giovedì, Dicembre 12, 2024
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Covid-19: Economia, MES e Covidbond

L’epidemia di Covid-19, attraverso il suo diffondersi, ha imposto diversi limiti alla circolazione e alle attività produttive, tali da determinare uno schock all’economia internazionale; l’Istat – nella memoria consegnata alla commissione Bilancio del Senato – afferma che: “’È immediato ipotizzare che il gap di produzione/valore aggiunto si determinerà in tutta la sua ampiezza nel secondo trimestre, con tutti gli indicatori e le statistiche relative all’economia e al mercato del lavoro che ne registreranno i risultati”.

Le imprese attive, infatti, le cui mansioni non sono state sospese, sono una su due, ovvero circa 2,3 milioni di unità su 4.5 milioni (poco meno della metà del totale – 48,7%); specificando maggiormente in termini di unità locali e di dimensioni aziendali, abbiamo nel primo caso che le attività rimaste attive includono circa il 49,5% dei quasi 4,8 milioni di unità censite nel 2017 e in termini di addetti si ha il 53% di occupati; mentre per il secondo aspetto – ovvero le dimensioni aziendali – le imprese che proseguono la propria attività sono il 50,7% tra le micro imprese (quelle con meno di 10 addetti), il 58,7% tra le piccole imprese e il 69,2% tra le medie imprese. Nel segmento delle grandi imprese (quelle con 250 e più addetti), l’incidenza delle aziende che proseguono l’attività è pari al 71,6% per quelle con 250-499 addetti ed al 67,6% per le unità con 500 e più addetti. Infine, la continuità dell’attività coinvolge il 51,2% delle imprese esportatrici e il 48% di quelle non esportatrici.[1]

Per far fronte al gap di produzione/valore, appena descritto, con tutte le problematiche che ne comportano, attraverso anche la riunione in video conferenza dello scorso 7 aprile tra i leader dell’Eurogruppo ha dato vita ad un dibattito sull’attivazione  del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità anche conosciuto come il Fondo Salva Stati).[2] e l’emissione degli Eurobond.

Meccanismo Europeo di Stabilità (European Stability Mechanism, ESM) è stato istituito mediante Trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico della UE, nel 2012; la sua funzione è quella di concedere, con precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che – pur avendo un debito pubblico sostenibile – trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato.

Le condizioni su cui si basa il MES variano a seconda della natura dello strumento utilizzato e quando si tratta di un prestito esso assume la forma di un programma atto ad aiutare e ad “aggiustare” l’andamento macroeconomico; le condizioni, inoltre, sono meno stringenti nel caso in cui si tratta di credito precauzionale, destinate a paesi in condizioni economiche e finanziarie fondamentalmente sane ma colpiti da shock avversi.

Il MES è guidato da un “Consiglio dei Governatori” composto dai 19 Ministri delle finanze dell’area dell’euro. Il Consiglio assume all’unanimità tutte le principali decisioni incluse quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria e all’approvazione dei protocolli d’intesa. Il MES, inoltre, può operare a maggioranza qualificata dell’85% del capitale qualora, in caso di minaccia per la stabilità finanziaria ed economica dell’area dell’euro, la Commissione europea e la BCE richiedano l’assunzione di decisioni urgenti in materia di assistenza finanziaria.

Esso ha un capitale sottoscritto pari a 704,8 miliardi, di cui 80,5 sono stati già versati, in totale la sua capacità di prestito ammonta a 500 miliardi; i diritti di voto dei membri del Consiglio sono proporzionali al capitale sottoscritto dai rispettivi paesi. Germania, Francia e Italia hanno diritti di voto superiori al 15 per cento e possono quindi porre il loro veto anche sulle decisioni prese in condizioni di urgenza.

La proposta di riforma del Trattato istitutivo del MES era quella di intervenire sulle condizioni necessarie per la concessione di assistenza finanziaria e sui compiti svolti dal programma in tale ambito, non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani e non affida al MES compiti di sorveglianza macroeconomica. La riforma, inoltre, attribuirebbe a quest’ultimo una nuova funzione, quella di fornire una rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund, SRF) nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie.[3]

In questi giorni di emergenza si profila sempre più cruciale la “battaglia” che si sta affrontando per fronteggiare, in primis l’emergenza sanitaria, e per contenere lo shock economico che ne consegue; dopo le sterzate del blocco del Patto di stabilità e della rete di acquisti massiccia da parte della BCE, i ministri dell’economia dell’Eurozona dovranno nuovamente affrontare degli argomenti delicati, quali il ricorso al MES e ai Covidbond.

Italia, Francia e Spagna si sono schierate già in prima linea per aumentare ancor di più lo sforzo finanziario e per attivare tutti gli strumenti possibili, infatti tra questi c’è il meccanismo di stabilità nato per supportare singoli paesi ma che ora si dovrebbe adattare al contesto. Attivare un salvadanaio da oltre 400 miliardi sarebbe una buona dose di ossigeno, ma qui ha già messo i paletti l’Olanda.

