Cass. Pen., Sez. V, 13 gennaio 2021, n. 1178, sull’aggravante dell’aver commesso il fatto contro un ministro del culto cattolico
La massima.
“La dizione normativa dell’aggravante di cui all’art. 61, comma primo, n. 10, cod. pen., riferita al fatto commesso “contro” e non solo “ai danni” di un ministro di culto, impone una lettura oggettivizzante, in base alla quale la qualifica di sacerdote del soggetto passivo, per essere rilevante ai fini della configurabilità dell’aggravante, deve aver determinato o concorso a determinare l’azione aggressiva del soggetto attivo. (Fattispecie in tema di truffa ai danni di un sacerdote, in cui l’imputato aveva ceduto banconote false per ottenere in cambio il corrispondente valore delle monete disponibili lasciate al sacerdote dai fedeli)”.
Il caso.
Il caso trae origine da una particolare vicenda sviluppatasi in Sicilia, in cui un parroco, bisognoso di cambiare oltre 500 euro in monete, frutto delle donazioni dei fedeli, con più maneggevoli soldi di carta, chiedeva aiuto ai suoi conoscenti.
A farsi avanti l’imputato, peraltro in stato di detenzione domiciliare, che cedeva al sacerdote banconote false per ottenere in cambio la corrispondente somma in monete, pari a 510 euro.
La Corte d’Appello di Messina, con pronuncia del 14.10.2019, confermava la condanna emessa dal Tribunale di Messina il 20.9.2018 a carico di Ro. Sc. per i reati di evasione, truffa e messa in circolazione di monete false, questi ultimi commessi ai danni di A. G., parroco della chiesa di Madonna del Porto Salvo di Santa Teresa di Riva, confermando, peraltro, tutte le aggravanti, compresa quella di cui all’art. 61, comma primo, n. 10, cod. pen., tranne quella di cui di cui all’art. 61, comma primo, n. 11-quater, cod. pen., in relazione alla cui esclusione, parzialmente riformando la sentenza di primo grado su tale punto, ha anche rideterminato la pena finale, modulandola nella misura di anni tre e giorni 20 di reclusione, oltre Euro 400 di multa.
Rilevante l’applicazione dell’aggravante prevista per avere agito contro un ministro del culto cattolico, su cui il difensore dell’imputato fonda il suo ricorso in Cassazione, sostenendo che «la condotta di reato non era collegata all’esercizio del culto, benché il denaro provento della truffa era riferibile, secondo il sacerdote, alle offerte dei fedeli e destinato a favore di alcuni parrocchiani».
La motivazione.
La Corte evidenzia la necessità che la condotta criminosa sia diretta contro la persona del soggetto che riveste la qualità di ministro del culto, con l’intenzione di vulnerarne l’integrità morale, nonchè che l’offesa debba avere una “peculiare coloritura”, essendo volta a ledere e svilire i valori propri della funzione professata dalla vittima, richiamando un precedente pronunciamento sul punto. (Sez. 2, n. 673 del 5/12/1955, dep. 1956).
Dunque, con specifico riguardo all’aggravante di cui all’art. 61 co. 1 n.10, l’avverbio “contro”, usato quale termine di discrimen del più comune “in danno”, ha la funzione di circoscrivere l’applicazione dell’aggravante, sotto il profilo soggettivo, ai soli reati dolosi in ragione della necessaria conoscenza della funzione svolta dalla vittima, e, sotto il profilo oggettivo, a tutte le condotte che constano nell’aggressione alla persona, ora nel fisico, ora nel “portato morale”, più elevata espressione dell’incarico, funzione o missione espletata e del ruolo che di conseguenza riveste, a prescindere dagli effetti dannosi che tale condotta può aver generato.
Pacifica l’applicazione della ridetta aggravante ogni qual volta, indi, l’offesa risulti diretta contro la persona in ragione della istituzione, sovrana o religiosa, che la stessa rappresenta e che tale qualità debba causare o concorrere a causare il reato.
La dott.ssa Ilaria Marchì nasce a Enna il 29 ottobre del 1993.
Dopo aver conseguito diploma di maturità scientifica nell’anno 2012 presso l’I.S.I.S.S. “G. Falcone” di Barrafranca (EN), si iscrive presso l’Università degli Studi Kore di Enna, conseguendo nell’ottobre 2017 laurea magistrale in Giurisprudenza.
Il suo percorso post-universitario risulta ricco di esperienze formativo-professionali.
Dal novembre 2017 fino al novembre 2019, ha svolto la pratica forense presso lo studio legale “Piazza & Associati”, occupandosi della redazione di atti giudiziari di varia natura, penale e civile, nonché di attività di udienza.
A far data dal maggio 2018 fino all’ottobre 2019, ha svolto tirocinio giudiziario ex art. 73 d.l. n. 79/2013, presso la Corte d’Appello di Caltanissetta.
Durante i primi sei mesi di tale periodo formativo ha coadiuvato il Presidente della Seconda Sezione Penale della Corte D’Appello di Caltanissetta, partecipando alle attività di udienza, alle successive camere di consiglio, predisponendo relazioni di inizio processo, stralci di sentenze, provvedimenti giudiziali di vario genere, nonché partecipando a procedimenti di applicazione di misure di prevenzione.
E’ stata impegnata anche presso l’Ufficio del Processo, svolgendo adempimenti di vario genere.
I successivi 12 mesi di formazione li ha eseguiti presso la Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, coadiuvando strettamente il Presidente, ed il Giudice a latere, partecipando a diversi processi di estremo rilievo, quali, tra gli altri, Borsellino quater e Capaci bis.
La sua specifica attività è stata quella di redigere le relazioni di inizio processo- crono-storia del primo grado di giudizio- nonché sintesi di atti d’appello e redazione bozze motivazionali di sentenza.
Nel luglio 2019 ha conseguito un master di II livello presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, Università degli Studi Kore di Enna.
Ad oggi lavora presso un noto studio legale in Sicilia, “Studio Legale Sinatra & Partners”, occupandosi di attività giudiziale e stragiudiziale e, più specificamente, della redazione di atti giudiziari di vario tipo, di natura penale (come redazione di esposti, querele, atti di gravame, istanze, etc…) e civile.
Con precipuo riguardo al diritto penale, branca specializzante del ridetto studio, si occupa di fornire consulenza ed assistenza legale personalizzata al cliente, trattando reati contro la persona (omicidio, lesioni personali), contro il patrimonio (rapina, estorsione, furto, ricettazione, riciclaggio), reati in materia di sostanze stupefacenti (detenzione a fini di spaccio, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga), reati associativi e di criminalità organizzata (associazione a delinquere, associazione di stampo mafioso, associazione sovversiva), reati sessuali e prostituzione (violenza sessuale, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione), reati contro la famiglia (stalking) e reati contro la Pubblica Amministrazione.
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