successorio dovranno essere indicati tutti i beni immobili, le
azioni o quote di società, il denaro e i titoli depositati in banca, le aziende agricole o
commerciali, i gioielli e i mobili posseduti dal de cuius.
Chiediamoci ora: chi provvede a detto adempimento?
Come abbiamo indicato precedentemente sono tenuti alla presentazione della dichiarazione
successoria gli eredi, ma anche eventuali legati, gli amministratori dell’eredità o i curatori
dell’eredità giacente, ma anche i trust e gli immessi nel possesso dei beni.
Anche uno solo di essi può presentare la successione entro i termini sanciti.
Una volta presentata, l’Agenzia provvederà a quantificare l’imposta di successione che
deve essere liquidata entro 60 giorni in solido. Qualora nessuno provveda a farlo, l’
Agenzia potrà agire nei confronti di uno solo degli eredi, che a sua volta potrà rivalersi
sugli altri eredi risultati inadempienti.
Sono previste delle franchigie, ripartite in tal modo:
– Il coniuge superstite ed i figli del de cuius sono esonerati dal pagamento della tassa di successione fino ad un milione di euro dichiarati e costituenti il patrimonio, al di là di tale somma si applica per l’importo in eccesso un’aliquota pari al 4%
– Per i germani/e invece la franchigia copre importi fino a 100 mila euro, le somme in eccesso saranno sottoposte ad una tassazione con aliquota al 6%
– Per i parenti fino al quarto grado l’aliquota è al 6%
– Per gli altri soggetti l’aliquota arriverà all’8%
Se nell’eredità sono ricompresi beni immobili, gli eredi sono tenuti a versare le imposte
ipotecarie e catastali, salvo uno o più eredi possano avvantaggiarsi dei benefici della prima
casa solo in tal caso verranno versate le due imposte in misura fissa e non nella misura del
1% e del 2%. Infine dovranno essere versate le tasse ipotecarie e i tributi necessari per
eventuali trascrizioni nei Registri immobiliari.
Nel caso in cui il defunto abbia in vita redatto un testamento: come si procede?
Se il defunto ha lasciato un testamento, sia chiaro che, la successione può essere presentata
solo qualora sia già stata effettuata la pubblicazione del testamento. Nell’ipotesi in cui il
testamento sia olografo, occorre rivolgersi ad un notaio per la pubblicazione, presentando
l’estratto di morte per riassunto e il testamento in originale.
Ci sono casi in cui si è esentati dalla presentazione della dichiarazione successoria;
in primis, quando l’erede ha rinunciato all’eredità o al legato. Tale rinuncia va fatta entro
10 anni, altrimenti si considera accettata la quota ereditaria o il legato.
La rinuncia va comunicata all’Agenzia delle Entrate mediante raccomandata, allegando la
copia autentica della dichiarazione di rinuncia.
Altra ipotesi è l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario, infatti la
Presentazione della dichiarazione va fatta entro 12 mesi dalla chiusura dell’inventario.
Infine non è necessaria la presentazione della dichiarazione se l’eredità non supera i 25.823
Euro e il coniuge e/o i figli sanno che non ci sono beni immobili o diritti reali immobiliari
da dichiarare.
Angiola Giovanna Modano nasce ad Avellino il 24 giugno del 1993 e in un piccolo paesino della stessa provincia risiede ancor oggi insieme alla sua famiglia, a cui è molto legata.
Dopo aver frequentato il liceo classico “Aeclanum” conseguendo il diploma con una valutazione di 100/100, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’ateneo di Napoli “Federico II”.
Si è laureata il 6 luglio 2017, in soli 4 anni e una sessione con il massimo dei voti, discutendo una tesi in diritto amministrativo.
Appassionata di più branche del diritto, di cui si ritiene esser totalmente affascinata, ha deciso di inseguire il suo sogno: il percorso notarile.
Ancor prima di ultimare il suo iter di studi ha infatti iniziato il tirocinio notarile nel distretto di Avellino, affiancando già oggi, nonostante la mano inesperta, il proprio notaio nella stesura di atti.