Le posizioni emerse all’inizio della crisi economica e sulle successive proposte per risollevarsi da quest’ultima presentano pareri contrastanti durante le riunioni dell’Eurogruppo, in cui si potrebbero proporre diverse linee di assistenza finanziaria.

Ulteriori passi avanti li sta facendo la proposta economica inerente ai Covidbond, i quali stanno trovando più alleati che per affrontare la crisi stanno prendendo in considerazione ogni strumento possibile – come nel caso del membro tedesco alla BCE Isabel Schnabel; sulla crisi da Coronavirus, ci sono stati molti cambiamenti di considerazione e in Europa, il ragionamento che porterebbe al cambiamento di opinione e ad un’evoluzione è semplice: «è un’emergenza che riguarda tutti e ci si salva tutti insieme».[4]

Dopo l’ultimo vertice del Consiglio europeo – durato sei ore – è stato trovato un accordo, in cui si è stabilito che 15 giorni sarebbero stati i giorni giusti utili ad elaborare delle nuove proposte per stabilire un’azione comune e coordinata per far risalire il bilancio; l’Italia, inoltre, ha lanciato un’ulteriore idea per collaborare, ovvero istituire un gruppo di lavoro formato da cinque capi di Stato o di governo europei per la formulazione di una proposta di risposta comune; iniziativa portata avanti in accordo anche con il premier spagnolo Pedro Sanchez.

Il tasto dolente di questo vertice era quello dei corona-bond, in cui si è chiarito fin da subito che non si pensa ad «una mutualizzazione del debito pubblico. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne», ma su questo punto si sono presentate le prime opposizioni, tra cui l’Austria, la Germania, l’Olanda e la Finlandia.[5]

Conte, durante le dichiarazioni effettuate mercoledì 01/04/2020 ha ribadito che «il Mes così è inadeguato, a fare fronte a questa emergenza. È uno strumento nato per choc asimmetrici, noi stiamo attraversando uno tsunami di portata epocale. Il Mes può essere in prospettiva se verrà snaturata e posto nell’ambito di un ampio ventaglio di interventi, senza condizionalità preventive o successive, può essere uno strumento fra gli altri che ci offriranno la possibilità di mettere in piedi una strategia europea»[6].

Il presidente del Consiglio, inoltre, ha replicato con una lettera, pubblicata su Repubblica, alla missiva della presidente della commissione UE Ursula Von der Leyen, ribadendo la necessità che la soluzione alla crisi non sia la ricerca di un “salvagente”, esclusivo per l’Italia, ma in verità “una scialuppa di salvataggio europea”.

Conte ha quindi rilanciato la proposta di un European Recovery and Reinvestment Plan, trattasi di un progetto coraggioso e ambizioso che richiede il supporto finanziario e di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: ovvero dei titoli di Stato europei utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto socio-economico; tenendo ben presente che gli eurobond “non sono volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far sì che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri”.

Secondo il premier, in gioco c’è il futuro stesso dell’Unione europea, affermando che “Si tratta, piuttosto, di sfruttare a pieno la vera ‘potenza di fuoco’ della famiglia europea, di cui tutti noi siamo parte, per dare vita a un grande programma comune e condiviso di sostegno e di rilancio della nostra economia, e per assicurare un futuro degno alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, e a tutti i nostri figli” e il ragionamento che mette in pratica si basa sulla solidarietà e sull’unione dal punto di vista politico, sociale ed economico[7].

Sulla questione della liquidità la Fed e Bce hanno come obiettivo quello di assicurare i mercati, prestando attenzione alle imprese e ottenendo i soldi dalle banche grazie alle garanzie pubbliche.

La Federal Reserve ha deciso una riduzione fortissima del tasso, un nuovo programma di acquisto di titoli pubblici e privati annunciando l’attuazione di operazioni con le altre banche centrali di fornire dollari anche alle banche che ne hanno bisogno in Paesi in cui il dollaro non viene più emesso, in modo tale da assicurare a quest’ultime di non avere una carenza di liquidità in una valuta che non è prontamente disponibile.

Inoltre, hanno rafforzato le componenti delle operazioni a lungo termine sul mercato aperto, l’allungamento dell’acquisto di titoli attraverso l’Asset Purchase Program e le operazioni di mercato aperto che permettono di fornire liquidità alle banche in quantità crescente, ma con costi decrescenti in funzione dei cediti che loro erogano ai loro clienti.

