giovedì, Marzo 28, 2024
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Spagna: ascesa economica, nonostante l’instabilità politica

All’interno dell’Eurozona, la Spagna si attesta come il Paese con la crescita economica più sostenuta, terminando l’anno 2018 con un aumento del PIL pari al 2,6%[1] e con previsioni più che positive riguardanti il biennio 2019-2021, per uno Stato che fino al 2014 si trovava in coda tra le economie dell’Unione Europea.

Il Paese iberico, difatti, è stato tra i più colpiti dalla crisi finanziaria del 2008, con salari reali scesi circa del 10% ed una disoccupazione tra le più alte dell’UE (insieme a Italia e Grecia). Sorprende dunque questa crescita sostenuta, anche per la delicata ed instabile situazione politica in cui versa il Paese da più di tre anni.

Il 28 Aprile gli spagnoli torneranno alle urne dopo neppure un anno dall’insediamento del governo socialista di Pedro Sanchez, che nel giugno scorso vinse la mozione di sfiducia contro l’ex presidente Mariano Rajoy, del Partito Popolare (PP). Le elezioni di fine aprile saranno le terze che il Paese si troverà a fronteggiare dal 2015, aggiungendo a ciò le tensioni indipendentiste della Catalogna, non affatto sopite ed anzi esacerbate dai due partiti Esquerra Republicana e  PdCat, che hanno espresso il loro voto contrario alla legge di bilancio presentata da Sanchez nel febbraio scorso.

Sorprende, dunque, come possa la Spagna crescere a tali ritmi in una situazione di instabilità politica simile, arrivando perfino ad uscire dalla Procedura di Deficit Eccessivo[2] di Bruxelles.  Quest’ultima riguarda gli Stati con un deficit superiore al 3% del Pil o che presentano un debito pubblico superiore al 60% del Pil e che non sono dunque allineati con le prescrizioni dell’UE. (Art. 126 del Trattato sul Funzionamento dell’UE).

Sicuramente ci sono dei fattori endemici rilevanti dell’economia spagnola  che vanno esaminati e che hanno influito sul ritmo di crescita economica così sorprendente:

in primo luogo la Spagna presenta una minore dipendenza dalle esportazioni rispetto ad omologhi europei, come l’Italia, concentrando le risorse economiche sulla domanda interna. Con la crescita economica record che il Paese sta vivendo, si assiste di conseguenza ad un ingente aumento dei consumi privati (2,2% nel 2018) che sono uno dei principali fattori di crescita del PIL.[3]

Sono inoltre numerose le società e i gruppi imprenditoriali attratti dal Paese iberico, visto come un luogo di investimento ideale a costi contenuti. Madrid e Barcellona, in particolare, iniziano ad essere viste come nuovi hub economici e finanziari per gruppi che, anche a causa della Brexit, stanno cercando nuovi mercati in cui spostare il proprio business. Proprio la Brexit, dunque, potrebbe diventare un ulteriore opportunità di crescita per la Spagna, che si sta stagliando sulla scena europea come un valido sostituto del Regno Unito, insieme a Francia e Germania.

Rispetto a questi ultimi però quello spagnolo è un mercato che presenta vantaggi ingenti dal punto di vista di competitività dei costi, con manodopera e personale altamente qualificato a costi più contenuti. Oltre a questi fattori è importante sottolineare inoltre il legame storico ed economico che questo Paese detiene con l’America Latina, caratteristica che consente alla Spagna di mantenere uno status di privilegio dal punto di vista commerciale e fiscale con questi Paesi.

A tal proposito, infatti, la Spagna ha stipulato convenzioni e trattati con quasi tutti i Paesi latino-americani, per arginare il sistema delle doppie imposizioni fiscali ( i cosiddetti “Convenios de doble imposiciòn“). Ciò consente dunque allo Stato iberico di avere un margine di manovra di gran lunga superiore anche riguardo alla delocalizzazione di imprese in questi territori.

A fronte di ciò, non bisogna però trascurare gli ancora alti numeri legati alla disoccupazione, sono circa 3,3 milioni i senza lavoro, che mantengono la Spagna vicina alla Grecia e all’Italia, su questo versante. Se a ciò si aggiungono le tensioni autonomiste catalane e l’instabilità politica che il Paese dovrà affrontare con le prossime elezioni del 28 Aprile, bisognerà verificare se le favorevoli condizioni economiche e di ripresa saranno durature in un Paese che comunque, ad oggi, si sta affermando sulla scena europea ed internazionale come un partner economico forte ed affidabile.

[1] Marro E., “Spagna crescita record in Europa. Breve storia di un «miracolo» economico”, Sole24Ore, 29 Marzo 2019,

disponibile su: https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2019-03-25/spagna-crescita-record-europa-breve-storia-un-miracolo-economico-074634.shtml?uuid=AB21JahB 

[2] Pocedura per i Disavanzi Eccessivi, Patto di Stabilità e Crescita, EurLex, disponibile su: https://eur-lex.europa.eu/summary/glossary/excessive_deficit_procedure.html?locale=it

[3] Redazione, Wall Street Italia, 27 Marzo 2019, disponibile su: https://www.wallstreetitalia.com/brexit-come-madrid-e-spagna-la-sfruttano/

Fonte immagine:

Rachele Renno

Dottoressa in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali  presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, Master di specializzazione in Relazioni Internazionali presso l'Instituto de Estudios Europeos di Madrid. Esperienza di ricerca presso il think-tank “Real Instituto Elcano” di Madrid, nel campo della “Politica dell’Unione Europea e della Spagna”. Tra i principali interessi la politica internazionale e la tutela del patrimonio artistico e culturale, motivo per il quale sono socia dell’associazione UNESCO Giovani. Attualmente co-worker presso la società di ricerca e comunicazione "Think Thanks" e contributor nell'area di Politica Economica.

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