Questo è il più grande stress test che le banche stanno vivendo, ma l’azione costante di ricapitalizzazione e di pulizia dei bilanci che la Vigilanza Bce ha effettuato efficacemente dal 2014 fino almeno al 2017 è stata fondamentale e questo è un punto che ci dà sicurezza, parziale, ma che ci permette di avere una maggiore tranquillità; inoltre, per quei crediti che diventeranno deteriorati per effetto del coronavirus bisognerebbe temporaneamente “sterilizzarli” e non farli pesare sul debito, ma anzi quest’ultimi dovrebbero essere sostituiti con delle garanzie pubbliche[8].

Confindustria e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, infatti, hanno messo nero su bianco – su un Documento inviato al Governo – ventidue punti per sostenere le imprese in questa fase di crisi di emergenza Coronavirus e sono considerate come «misure urgenti di contenimento degli effetti negativi che l’emergenza sta producendo sul tessuto socio-economico nazionale» e in una  nota congiunta si legge «Nella attuale fase di evoluzione del quadro emergenziale e dell’impatto che questo provoca per il nostro sistema economico, si sottopongono al Governo le seguenti misure per gestire la fase di emergenza, riservandosi di formulare in seguito ulteriori proposte per il rilancio e il sostegno dell’economia»[9].

Ovviamente è ancora presto dare una definizione di strategia precisa per migliorare le crisi, sanitaria ed economica, che stiamo affrontando, in quanto siamo in un periodo di continua evoluzione e in particolar modo sulla crisi economica non vi è, ancora, una decisione univoca europea su come affrontarla e uscirne nel miglior modo possibile.

 

[1] Coronavirus, Istat: Schock economia di dimensioni inimmaginabili, pubblicato su adnkronos.it il 25/03/2020

Disponibile qui: https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/03/25/coronavirus-istat-shock-economia-dimensioni-inimmaginabili_haSD96eHKrZVHQeKfEwwWN.html?refresh_ce

[2] Coronavirus. Conte ”propenso” all’attivazione del MES, di Fabrizio Pace, del 20/03/2020

Disponibile qui: https://www.ilmetropolitano.it/2020/03/20/coronavirus-conte-propenso-allattivazione-del-mes/

[3] Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES – European Stability Mechanism, ESM) e la sua riforma: domande frequenti e risposte.

Disponibile qui: https://www.bancaditalia.it/media/fact/2019/mes_riforma/index.html

[4] Mes e Covidbond, Europa alla prova della solidarietà. Olanda contro. Nicola Corda, 24/03/2020

Disponibile qui: https://www.eunews.it/2020/03/24/mes-covid-bond-europa-alla-prova-della-solidarieta-olanda/128064

[5] Cosa ha deciso il Consiglio europeo su corona bond e Mes. Pubblicato su lettera43.it il 26/03/2020

Disponibile qui:

[6] Coronavirus, l’annuncio di Conte: Misure prorogate fino al 13 aprile. Prevista una fase 2 di convivenza con l’epidemia. Concetto Veccio, 01/03/2020

Disponibile qui: https://www.repubblica.it/politica/2020/04/01/news/la_bozza_del_dpcm_sospsesi_gli_allenamenti_-252899965/?refresh_ce

[7]Coronavirus, Conte scrive a Von der Leyen: ” Serve coraggio. Si insiste su Mes: è inadeguato. Anticipazione lavori consiglio UE non all’altezza’. Ilfattoquotidiano.it, 03/04/2020

Disponibile qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/03/coronavirus-conte-scrive-a-von-der-leyen-serve-piu-coraggio-si-insiste-ancora-su-mes-e-inadeguato-anticipazioni-lavori-del-prossimo-consiglio-ue-non-allaltezza/5758610/

[8] Coronavirus e Borse, Angeloni: ”Bene Fed e Bce. Banche più forti resisteranno”. Fabrizio Massaro, 16/03/20

Disponibile qui: https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_16/coronavirus-borse-angeloni-bene-fed-bce-banche-piu-forti-resisteranno-0e7f399c-677b-11ea-93a4-da8ab3a8afb1.shtml

[9] Coronavirus, documento congiunto di Confindustria e commercialisti: urgente dare liquidità alle imprese. Italiaoggi.it, 10/03/20

Disponibile qui: https://www.italiaoggi.it/news/coronavirus-documento-congiunto-di-confindustria-e-commercialisti-urgente-dare-liquidita-alle-202003101951481973

Fonte immagine: https://www.huffingtonpost.it/entry/leurogruppo-litiga-su-500-miliardi-ma-la-bce-triplica-il-conto-della-pandemia_it_5e8d930ac5b62459a9316f79

Roberta Iacobucci

Laureata in Sociologia all'Università di Napoli "Federico II", tesi di laurea in Statistica per la ricerca sociale sulla comparazione degli indicatori economici e sociali che si usano per misurare il grado di povertà di un Paese. Laureata con lode in Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale presso l'Università di Roma "La Sapienza", tesi di laurea in Sociobiologia e Teoria dei giochi, per l'analisi dell'agire strategico cooperativo in riferimento al suo grado di funzionamento all'interno della società. Area di interesse: Politica Economica

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